Con 4.703 imprese e oltre 91mila addetti, la cooperazione
agroalimentare italiana nel 2016 ha generato un fatturato di quasi 35 miliardi
di euro, pari al 23% del totale dell’alimentare italiano, ottenuto attraverso
la lavorazione e la trasformazione del 32% della materia prima agricola, per un
valore di 16,1 miliardi di euro.
È quanto emerge dai dati contenuti nel rapporto 2017
dell’Osservatorio della cooperazione agricola italiana, istituito presso il
Mipaaf e sostenuto dall’Alleanza delle cooperative agroalimentari
(Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare) e Unicoop.
Nel rapporto, presentato a Roma lo scorso 12 dicembre, si
evidenzia come, a dispetto di un leggero calo dei soci produttori aderenti
(-3%), la cooperazione registri una crescita sia del fatturato (+0,6%) che
dell’occupazione (+0,9%).
Buone anche le performance dell’export: complessivamente nel
2016 il sistema cooperativo italiano ha realizzato oltreconfine il 17% del
proprio volume d’affari, per un totale di 5 miliardi di euro, pari al 13% delle
esportazioni agroalimentari italiane.
Le cooperative del settore delle carni fresche e trasformate
esprimono la quota di fatturato più importante (8,9 miliardi di euro, pari al
26% del totale); segue il comparto dell’ortofrutta (8,7 miliardi, 25% del
fatturato totale), quello del latte (6,6 miliardi, 19%), dei servizi (4,8
miliardi, 14%) e del vino (4,5 miliardi, 13%).
Da evidenziare anche il ruolo strategico che la cooperazione
agroalimentare gioca nella valorizzazione dei prodotti Made in Italy, tanto in
Italia quanto sul mercato estero: le imprese cooperative, infatti, lavorano
materia prima che per il 74% è di provenienza locale, per il 24% nazionale e
solo per il 2% estera.
«Sono soddisfatto del quadro economico fotografato dal
rapporto», commenta Giorgio Mercuri, presidente dell’Alleanza delle cooperative
agroalimentari, «in particolare per il contributo importante che le cooperative
stanno dando in termini di incremento delle vendite sui mercati internazionali.
Il settore lattiero-caseario ha visto aumentare il proprio export del 20% in un
solo anno, mentre le prime 25 cooperative vitivinicole hanno in media la metà
del loro giro d’affari derivante proprio dall’export».
(© Osservatorio AGR)
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