Nell’Unione europea il sistema delle Indicazioni Geografiche
(IG) conta 1.582 vini, di cui 1.144 DOP (Denominazioni di Origine Protetta) e
438 IGP (Indicazioni Geografiche Protette). Alla testa della classifica ci sono
Italia e Francia, rispettivamente con 526 e 432 denominazioni, seguite da
Grecia (147) e Spagna (131).
È il quadro che emerge dal rapporto elaborato dall’Istituto
di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea) e presentato Bruxelles,
nel corso del primo Congresso europeo dei vini a indicazione geografica,
organizzato dall’EFOW, la Federazione europea dei vini a Denominazione e
Indicazione Geografica.
L’analisi comparativa realizzata dall’Ismea mostra come,
sebbene nei mercati del food and beverage il vino rappresenti uno dei prodotti
più globalizzati, con dinamiche evolutive e di crescita che non trovano
riscontro negli altri comparti, le performance dei vini a Indicazione
Geografica comunitari siano comunque superiori. Infatti, se il valore della
produzione a prezzi base del vino cresce con una media annua del 4%, il tasso
dei vini IG è del 5,3%.
Cresce anche la quota della superficie vitata, passata
dall’81,9% del 2012 all’83,2% del 2016. Dinamiche positive si riscontrano per i
prezzi: +1% è la crescita media annua dei vini DOP e +4% quella dei vini IGP.
L’incidenza dei vini IG passa dal 62% del 2012 al 63,4% del 2016, mentre
l’export fa registrare incrementi del 4,2% medio annuo.
Stringendo il focus sulle tendenze in atto in Italia e
Francia, i due Paesi che guidano il comparto dei vini, il valore delle
produzioni atte a divenire DOP e IGP tra il 2015 e il 2016 aumenta in Italia
(da 10,7 a 10,8 miliardi di euro) mentre in Francia scende da 25,2 a 24,7
miliardi. Nello stesso periodo, per quanto riguarda la ripartizione del valore del
vino atto a divenire IG nella UE, cresce la quota nazionale italiana che passa
dal 21,9% al 22,5%, mentre diminuisce quella francese, che resta però
assolutamente dominante passando dal 51,6% al 51,2%.
«Nel complesso il settore vinicolo europeo – e i vini a
denominazione in particolare – è in buona salute, oggi», ha dichiarato il
presidente EFOW, Bernard Fages. «Ad ogni modo, dobbiamo essere vigili, dato che
abbiamo tutti avuto modo di vedere come eventi meteorologici recenti, e in
certi casi ricorrenti, hanno influito negativamente sulle nostre regioni
vitivinicole. Tenendo a mente questo, dobbiamo continuare a focalizzarci sui
vini di qualità e sul miglioramento della nostra competitività per conservare
il nostro posizionamento unico sul mercato».
«Il dialogo che abbiamo avuto con i coltivatori, gli
enoappassionati e i portatori di interesse dimostra che la politica europea sul
vino ha un ruolo vitale nello sviluppo del nostro settore», osserva Fages.
«Traiamo beneficio da strumenti specifici all’interno dell’attuale PAC, che è
stata fondamentale per l’evoluzione positiva del settore vinicolo. Devono
essere mantenuti e migliorati affinché questa storia di successo continui».
(© Osservatorio AGR)
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