Rinnovare la piattaforma varietale e migliorare le tecniche
di coltivazione della vite, con l’obiettivo primario di incrementare la
sostenibilità della viticoltura dal punto di vista ambientale, economico e
sociale. È con queste finalità che sette Università e Centri di ricerca hanno
sottoscritto un protocollo per lo sviluppo di un progetto denominato
“Viticoltura 4.0”.
All’iniziativa partecipano le Università di Padova, Verona e
Udine, la Libera Università di Bolzano, l’Istituto di genomica applicata di
Udine, la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige (Verona) e il
CRA-VIT, il Centro di ricerca per la viticoltura di Conegliano (Treviso).
Il protocollo è stato firmato lo scorso 18 dicembre,
nell’ambito di Expo Rive 2017, Salone internazionale dedicato alla viticoltura
e all’enologia, ed è preliminare a una raccolta di fondi che vedrà stakehoder
pubblici e privati impegnati nel finanziamento di un piano di lavoro di durata
almeno quinquennale.
Le istituzioni coinvolte rappresentano eccellenze a livello
nazionale e internazionale, che alla ricerca in viticoltura hanno già fornito
significativi contributi, tradotti in applicazioni con un notevole impatto sul
settore vitivinicolo. Dieci anni dopo l’importante risultato ottenuto dalla
ricerca italiana con il sequenziamento del genoma della vite, che ha visto
protagonisti i 7 enti, questo accordo rappresenta una nuova sfida su cui
costruire il futuro della viticoltura.
Lavorare congiuntamente sui temi di ricerca previsti dal
protocollo, infatti, consentirà di mettere a fattor comune risorse
intellettuali e strumentali, accelerando il processo di trasferimento dei
risultati dai laboratori ai vigneti, con benefici per i viticoltori, i
consumatori e l’ambiente.
(© Osservatorio AGR)
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