Nel periodo di programmazione 2021-2027 l’Italia potrebbe
perdere dai 3,4 ai 9,7 miliardi di fondi agricoli comunitari per effetto di un
taglio del bilancio variabile dal 15 al 30%.
È quanto indica un documento elaborato della Direzione
generale dell’agricoltura e dello sviluppo rurale (Dg Agri) presso la Commissione europea. Il testo fa
parte delle simulazioni realizzate da diverse Direzioni generali, in risposta
ai tre scenari principali proposti da Bruxelles nella comunicazione sul futuro
bilancio pluriennale UE, che dovrà fare i conti non solo con il post Brexit ma
anche con la necessità di finanziarie nuove politiche europee come la difesa e
l’immigrazione.
Il primo scenario, denominato “di riferimento”, applica un
taglio lineare del 15% a prezzi correnti sugli attuali stanziamenti PAC; il
secondo ripete l’esercizio con tagli del 30%; la terza ipotesi è invece quella
dello status quo.
Oltre a mostrare l’impatto sulle finanze dei diversi Paesi,
la Dg Agri difende il capitolo di bilancio della PAC elencando gli effetti
negativi sulle aziende agricole grandi e piccole, sulla stabilità del reddito
degli agricoltori e sui diversi settori, a partire da allevamento, cereali e
colture proteiche, che sarebbero quelli maggiormente colpiti.
Il documento prende in esame anche l’ipotesi del
co-finanziamento nazionale, che “provocherebbe forti squilibri tra Paesi”,
minando alle fondamenta “il mercato unico dei prodotti agricoli”. Nello scenario
ipotizzato di una partecipazione finanziaria del 30% da parte degli Stati
membri alla spesa per gli aiuti diretti agli agricoltori, il saldo sarebbe
positivo per alcuni contributori netti. Per Italia, Germania e Olanda, i
risparmi teorici dei contributi al bilancio PAC eccederebbero i costi
addizionali per il co-finanziamento.
«Nonostante si tratti ancora solo di simulazioni, le notizie
arrivate in merito ai possibili scenari di tagli al bilancio UE sono fortemente
preoccupanti», osserva Paolo De Castro, vicepresidente della Commissione
agricoltura del Parlamento europeo. «Solo con una PAC forte e adeguatamente
finanziata», sottolinea l’europarlamentare, «sarà possibile raggiungere gli
obiettivi economici, sociali e di sostenibilità che ci siamo prefissati. La
discussione sul bilancio ad ogni modo inizierà nel 2018 e il nostro impegno
sarà quello di evitare modifiche nel bilancio dell’agricoltura e soprattutto
che la PAC non venga vista come il salvadanaio a cui attingere. Non è giusto
che siano gli agricoltori a dover pagare per le nuove politiche europee».
(© Osservatorio AGR)
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