Dal controllo del mercato dei fiori a quello della frutta,
dai ristoranti ai caffe’ il volume d’affari delle agromafie è salito a 21,8
miliardi di euro con un balzo del 30% nel 2017 con attività che riguardano
l’intera filiera agroalimentare, della sua produzione, trasporto, distribuzione
e vendita. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare l’operazione condotta
dalla Dia di Catania con la collaborazione del Centro Operativo di Roma e della
Sezione Operativa di Catanzaro, che ha portato al sequestro di beni per 20
milioni di euro nei confronti di un esponente di spicco del clan mafioso
“Dominante”, aderente alla Stidda, egemone a Vittoria e in tutta la provincia
di Ragusa, dove imponeva sul mercato florovivaistico beni, merci e servizi
riconducibili a soggetti appartenenti agli ambienti della criminalita
organizzata, utiizzando le proprie ditte per l’import di fiori anche per il
traffico della cocaina. Il decreto – spiega la Coldiretti – è stato emesso dal
Tribunale di Ragusa su proposta di applicazione di misura di prevenzione
personale e patrimoniale formulata dal Direttore della Dia, generale Giuseppe
Governale, in sinergia con la Dda di Catania, diretta dal procuratore Carmelo
Zuccaro.
Le mafie – denuncia la Coldiretti (www.coldiretti.it) –
condizionano il mercato agroalimentare stabilendo i prezzi dei raccolti,
gestendo i trasporti e lo smistamento, il controllo di intere catene di supermercati,
l’esportazione del nostro vero o falso Made in Italy, la creazione all’estero
di centrali di produzione dell’Italian sounding e lo sviluppo ex novo di reti
di smercio al minuto. In questo modo la malavita si appropria – sottolinea la
Coldiretti – di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne
derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando
l’imprenditoria onesta, ma anche compromettendo in modo gravissimo la qualità e
la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente
l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy.
“Le agromafie vanno contrastate nei terreni agricoli, nelle
segrete stanze in cui si determinano in prezzi, nell’opacità della burocrazia, nella
fase della distribuzione di prodotti che percorrono centinaia e migliaia di
chilometri prima di giungere al consumatore finale, ma soprattutto con la
trasparenza e l’informazione dei cittadini che devono poter conoscere la storia
del prodotto che arriva nel piatto” ha affermato il presidente della Coldiretti
Roberto Moncalvo nel sottolineare che “è importante in tale ottica
l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del disegno di legge
presentato dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando con nuove norme in
materia di reati agroalimentari sulla base delle proposte presentate
dall’apposita commissione presieduta da Giancarlo Caselli, presidente del
comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti”.
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