Secondo Geert Claes, dell'azienda belga Fruit Innovation
Farmer, i frutticoltori e l'intero settore agricolo sono diventati i moderni
schiavi dell'attuale società. "Nel commercio sono in uso pratiche mafiose.
Il prezzo di vendita non riesce quasi più a coprire i costi. Con prezzi così
bassi è impossibile sopravvivere".
Secondo Geert i produttori hanno pensato troppo a lungo che
organizzazioni e aste avrebbero difeso i loro interessi e risolto i loro
problemi. "I produttori che continuano a crederci non hanno idea di cosa
stiano facendo alla propria azienda. Se il settore agricolo nel suo complesso
non prenderà la situazione in mano, continueremo a correre sul posto".
Il commercio mette sotto pressione il produttore
Geert ritiene che, al momento, non esista più la legge del
rapporto tra domanda e l'offerta. "Si tratta di un contesto di oltre 50
anni fa, quando le aziende erano ancora piccole. Si dovevano acquistare i
prodotti sul mercato locale e lo si faceva nelle aste. In passato c'erano molti
negozi piccoli che dovevano andare all'asta per acquistare e offrire secondo il
sistema dell'orologio" (in Benelux l'asta ortofrutticola è regolata da un
orologio; chi offre il prezzo più alto nel minor tempo si porta a casa la merce
migliore, NdR).
"Se c'erano partite migliori o meno buone, i
commercianti dovevano puntare l'uno contro. Ma tutto è cambiato, da allora... I
piccoli negozianti nel frattempo sono stati sostituiti da grandi catene
commerciali che vendono per tutto l'anno e allo stesso prezzo. Come commerciante,
quindi, si deve fissare un prezzo a buon mercato e preferibilmente inferiore a
quello di un altro commerciante concorrente. In realtà spesso la frutta è già
venduta prima di averla acquistata. Ed è qui che cominciano i problemi. I
commercianti mettono sotto pressione i frutticoltori affinché vendano a prezzi
sempre più bassi. Si innesca una spirale verso il basso che sicuramente non ha
più niente a che vedere con il rapporto tra domanda e offerta".
Chi determina il prezzo?
"Abbiamo ancora un sistema di vendita datato a 50 anni
fa, che non va più bene per le nostre aziende. Il commercio si è organizzato in
grandi catene commerciali che si contrappongono ai produttori ortofrutticoli,
non organizzati. Abbiamo, comunque, delle aziende più grandi attive tutto
l'anno, ma il prezzo per i nostri prodotti lo lasciamo decidere ad altri. A
quanto pare, questo accade solo nel settore agricolo. Quando ho bisogno di
pneumatici nuovi - ha proseguito l'operatore - mi informo sul prezzo da pagare
e poi decido se acquistare o meno. Da noi non funziona così...".
Ci sono soluzioni?
Tuttavia, secondo Geert esistono delle soluzioni.
"Dobbiamo prima capire se abbiamo un prodotto che altri vogliono
acquistare. Dopo di che possiamo collaborare per avere un volume maggiore e assicurare
che per un anno intero si possano rifornire grandi catene di negozi. E' più
facile a dirsi che a farsi, ma credo che questa sia l'unica soluzione per
sopravvivere. I coltivatori tendono a stare troppo per conto loro. Le aziende
diventano più grandi e continueranno a crescere. Tutti provano a risolversi le
faccende da soli e questo ha la conseguenza di andare a scapito del sistema nel
suo complesso. Per collaborare davvero si deve essere convinti che alcune
problematiche vadano gestite centralmente. Secondo me è il commercio che
richiede flessibilità, ma al contempo deve consentire una reale negoziazione
sui prezzi affinché le imprese traggano il massimo possibile dal proprio io
lavoro".
Geert spera che la sua opinione per altri diventi motivo di discussione,
anche per osservare la propria azienda con occhio critico. "Se qualcuno
ritiene che io sia in errore, può sempre reagire. L'unica speranza è che le
parti si uniscano tra loro e che provino a cercare delle soluzioni
condivise!"
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