Emergenza incendi: sono cinquanta milioni le api morte a
causa dell’incendio che ha colpito il Parco del Vesuvio, con le fiamme che
hanno distrutto le arnie e cancellato la produzione di miele e polline. È
quanto emerge dopo le segnalazioni giunte dagli apicoltori dell’area vesuviana,
in particolare nella zona di Ercolano. Una vera e propria strage peraltro
destinata ad aggravarsi a causa degli effetti del fumo sugli sciami
sopravvissuti. Gli esperti del Conaproa (Consorzio Nazionale Produttori
Apistici) in Campania calcolano una perdita ulteriore di almeno il 20% di
insetti che hanno perso l’orientamento e quindi morte. Emergenza incendi: il
rogo sul Vesuvio ha coinvolto peraltro anche i nuclei di fecondazione. L’azienda
La Fattoria Biagino, uno dei maggiori produttori dell’area, ha visto andare in
fumo quasi 100 nuclei di riproduzione, vere e proprie casseforti genetiche su
cui questi apicoltori lavorano da decenni, partecipando a convegni
internazionali proprio sulla salvaguardia del patrimonio genetico.
Le fiamme hanno distrutto le arnie anche nelle zone di
Licola e ad Agnano, dove ad andare in fumo è stata la riserva naturale degli
Astroni. L’incendio colpisce un comparto già fortemente messo in crisi dalla
siccità. Le api erano già in sofferenza per le scarse precipitazioni che hanno
ridotto la disponibilità di fiori, con conseguenti interventi di sostegno con
acqua e zucchero. I roghi che stanno colpendo l’intero territorio nazionale,
rappresentano un gravissimo danno economico e ambientale tanto che ci vorranno
almeno 15 anni per ricostruire i boschi andati a fuoco. Per ogni ettaro di
macchia mediterranea bruciato muoiono in media 400 animali tra mammiferi,
uccelli e rettili. Sono migliaia le varietà vegetali danneggiate dagli incendi
come i boschi di querce, di faggio, di castagno, di cerro, ma anche i funghi e
le erbe aromatiche. Nelle foreste andate a fuoco saranno impossibili anche
tutte le attività umane tradizionali del bosco come la raccolta della legna, dei
tartufi, dei piccoli frutti e dei funghi. Insieme alle disdette provocate in
molti agriturismi sono gravi anche i danni diretti registrati alle coltivazioni
agricole, le perdite di animali con la distruzione di numerosi fabbricati
rurali.
Fonte: Coldiretti Giovani Imprese
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