Il Governo italiano chiede un intervento urgente alla
Commissione europea per contrastare la crisi del settore risicolo europeo, le
cui quotazioni sono in caduta libera ormai da diverso tempo.
I ministri delle politiche agricole Maurizio Martina, dello
Sviluppo economico Carlo Calenda e il sottosegretario alle Politiche europee
Sandro Gozi hanno inviato oggi a Bruxelles una nota congiunta ai Commissari
Cecilia Malmström (Commercio), Phil Hogan (Agricoltura) e Vytenis Andriukaitis
(Salute).
"Le cause principali di questa crisi senza precedenti -
scrive il Governo italiano - sono da attribuire soprattutto al regime
particolarmente favorevole praticato nei confronti dei Paesi Meno Avanzati
(accordo EBA), che prevede la possibilità di esportare verso l'Unione Europea
quantitativi illimitati di riso a dazio zero. L'aumento esponenziale delle
importazioni nell'UE dai Paesi Meno Avanzati (PMA), che ha raggiunto il livello
di 370.000 tonnellate di riso lavorato, ha determinato uno squilibrio di
mercato, causando forti riduzioni dei prezzi".
"È quindi quanto mai urgente un intervento europeo -
prosegue la lettera - che si sviluppi su più fronti, al fine di evitare un
ulteriore aggravarsi della situazione. Si tratta di una questione non solo
economica, ma di tenuta politica, sociale e territoriale. Per questo vi
proponiamo di assumere decisioni concrete, per dare risposte ai risicoltori
dell'Ue. Chiediamo, in particolare:
- l'applicazione
urgente della clausola di salvaguardia per il ripristino dei dazi sulle importazioni
di riso lavorato dalla Cambogia;
- l'autorizzazione
a sperimentare in Italia l'introduzione dell'obbligo di indicazione
dell'origine in etichetta per il riso. Si tratta di una possibile risposta
immediata alle esigenze degli operatori e una scelta di assoluta trasparenza
verso i consumatori. Oltre l'80% dei 26mila cittadini che hanno partecipato
alla consultazione pubblica del Ministero delle politiche agricole ha chiesto
di conoscere l'origine del riso nelle confezioni;
- misure
straordinarie di sostegno al reddito dei risicoltori e di rilancio di una
coltura strategica per l'Unione, attivando nuove risorse e strumenti utili alla
salvaguardia della continuità produttiva, anche in ottica di tutela
dell'ambiente e del paesaggio tradizionale".
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