"Il frutteto italiano si è ridotto di un terzo (-33 per
cento) negli ultimi quindici anni. A determinare la scomparsa di oltre 140mila
ettari di piante di mele, pere, pesche, arance, albicocche e altri frutti è
stato il crollo dei prezzi, fino al 40%, pagati agli agricoltori che non
riescono più a coprire neanche i costi di produzione, per effetto di una vera
invasione di frutta straniera che viene spesso spacciata per italiana". E'
quanto afferma la Coldiretti che promuove per il weekend lungo tutta la
penisola (www.campagnamica.it) una "maxi-sensibilizzazione" sul tema,
con dimostrazioni e degustazioni attraverso la rete dei mercati di Campagna
Amica. "Pesche e angurie greche, pomodorini dalle coste africane e
nettarine spagnole vengono venduti come nazionale - denuncia la Coldiretti -
come dimostra nei giorni scorsi nel porto di Brindisi il sequestro di oltre
19.000 chilogrammi di pesche provenienti dalla Grecia già etichettate come se
fossero di origine italiana". "In questa estate siccitosa - continua
l'organizzazione agricola - l'ortofrutta italiana, pur nelle difficoltà
determinate dalla carenza di acqua, si mostra nella sua forma migliore,
prodotti sani e con elevato grado zuccherino, grazie al caldo e all'assenza di
precipitazioni, ma purtroppo nelle campagne si soffre per i prezzi che non
coprono i costi di produzione. Per prodotti come albicocche, pesche e
nettarine, meloni, angurie e pomodorini i prezzi alla produzione sono calati
dal 10 al 40% rispetto allo scorso anno.
Coldiretti chiede dunque che "sia alzato il livello di
attenzione e dei controlli e ringrazia le forze dell'ordine", ricordando
ai consumatori "che l'ortofrutta fresca deve essere obbligatoriamente
etichettata con l'origine, se confezionata. Se sfusa, questa informazione deve
essere riportata su un cartello nel punto vendita".
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