Si è aperto ieri a Perugia il XVI congresso nazionale del
Conaf, il Consigio dell'ordine nazionale dei dottori agronomi e forestali, in
cui si confronteranno oltre 600 professionisti provenienti da tutto il paese.
Al centro la figura del dottore agronomo e forestale e le
nuove prospettive e opportunità per questa professione.
Un esercito di oltre 20.000 professionisti, come ricorda il
Conaf facendo un bilancio dei suoi iscritti, con una presenza femminile in
lieve ma costante crescita.
Nell’ultimo decennio, sono aumentati i giovani in
agricoltura, per cui anche il professionista si trova a operare in un ambiente
più stimolante verso le innovazioni, la ricerca e le tecnologie.
La crisi ha riavvicinato i giovani all'agricoltura, ma con
un approccio diverso rispetto alla generazione passata.
Solo nel 2016, sono state create più di dodicimila start-up
agricole, con i proprietari che hanno un'età media che varia tra i venticinque
e i trent'anni e così la figura dell'agronomo diventa un elemento sempre più
importante per guidare questa corsa al rinnovamento all'innovazione.
Una figura, quella dell'agronomo, chiamata anch'essa a
rinnovarsi e declinarsi in nuove attività e competenze. Tra queste c'è
sicuramente quella dell'innovation broker, ovvero il mediatore dell'innovazione.
“Nelle università e nei centri di ricerca italiani e
stranieri ogni giorno vengono fatti studi e analisi che possono migliorare il
modo in cui gli agricoltori fanno il loro lavoro – spiega il presidente Conaf
Andrea Sisti – Spesso però l'innovazione rimane nel cassetto perché manca il
trasferimento di conoscenze dal mondo della ricerca al campo. Da questo punto
di vista il consulente può essere quel ponte in grado di rendere il settore
primario italiano innovativo e dunque competitivo”.
In questo contesto la figura professionale del dottore
agronomo e del dottore forestale diventa centrale per assumere il ruolo del
facilitatore e del mediatore tra la realtà della ricerca e il mondo produttivo
e professionale.
L’agronomo diventa quindi a tutti gli effetti il fulcro dal
quale la progettazione integrata deve obbligatoriamente partire, sia a livello
territoriale con i Piani di sviluppo rurale, sia con la progettazione integrata
europea.
Il Conaf da parte sua sta investendo molto su queste tematiche,
fornendo attraverso le federazioni regionali, e attraverso una serie di
documenti redatti negli ultimi anni, uno strumento concreto sul territorio
nazionale per la creazione dei Gruppi operativi dell’innovazione (i cosidetti
Goi), strumento operativo nei territori di produzione e a supporto delle
filiere produttive per captare in maniera concreta fabbisogno e offerta di
innovazione per la crescita delle imprese e dell’intero settore agricolo.
Il congresso, vedrà al centro anche la riflessione sulle
nuove modalità di utilizzo del suolo e del paesaggio e sulla programmazione
degli interventi e delle attività dell'uomo che non può essere più rimandata
alla luce dei recenti disastri, e che deve trovare in professionisti
qualificati e competenti un punto di riferimento necessario e sicuro.
Fonte: Conaf - Consiglio dell'ordine nazionale dei dottori
agronomi e forestali
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