Le polizze assicurative sono sempre meno utilizzate dalle
aziende agricole, in particolare nel Sud Italia: nell'ultima campagna, pur in
assenza di dati definitivi, si stima un calo di 10 punti percentuali rispetto
allo scorso anno, che a sua volta aveva visto una riduzione dell'11,3% rispetto
al 2015. Un quadro contrassegnato "da grosse incertezze e da risultati
deludenti in termini di valori assicurati che testimoniano le forti criticità
presenti ad oggi nel sistema delle assicurazioni agevolate". È quanto ha
denunciato la delegazione di Agrinsieme che ieri ha partecipato ad una
audizione presso la Commissione Agricoltura della Camera dei deputati
nell'ambito di un'indagine conoscitiva sulle assicurazioni contro le avversità
atmosferiche in agricoltura.
Nelle ultime tre campagne, dal 2014 al 2016, il decremento
maggiore dei valori assicurati, sulla base dei dati Ismea, ha riguardato le
produzioni vegetali, con una perdita di circa 850 milioni di euro (pari al 26%
in meno). "Un calo che è motivato dal fatto - ha spiegato Agrinsieme - che
le imprese agricole, e di conseguenza i Caa e i Consorzi di difesa, sono
chiamati ad applicare procedure e modalità molto complesse, fra l'altro ancora
non tutte definite, per l'ottenimento dei contributi europei sui premi assicurativi".
A destare maggiori criticità sono le norme applicative della regolamentazione
europea, che stabilisce come valori massimi assicurabili le rese produttive
medie dell'azienda, concedendo quindi l'aiuto solo alle polizze assicurative
che coprono perdite causate da avversità atmosferiche che distruggano più del
30 % della produzione media annua dell'agricoltore.
A detta di Agrinsieme, la dicitura delle "rese
medie" risulta "assolutamente problematica, sia per le difficoltà
applicative di misurazione, sia perché mina la stessa efficacia della copertura
assicurativa. Il concetto di rese medie va inoltre a penalizzare soprattutto
quegli imprenditori agricoli che hanno investito sulla crescita in termini
qualitativi e quantitativi della propria produzione".
Altra difficoltà evidenziata da Agrinsieme è che il
meccanismo di accesso ai contributi sui premi assicurativi pagati, che è stato
stabilito dal Decreto semplificazione (Dm 162 del 2015), "si basa su
tempi, procedure e modalità che ad oggi né Agea né gli Organismi pagatori
regionali riescono a rispettare in maniera compiuta. Il Governo dovrebbe
intervenire con estrema urgenza almeno per garantire il pagamento dei
contributi della campagna 2015 e 2016 agli agricoltori che si sono assicurati
entro quest'anno".
C'è poi un ultimo aspetto, altrettanto delicato, che
riguarda l'utilizzo di risorse pubbliche comunitarie. "L'Italia - spiega
Agrinsieme - è stato tra i Paesi comunitari quello che ha maggiormente puntato
sulle misure di prevenzione del rischio attraverso l'assicurazione agevolata
dei prodotti agricoli. Le risorse disponibili ammontano a 1,6 milioni di euro
per sei anni, dal 2015 al 2020, incluse nel piano di sviluppo rurale nazionale.
Va ricordato che l'obiettivo della Misura 17.1-Gestione dei rischi è quello di
far crescere il numero dei contratti assicurativi, mentre ad oggi si registra
una situazione in cui si va verso l'ipotesi di perdere tali preziose risorse,
che potrebbero tornare a Bruxelles".
Fonte: Ufficio stampa Agrinsieme
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