"Al giorno d'oggi assistiamo, da parte di tante catene
di distribuzione, alla svendita dell'ortofrutta, non alla sua vera promozione.
E a pagarne le conseguenze sono i produttori". Questo il pensiero di
Francesco Donati, presidente federazione nazionale di prodotto frutta fresca
per Confagricoltura.
"Promuovere una referenza - dice Donati - significa
farla conoscere, valorizzarla. A me invece pare che siano stati confusi i
termini promozione e svendita. E in queste annate di crisi, dove i prezzi
boccheggiano, tale confusione appare ancor più dannosa. E in più c'è un altro
aspetto, che viene preso poche volte in considerazione. Solo nel settore
agricolo la 'promozione - svendita' è decisa unilateralmente. In un rapporto
paritario fra fornitore e Gdo, queste operazioni dovrebbero essere concordate
insieme. Invece non contiamo nulla".
Quest'anno le drupacee arrancano. Le albicocche sono in
crisi nera, anche perché la produzione è stata elevatissima grazie a condizioni
climatiche favorevoli con un'allegagione completa. Idem per le susine. Per
pesche e nettarine, nonostante una produzione nella media, i prezzi alla
produzione sono al di sotto della soglia di pareggio. Per correre ai ripari,
ovviamente in vista di un miglioramento nel medio periodo, non certo a breve,
nei prossimi giorni partirà una sperimentazione in alcuni supermercati in modo
che il consumatore abbia una suddivisione netta fra pesche e nettarine dolci e
quelle acidule.
"La disaffezione del consumatore per queste referenze
può essere causata anche dal non avere mai la certezza di quel che compra. Un
giorno ha fortuna e porta a casa la pasca che gradisce, il giorno dopo si
ritrova con un gusto totalmente diverso. A breve partirà questa sperimentazione
e anche io faccio parte del gruppo di studio. Vediamo che risultati
avremo".
Donati poi affronta un altro capitolo, non nuovo, vale a
dire quello della polverizzazione dell'offerta. Lui una proposta, concreta,
l'ha fatta affinché si possa arrivare a un'aggregazione seria e indolore.
Dall'altra parte però serve una organizzazione anche per quello che concerne il
catasto. Alcune Regioni hanno dati attendibili, altre quasi no. L'Emilia
Romagna, ad esempio, ha dati ufficiali piuttosto spaventosi: dal 1994 al 2016
la superficie frutticola regionale è calata del 43% passando da 100mila ettari
a 57.500. Il pesco ha perso il 62% della superficie e le nettarine il 41%.
Autore: Cristiano Riciputi
Fonte: www.freshplaza.it
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