Il biometano può essere sempre di più uno strumento chiave
per la sostenibilità ambientale e per il potenziamento delle opportunità
agricole.
Su questo settore Confagricoltura sta puntando molto e sta
spingendo a livello politico per il suo sviluppo, come ricorda il presidente
nazionale dell'associazione Massimiliano Giansanti.
Il biometano, come ricorda Giansanti, è soluzione tutta
italiana per la diminuzione delle emissioni di anidride carbonica che permette
anche, alle aziende agricole, percorsi virtuosi di utilizzo delle biomasse.
Una realtà italiana che coinvolge tutta la filiera di questo
gas prodotto dalla digestione delle biomasse, a partire dalla produzione fino
alla distribuzione ed utilizzo del carburante per autotrazione, spesso per i
mezzi pubblici.
Una filiera ha creato 12 mila nuovi posti di lavoro stabili.
E oltre a questo la maggior parte delle imprese agricole che hanno investito
nel biogas hanno avuto anche un rilancio della stessa attività agricola e
agroalimentare, con ulteriori benefici nello sviluppo dei territori e
dell’occupazione.
Quindi il biometano può avere un ruolo strategico nella
riduzione delle emissioni del settore energetico italiano.
Ed è per potenziare e sviluppare ancora di più questa
filiera che Confagricoltura ha sostenuto il nuovo decreto interministeriale sul
biometano, attualmente in fase di valutazione a Bruxelles.
Per Giansanti il biometano rappresenta un’ulteriore
occasione di crescita per le aziende agricole, dopo lo sviluppo della
cogenerazione da biogas che ha prodotto risultati estremamente importanti: più
di 1400 impianti da effluenti zootecnici, attività agricole, sottoprodotti, con
circa 1.100 MW, per un totale di 4,0 miliardi di euro di investimenti
effettuati nel settore.
Una filiera che, per il presidente di Confagricoltura,
permetterà anche di creare delle opportunità per le aziende agricole in alcune
aree del paese che altrimenti rischiano di divenire marginali dal punto di
vista produttivo, non ultime le zone terremotate.
La richiesta di Confagricoltura al governo è quella di porre
le basi per un reale sviluppo del settore e della filiera agricola e
industriale del biometano, che non dovrà limitarsi agli obiettivi fissati sulle
rinnovabili nei trasporti al 2020, ma sfruttare tutte le potenzialità che si
possono presentare.
In particolare si guarda all'opportunità per le imprese
agricole per proseguire l’attività di produzione di energie rinnovabili,
continuando a valorizzare biomasse residuali e colture, con particolare
riferimento a quelle di secondo raccolto, nel rispetto di requisiti ambientali
sempre più stringenti.
Le colture di secondo raccolto stanno diventando sempre più
interessanti per lo sviluppo del biometano avanzato, e sono state riconosciute
dalla Commissione europea come fonti sostenibili.
Ora però, secondo Giansanti, occorre fare un ulteriore passo
avanti e di non prevedere restrizioni nelle tipologie di colture utilizzabili
in secondo raccolto per permettere maggiore flessibilità e opportunità agli
agricoltori.
Fonte: Confagricoltura
Nessun commento:
Posta un commento