RACCOGLIERE il grano 6 volte l'anno, ad intervalli di sole 8
settimane. È questo il traguardo della "speed breeding", tecnica
rivoluzionaria che promette di accelerare la coltivazione delle piante per
rispondere alle esigenze di una popolazione mondiale che diventa sempre più
numerosa. E, considerando le conseguenze nefaste del cambiamento climatico sull'agricoltura
globale, potrebbe rappresentare una grande speranza per il futuro.
Lo studio - effettuato dal team del John Innes Center,
dell'Università del Queensland e dell'Università di Sydney e pubblicato su
Nature Plants - utilizza una serra o un
ambiente artificiale con illuminazione potenziata per sviluppare la ricerca di
colture più performanti. La "speed breeding" permetterebbe, infatti,
ai ricercatori anche di studiare le piante e migliorare la loro genetica,
rendendole più resistenti. La tecnica utilizza ambienti di crescita
completamente controllati e può essere adattata per funzionare in serre
standard. Usa luci a LED ottimizzate per aiutare la fotosintesi in regimi
intensivi fino a 22 ore al giorno. Questo consente alle piante di crescere più
rapidamente. Il team internazionale ha ottenuto fino a 6 raccolti l'anno per
frumento, grano duro, orzo, piselli e ceci: un aumento significativo rispetto
alle tecniche di coltivazione commerciale utilizzate. "La nuova tecnica
produrrà raccolti migliori, colture più nutrienti, più produttive e più
resistenti ai parassiti e alle malattie", ha affermato Brande Wulff, a
capo dello staff del John Innes Center e principale autore dello studio.
Il volano per una nuova tappa di quella Rivoluzione verde
che, nel periodo post-bellico, ha permesso, grazie all'investimento di ingenti
capitali, vegetali geneticamente selezionati, nuove tecniche, fertilizzanti e
fitofarmaci, di incrementare in modo significativo la produzione agricola. Il
nuovo approccio si propone di fare altrettanto, affrontando le nuove sfide di
un ambiente martoriato da politiche di sfruttamento indiscriminato. Se al Mit
lavorano per ideare piante da illuminazione, la squadra capitanata da Wulff,
puntando sulla velocità della coltivazione, ha in mente piante dalle
performance eccezionali, capaci di raccolte annuali da record. Rimane il
problema della siccità come effetto del cambiamento climatico che va affrontata
con politiche decise e studi specifici, ma, considerando
che, secondo uno studio del 2005 pubblicato sul Journal of Agricultural
Science, un quarto delle colture chiave viene perso per agenti patogeni, virus
e parassiti, tecniche come questa possono contribuire a mitigare le perdite.
Fonte: La Repubblica.it
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