Arrivano i Giorni della Merla (per la tradizione sono i 3
giorni più freddi dell’anno) e la Candelora: ecco i proverbi più noti.
Tanti sono i proverbi che la tradizione popolare lega
all’inverno. Ricordiamo che stanno per arrivare i ben noti Giorni della Merla
(29, 30, 31 gennaio): per la tradizione popolare sarebbero considerati proprio
questi i tre giorni più freddi dell’anno. L’origine della locuzione non è però
ben chiara. Sebastiano Pauli (Modi di dire toscani ricercati nella loro
origine; p. 341- Venezia, appresso Simone Occhi MDCCXL, 1740) espone due
ipotesi:
«“I giorni della Merla” in significazione di giorni
freddissimi. L’origine del quel dettato dicon esser questo: dovendosi far
passare oltre Po un Cannone di prima portata, nomato la Merla, s’aspettò
l’occasione di questi giorni: ne’ quali, essendo il Fiume tutto gelato, poté
quella macchina esser tratta sopra di quello, che sostenendola diè il comodo di
farla giugnere all’altra riva. Altri altrimenti contano: esservi stato, cioè un
tempo fa, una Nobile Signora di Caravaggio, nominata de Merli, la quale dovendo
traghettare il Po per andare a Marito, non lo poté fare se non in questi
giorni, ne’ quali passò sovra il fiume gelato.»
Secondo la versione più conosciuta ed elaborata della
leggenda, “una merla, con uno splendido candido piumaggio, era regolarmente
strapazzata da gennaio, mese freddo e ombroso, che si divertiva ad aspettare
che lei uscisse dal nido in cerca di cibo, per gettare sulla terra freddo e
gelo. Stanca delle continue persecuzioni, la merla un anno decise di fare
provviste sufficienti per un mese, e si rinchiuse nella sua tana, al riparo,
per tutto il mese di Gennaio, che allora aveva solo ventotto giorni. L’ultimo
giorno del mese, la merla, pensando di aver ingannato il cattivo Gennaio, uscì
dal nascondiglio e si mise a cantare per sbeffeggiarlo. Gennaio se ne risentì
così tanto che chiese in prestito tre giorni a febbraio e si scatenò con bufere
di neve, vento, gelo e pioggia. La merla si rifugiò alla chetichella in un
camino e lì restò al riparo per tre giorni. Quando la merla uscì, era sì salva,
ma il suo bel piumaggio si era annerito a causa del fumo, e così essa rimase
per sempre con le piume nere”.
Anche in questo caso dietro la leggenda c’è sempre un fondo
di verità: infatti, nel calendario romano, il mese di gennaio aveva solo
ventinove giorni, che probabilmente, con il passare degli anni e della
trasmissione orale, si tramutarono in trentuno.
“Quando vien la Candelora, de l’inverno semo fora; ma se
piove o tira il vento, de l’inverno semo dentro”. È questo il noto detto
popolare riferito invece al rituale della Candelora, introdotto dal patriarca
di Roma Gelasio intorno all’anno 474 d.C., in sostituzione della cerimonia
pagana dei Lupercali, dalla quale ha conservato qualche ispirazione
procedurale. Questo proverbio sta ad indicare che se il giorno della Candelora
(il 2 febbraio) si avrà bel tempo, si dovranno aspettare ancora diverse
settimane perché l’inverno finisca e giunga la primavera; viceversa se lo
stesso giorno sarà brutto tempo, allora la bella stagione è ormai vicina.
Numerose sono le varianti dialettali del proverbio, alcune
anche molte diverse tra loro, ma tutte accomunate dal medesimo fine: descrivere
un momento cruciale dell’inverno, quando sono possibili sia forti ondate di
gelo e neve, sia anticipi, anche duraturi, della bella stagione; d’altronde,
come recita un altro detto popolare del Basso Lazio: “Febbràr, gliù sol rà ogn
vàr” (Febbraio, il sole entra da ogni spiraglio).
A cura di Filomena Fotia
Fonte: Meteo Web
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