Un sito specializzato riporta l’articolo della Commissione
Europea “Proteggere la salute e la sicurezza dei lavoratori nei settori
dell’agricoltura, dell’allevamento, dell’orticoltura e della silvicoltura”.
Leggendo l’articolo, ho trovato due punti importanti:
° I familiari possono collaborare volontariamente o su
richiesta; tuttavia, quando affidate loro un compito dovreste tenere sempre a
mente le loro competenze al riguardo, perché potrebbero non avere la formazione
necessaria ed essere pertanto più a rischio.
° Il lavoro minorile non è ammesso. Se i figli
dell’agricoltore aiutano i genitori nell’esecuzione di compiti, occorre
valutare i pericoli e i rischi connessi, se opportuno spiegandoli e in ogni
caso tenendoli sotto controllo, affinché i minori non siano esposti a rischi
inaccettabili
Per quanto concerne il ricorso a manodopera “di famiglia”,
ci si deve attenere alle disposizioni dettate all’art. 21 D.Lgs. n. 81/08, tra
le quali mettere a disposizioni attrezzature conformi e fornire i DPI. Per i
soggetti suddetti vi è la facoltà di beneficiare della sorveglianza sanitaria
(fermo restando obblighi di normative speciali) e di partecipare a corsi di
formazione (fermo restando obblighi di normative speciali). Personalmente
ritengo opportuno che i “familiari” impiegati nelle aziende agricole, adibiti a
mansioni particolarmente pericolose, come i trattamenti con i fitosanitari,
siano comunque sottoposti a sorveglianza sanitaria oltre che ad “adeguata e
sufficiente” formazione. I “familiari” adibiti alla guida della trattrice
agricola devono ricevere comunque formazione ed addestramento, così come
previsto all’All. VIII dell’Accordo Stato-Regioni del 22/02/2012. Se da una
parte è vero che nel “coadiuvo familiare” non si riscontra un rapporto di sud
ordinazione (viene meno il rapporto datore di lavoro-dipendente), è ovvio anche
che il datore di lavoro (padre di famiglia) non voglia mandare allo sbaraglio
il proprio figlio all’interno dell’azienda agricola.
Spesso si assiste alla presenza in azienda agricola dei
figli minorenni del titolare impegnati nell’esecuzione di alcune lavorazioni
(con tanto di orgoglio paterno). Da un punto di vista “romantico” è bellissimo
assistere ad una sorta di “eredità” e di tradizione che viene tramandata di
padre in figlio. Tuttavia non ci si deve dimenticare dei rischi, poiché una
“Cultura della Sicurezza” si trasmette fin dai minori, facendo comprendere loro
che va benissimo intraprendere le orme paterne, ma farlo con coscienza.
Ultimamente è accaduto un gravissimo episodio, seppur non riguardante il
Settore Agricolo: la morte del figlio del titolare di un’azienda, nel
bresciano, schiacciato da un tornio, installato proprio nell'azienda di
famiglia
Ing. Giuseppe Cacucci
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