L’incontro con gli autori nella sede degli Agricoltori
Italiani per raccontare il Paese dall’esodo rurale al ritorno alla campagna.
L’Italia deve molto ai contadini e all’agricoltura. La
qualità dei cibi, la bellezza del paesaggio, un diffuso patrimonio territoriale
che ha generato valori economici e culturali. A raccontarla, ripercorrendo la
storia del nostro Paese a partire dagli anni Cinquanta, è “Italia contadina”
(Aracne editrice), il libro di Rossano Pazzagli e Gabriella Bonini
sponsorizzato da Cia-Agricoltori Italiani, che l’ha presentato a Roma in un
incontro con gli autori nella sua sede nazionale.
Un lavoro che parte dall’analisi di quanto accadde dalla
metà del Novecento con l’esodo rurale e i cambiamenti del paesaggio, che sono
stati i segni più eloquenti di una grande trasformazione che ha privilegiato
l’industria e la città, spezzando i legami con il territorio e marginalizzando
il mondo rurale. Specialmente le aree interne, il lavoro e le imprese contadine
hanno pagato un prezzo altissimo al boom economico. Oggi, nell’orizzonte della
crisi strutturale del modello di sviluppo, è venuto il tempo di riannodare i
fili con la storia rurale del Paese, di riprendere la strada della campagna.
Il volume propone una sintesi del declino del settore agricolo
e apre uno squarcio di luce sulle possibilità di rinascita del mondo rurale,
tra abbandoni e ritorni. È l’invito a un nuovo protagonismo e a una ritrovata
dignità dell’Italia contadina e, quindi, degli imprenditori agricoli.
“L’opera di Pazzagli e Bonini ha, tra gli altri, il grande
merito di fare chiarezza sulla vicenda agricola italiana e sull’evoluzione
anche demografica del Paese, che si intreccia con la sua storia -ha detto il
presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani Dino Scanavino-. Un libro
essenziale, la cui lettura andrà promossa presso i giovani, per ottenere una
conoscenza più diffusa del passato e delle future potenzialità di un settore
vitale per la tenuta socio-economica del Paese. Un comparto che necessita di un
ricambio generazione per garantire il presidio del territorio e delle aree
interne, favorendo occasioni di sviluppo”.
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