Oliato o no, l’ingranaggio ha ripreso a muoversi. Ieri al
ministero delle Politiche agricole c’è stata la prima riunione dell’era
Centinaio (o forse dovremmo dire Pesce, visto che è il sottosegretario ad avere
la delega all’ortofrutta) per pianificare la futura politica ortofrutticola
nazionale. Catasto, barriere fitosanitarie, export e apertura di nuovi mercati
extra-Ue sono le priorità ripetute da un coro di voci in rappresentanza di una
pletora di sigle di tutta la filiera, dalla produzione alla distribuzione.
“Vogliamo raccogliere tutti gli elementi che possono
rafforzare il settore non in un momento di crisi, ma quando è possibile avviare
una pianificazione strategica - ha detto Alessandra Pesce - Parliamo di un
comparto che vale 11,6 miliardi e a cui è dedicata una specifica Organizzazione
comune di mercato. Pertanto, dobbiamo lavorare per aumentare il livello di
coesione all’interno della filiera e l’aggregazione dell’offerta, aumentando così
la nostra propensione all’export. Per raggiungere questi obiettivi è necessario
il contributo di tutti gli operatori, con una visione d’insieme”.
“Inutile dire che ci aspettiamo molto - ha esordito Vincenzo
Falconi, direttore di Italia Ortofrutta Unione nazionale - Ora c’è la necessità
di fare scelte strategiche e veloci, perché dobbiamo dare una regia politica e
di sviluppo al settore. Ed è importante gettare le basi di una strategia
nazionale, con un maggiore ruolo di coordinamento del Mipaaf”.
Dopo di lui, Davide Vernocchi, coordinatore Ortofrutta
dell’Alleanza cooperative agroalimentari, ha ribadito l’importanza di
interventi condivisi tra pubblico e privato per l’agognato catasto
(indispensabile per la programmazione e la pianificazione delle produzioni), le
barriere fitosanitarie e la razionalizzazione dei controlli.
Temi ripresi anche da Marco Salvi, presidente di Fruitimprese,
che ha ricordato come l’esportazione ortofrutticola italiana valga 5 miliardi
di euro. “Certo – ha aggiunto – la Spagna ne fa quasi 13 e anche Olanda e
Francia sono davanti a noi. E’ fondamentale, quindi, avere un riferimento
nazionale con cui confrontarsi per avviare accordi bilaterali e le aperture di
nuovi mercati di sbocco in grado di ricevere le eccellenze italiane”.
Lorena D’Annunzio, dirigente di Unaproa, ha parlato di
sviluppo e, con il sostegno del ministero, di qualificazione del sistema
associativo. Poi, di armonizzazione delle regole, inquadramento fiscale delle
Op e biodiversità.
Fabio Massimo Pallottini, presidente di Italmercati, ha
chiesto di non sottovalutare il ruolo dei mercati, perché strategici per i
consumi di frutta e verdura “soprattutto per le potenzialità. La politica
dovrebbe essere più attenta alle richieste e insicurezze del consumatore. Anche
sul fronte prezzi”. Mentre Valentino Di Pisa, presidente di Fedagro Mercati, ha
fatto esplicito riferimento agli “aspetti logistici, basilari in un’ottica di
consumi interni dei prodotti freschi”.
Insomma, il primo giro di quella che il capo dipartimento
Giuseppe Blasi ha definito “un’arena da cui organizzare il Tavolo” è stato
piuttosto semplice, visto che la lettura delle criticità del settore trova
quasi tutti d’accordo. Le cose probabilmente si complicheranno quando andranno
individuate le soluzioni.
Entro dieci giorni il ministero, coinvolgendo le Regioni,
manderà alla filiera una sintesi con una o due priorità da aggredire subito, in
modo da predisporre la proposta tecnica del tavolo e avviare l’iter per il
decreto. Ma “la prossima riunione è prevista entro due mesi”, ha concluso
Blasi.
Fonte: Italiafruit News
Autore: Raffaella Quadretti
Nessun commento:
Posta un commento