La riforma della Pac e, in particolare, il futuro delle aree
rurali e delle produzioni di qualità europee. Questi i temi al centro del
Consiglio informale dei ministri Ue dell’Agricoltura che si è tenuto in Austria
a Schloss Hot.
Più in dettaglio, è stata rilevata l’importanza delle zone
rurali nel fornire servizi essenziali e sulle azioni da intraprendere per
salvaguardare e sviluppare la loro vitalità e le produzioni agroalimentari. Su
questi argomenti le delegazioni sono state chiamate a esprimere il proprio
parere.
La Pac, ha detto il sottosegretario alle Politiche agricole,
alimentari, forestali e del turismo Alessandra Pesce, “deve tornare al centro
dell’attenzione politica per tutelare il reddito degli agricoltori e soddisfare
i bisogni dei cittadini. Occorre compiere scelte coraggiose sulle risorse da
assegnare e nell'avvio di un deciso processo di semplificazione”. Rispondendo
ai quesiti della Presidenza, il sottosegretario Pesce ha ricordato che la
fragilità di molti territori e l’esodo dalle aree rurali più remote rappresenta
ancora un problema: “Non possiamo lasciare solo agli strumenti del secondo
pilastro il compito di rilanciare lo sviluppo di questi territori. Come governo
italiano, ad esempio, pensiamo alla possibilità di prevedere un pagamento
specifico del primo pilastro da destinare alle aree rurali più fragili e dove
sono maggiori i vincoli ambientali, come nelle zone della Rete Natura 2000,
dove l’attività agricola è cruciale. Un sostegno alle aree rurali dovrà essere
assicurato anche dalle altre politiche europee per garantire adeguati servizi e
sfruttare al meglio le opportunità di sviluppo turistico alla riscoperta dei
borghi rurali”.
Sul fronte della qualità, ha aggiunto la rappresentante del
Mipaaft, “il consumatore oggi è più consapevole e vuole essere informato, ma le
attuali regole comunitarie non lo consentono sempre. Senza tralasciare
l'importanza delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche,
che rappresentano la punta di diamante del nostro modello agroalimentare,
dobbiamo far capire ai cittadini europei che possono contare su un insieme di
regole e un sistema di controlli che offrono garanzie superiori a quelli dei
principali competitor internazionali. Eppure un modello di questo tipo non è
percepito e non può essere comunicato a causa della mancata armonizzazione
delle norme sull’indicazione dell’origine delle materie prime. Questo è un nodo
fondamentale sul quale, come Italia, insisteremo. Perché -ha concluso il
sottosegretario Pesce- la Pac deve essere davvero una politica al servizio
delle imprese agricole ma anche dei consumatori, a cui il mondo agricolo deve
saper rivolgersi in modo diverso rispetto al passato. Solo così saprà essere
all’altezza delle sfide che abbiamo davanti e delle reali esigenze degli
agricoltori e della società”.
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