“In agricoltura le donne sono il perno delle aziende a
conduzione familiare, che rappresentano il 76% di tutte le aziende agricole
europee e hanno il merito di contribuire a mantenere una popolazione attiva e
dinamica evitandone lo spopolamento. Sono davvero tantissime in tutta Europa le
donne che producono e trasformano gli alimenti della terra e che spesso
promuovono attività supplementari che andando oltre la produzione agricola,
apportano un importante valore aggiunto alla vita economica e sociale delle
aree rurali”. Lo ha detto Pina Terenzi, intervenuta oggi in rappresentanza di
Agrinsieme, all’iniziativa La ripresa è donna, svoltasi oggi a Roma a Palazzo
Montecitorio, un evento che -ha detto Terenzi- “ha il grande merito di guardare
ancora una volta alle donne come motore della ripresa e della crescita del
nostro paese e mira a incentivare il lavoro e l'imprenditoria femminile”.
Agrinsieme ha espresso apprezzamento per l’inserimento nella
Legge di Stabilità dell’art. 47 che istituisce i “Distretti del cibo” con lo
scopo di “promuovere lo sviluppo territoriale, la coesione e l’inclusione
sociale (…) e salvaguardare il territorio e il paesaggio rurale attraverso le
attività agricole e agroalimentari”. Contestualmente, in linea con l’importanza
che viene attribuita alla valorizzazione del lavoro delle donne nelle aree
rurali, Agrinsieme ha richiesto oggi alla Presidente Boldrini di inserire una
norma specifica che preveda forme di priorità di accesso e di partecipazione ai
Distretti lì dove siano presenti imprese agricole o cooperative gestite da
donne e laddove comunque la presenza femminile sia determinante a configurare
produzione agricola e servizi connessi. “Riteniamo infatti -ha spiegato
Terenzi- che tale misura possa costituire un passaggio di grande progresso nel
costruire uno spazio rurale sostenibile e una produzione alimentare sana ed
adeguata alle necessità di una società moderna e con lo sguardo rivolto al
futuro”.
Nell’ambito dei distretti del cibo, Agrinsieme auspica
possano crescere e svilupparsi nuove forme di imprenditoria femminile in grado
di rispondere ai fabbisogni specifici a livello territoriale, anche attraverso
la nascita di cooperative in cui siano impiegate donne provenienti da altri
paesi, al fine di una maggiore integrazione sociale e culturale.
Secondo i dati Crea le imprenditrici agricole italiane sono
circa 500mila, un dato sicuramente sottostimato dal momento che il Censimento
agricolo non rileva le coniugi coadiuvanti (stimate in circa 431mila). Il
confronto degli ultimi Censimenti, inoltre, evidenzia che le aziende al
femminile hanno tenuto meglio la crisi calando dell’1%, mentre quelle maschili
subivano un calo del 9%. Le aziende agricole femminili hanno inoltre sofferto
una pari riduzione (37%) nel numero di imprese tra il 2000 e il 2010 mentre
hanno progressivamente aumentato il loro peso percentuale dal 26% del ’90 al
31% del 2010.
***
Agrinsieme è costituita dalle organizzazioni professionali
Cia, Confagricoltura, Copagri e dalle centrali cooperative
Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, a loro volta
riunite nella sigla Alleanza Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare. Il
coordinamento Agrinsieme rappresenta oltre i 2/3 delle aziende agricole
italiane, il 60% del valore della produzione agricola e della superficie
nazionale coltivata, oltre 800mila persone occupate nelle imprese
rappresentate.
Nessun commento:
Posta un commento