Nel 2016 il valore della produzione agricola dell’Unione
europea si è attestato a 405 miliardi di euro, segnando una flessione del 2,8%
rispetto all’anno precedente.
È quanto risulta dai dati diffusi dall’Eurostat (l’ufficio
statistico dell’UE), che evidenziano come il decremento sia ascrivibile a una
diminuzione di valore che ha interessato tanto il comparto vegetale quanto, in
misura più marcata, quello zootecnico. Quest’ultimo ha visto una flessione del
3,8%, dovuta principalmente a una riduzione dei prezzi del 4,9%, parzialmente
compensata da un incremento in volume dell’1,7%.
È invece del 2,5% la riduzione in valore delle colture,
sulla quale ha pesato soprattutto la diminuzione del 13,5% dei cereali, solo in
parte bilanciata dall’aumento del 23,5% delle patate, del 4,5% delle colture
foraggere e del 2,7% di quelle industriali.
Con 70,3 miliardi di euro (pari al 17% del totale UE), nel
2016 la Francia ha avuto il più alto rendimento agricolo complessivo tra gli
Stati membri. A seguire l’Italia (53,4 miliardi di euro, pari al 13%), la
Germania (52,9 miliardi, 13%), la Spagna (46,8 miliardi, 12%), il Regno Unito
(27,9 miliardi, 7%), i Paesi Bassi (27 miliardi, 7%), la Polonia (22,4 miliardi
di euro, 6%) e la Romania (15,4 miliardi, 4%).
In termini relativi, il valore della produzione agricola ha
mostrato andamenti contrastanti nei Paesi dell’area comunitaria. La crescita
percentuale più alta si è registrata in Slovacchia, con un +10,7%, seguita da
Polonia (+4,6%), Ungheria (+4,1%), Repubblica Ceca (+3,5%) e Croazia (+3,4%).
Le riduzioni di maggiore entità si sono invece osservate in Estonia (-19,8%),
Lettonia (-8,3%), Francia (-6,5%), Danimarca (-5,4%) e Slovenia (-5,2%).
(© Osservatorio AGR)
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