Critica l’Organizzazione degli imprenditori agricoli sul
provvedimento approvato oggi dal Consiglio europeo che allarga le maglie per un
settore in cui l’Italia è leader
Confagricoltura ha accolto con estrema insoddisfazione
l’approvazione, avvenuta oggi a Bruxelles da parte del Consiglio europeo, del
nuovo Regolamento sull’agricoltura biologica. “Le nuove disposizioni che
l’Europa sta mettendo a punto – ha commentato il presidente della Federazione
nazionale di prodotto agricoltura biologica Paolo Parisini - non sono
assolutamente in linea con i livelli e gli standard di qualità che sono
applicati da anni nel nostro Paese, che è al primo posto in Europa per
estensione e al secondo per produzione, e rischiano di mettere in seria crisi
la produzione biologica italiana”.
Il rischio, a parere di Confagricoltura, è che venga
adottato in tutta Europa un sistema di regole che, sotto la spinta delle
pressioni provenienti dai Paesi del Nord Europa, renderà di fatto meno
stringenti le regole di produzione degli alimenti biologici. Tra i punti più
critici, l’assenza di una armonizzazione tra i vari stati membri sulle soglie
di contaminazione da sostanze non autorizzate dei prodotti biologici e la
possibilità di commercializzare prodotto biologico, anche se contaminato da
pesticidi accidentalmente; oltre all’introduzione di una deroga fino al 2030
(un periodo considerato troppo lungo), per le produzioni biologiche in serra in
alcuni paesi del nord Europa (Finlandia, Svezia e Danimarca). C’è poi il punto
relativo alle sementi biologiche, dove ancora una volta sono state previste
ampie deroghe per consentire fino al 2035 l’utilizzo di sementi convenzionali.
Confagricoltura ritiene che la produzione biologica non
possa che partire da semi biologici. A tal riguardo è stato sicuramente
lodevole che il nostro Paese, anticipando la Commissione, si sia già dotato di
una banca dati nazionale con un apposito decreto del Mipaaf del 24 febbraio
scorso, al fine di ridurre le richieste di deroghe e di monitorare la
disponibilità di sementi biologiche in Italia.
Molte perplessità vengono espresse, infine, anche sulle
importazioni di prodotti biologici provenienti dai Paesi extra Ue. “Vogliamo -
ha continuato Parisini - che venga garantita equità con le condizioni e gli
standard qualitativi che i produttori UE sono tenuti a rispettare. La serie di
deroghe legate agli accordi commerciali con i Paesi extra Ue previste dal
Regolamento, che prevedono l’equivalenza, non vanno, invece, in questa
direzione.”
In conclusione, Confagricoltura ritiene che il comparto
biologico, in forte espansione in Italia come in molti altri Paesi europei,
abbia bisogno di una maggiore tutela, sia nei controlli, sia nelle regole di
produzione. Per questo auspica che la Commissione Agricoltura e il Parlamento
europeo esprimano la loro posizione contraria nella votazione del prossimo
dicembre.
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