A che servono le organizzazioni agricole oggi? Se tutto
cambia, in cosa stanno cambiano le organizzazioni? Il futuro della
rappresentanza agricola è nella creazione di un network dei valori. Il ruolo
delle organizzazioni e dei modelli di rappresentanza è stato messo a dura
prova. È necessario un onesto esercizio di autocritica. Servono organizzazioni
che mettano competenze di alto livello a servizio degli associati.
Con il presidente nazionale della Cia - agricoltori
italiani, Dino Scanavino, abbiamo il piacere di iniziare un dibattito che
contiamo sia di alto profilo, in grado di indicare un nuovo percorso per le
organizzazioni agricole, alla luce dei rapidi cambiamenti in atto nell’ambito
del tessuto sociale e imprenditoriale, nonché sul fronte dei mercati e dei
consumi, in un quadro di geopolitica internazionale che sollecita sempre nuove
dinamiche. (Luigi Caricato)
Il cambiamento dei modelli organizzativi della
rappresentanza nella società e le difficoltà nell’interpretare i bisogni e
nell’individuare le risposte, sono stati elementi e fattori che hanno messo a
dura prova le organizzazioni professionali. L’evoluzione socio-economica che ha
caratterizzato gli ultimi vent'anni dell’Italia è stata disorientante, facendo
perdere riferimenti e confini. Come se si fosse persa la bussola, che avrebbe
dovuto indicare la strada da percorrere.
Le Associazioni, per varie ragioni, non sono riuscite ad
affrontare le sfide del cambiamento e del rinnovamento, rallentando i processi
di razionalizzazione e semplificazione della loro architettura organizzativa,
non sostituendo prassi e comportamenti ormai obsoleti, finendo con il perdere
la loro identità e le loro caratteristiche distintive.
Il ruolo delle organizzazioni e dei modelli di
rappresentanza è stato messo a dura prova dalla crisi, la quale non ha
risparmiato alcun settore. Sulla vicenda agricola, tra l’altro, è andato in
scena, più volte, il paradosso per cui chi aveva responsabilità di Governo, ed
era in difetto rispetto agli interessi degli agricoltori, si è trovato a
manifestare in piazza a fianco dei produttori: in pratica, protestava contro se
stesso. In tale contesto, quasi schizofrenico, tra le attività economiche,
l’agricoltura, il mestiere più tradizionale come viene considerato, è invece
quella che più di ogni altra richiede soluzioni innovative e capaci di produrre
risultati veloci e quantificabili dalle imprese rappresentate. Questo anche
perché il comparto si deve quotidianamente confrontare con tematiche e ambiti
di portata collettiva. In ballo ci sono questioni di grande interesse.
Il ragionamento illustrato ci impone una riflessione per il
futuro, che passa in primo luogo attraverso una maggiore reattività e
specializzazione delle organizzazioni di categoria nel rispondere alle istanze
del mondo che intende rappresentare. E’ il momento del pragmatismo, puntando
sulla ricerca di servizi e soluzioni innovativi da offrire ad aziende e
cittadini. Oggi deve essere netta la demarcazione tra il ruolo della
rappresentanza imprenditoriale agricola e quella di prodotto, sono passaggi non
più rinviabili.
A tutto ciò, dovrà affiancarsi un processo di apertura verso
nuove forme di collaborazioni e legami. Creando un vero “network dei valori”,
attivando sinergie a 360 gradi, a vantaggio degli imprenditori agricoli e delle
loro produzioni e dei consumatori, in una rete nella quale racchiudere tutti
gli attori.
Se da un lato il modello di rappresentanza che si auspica di
poter costruire per il futuro dovrà essere specializzato e competente, di pari
passo dovrà essere in grado di interloquire con ambiti più reali: economici,
produttivi, sociali e politici. Dovrà saper sviluppare rapporti innovativi con
organizzazioni che rappresentano la società nel suo insieme e, in quest’ambito,
individuare interlocutori, a partire dal mondo del consumo, per la nascita di
relazioni organiche e stabili. Noi, dal canto nostro, pur non sottraendoci da
un onesto esercizio di autocritica, perché avremmo potuto dare di più e meglio
alcune cose, rivendichiamo però con forza di aver rispettato sempre la nostra
mission, negli interessi del settore e dei suoi protagonisti. La nostra
identità è chiara, così come gli interlocutori a cui ci dobbiamo rivolgere.
Fonte: OlioOfficina
Autore: Dino Scavino – Luigi Caricato
Nessun commento:
Posta un commento