L’Unione europea ha approvato il rinnovo per cinque anni
dell’autorizzazione all’utilizzo del glifosato. La proposta della Commissione
ha ottenuto la maggioranza qualificata necessaria, dopo che 18 Paesi hanno
votato a favore, 9 contro e uno si è astenuto.
Il voto sul rinnovo dell’autorizzazione della licenza del
controverso erbicida è avvenuto il 27 novembre nel Comitato d’appello, l’organo
che riunisce i rappresentanti degli Stati membri a livello ministeriale.
Si sono espressi a favore: Germania, Bulgaria, Repubblica
Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Ungheria, Irlanda, Lettonia, Lituania,
Olanda, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Svezia, Spagna e Regno Unito.
Hanno invece votato contro: Italia, Francia, Belgio, Grecia, Ungheria, Cipro,
Malta, Lussemburgo e Lettonia. Unico astenuto, il Portogallo.
A spostare gli equilibri rispetto alla riunione del 9
novembre scorso, che non aveva espresso una maggioranza qualificata a sostegno
o contro la proposta, è stato il voto favorevole di Germania, Romania, Bulgaria
e Polonia, Paesi che in precedenza si erano astenuti per ragioni di segno
opposto.
Romania, Bulgaria e Polonia, infatti, ritenevano
insufficiente un’autorizzazione della durata di cinque anni; la Germania,
invece, chiedeva che l’attuale licenza fosse prorogata per tre anni.
Soddisfazione per l’accordo raggiunto è stata espressa dalla
Commissione europea, che inizialmente aveva proposto un rinnovo
dell’autorizzazione per dieci anni.
La questione glifosato ha in realtà evidenziato profonde
divisioni tra le istituzioni dell’UE, riproducendo, ancora una volta, la
contrapposizione tra Consiglio e Parlamento, il primo favorevole all’utilizzo
del prodotto, il secondo per la messa al bando nell’arco di tre anni.
Ma la divisione, prima ancora che sul piano politico, è
avvenuta su quello scientifico: da un lato l’Agenzia internazionale per la
ricerca sul cancro (IARC), che ha dichiarato il glifosato probabilmente
cancerogeno, dall’altro le Agenzie europee per la sicurezza alimentare (EFSA) e
per le sostanze chimiche (ECHA) che non hanno riscontrato rischi per la salute
umana connessi all’utilizzo dell’erbicida.
In Italia, comunque, per effetto del decreto del Ministero
della salute in vigore dal 12 agosto 2016, vige il divieto di uso del glifosato
nelle aree frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili, quali parchi,
giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili e
aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie. Il divieto
vale anche nelle aree rurali, per la fase di pre-raccolto, quando il
trattamento sia effettuato al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la
trebbiatura.
(© Osservatorio AGR)
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