Far avanzare la conoscenza scientifica sulla canapa per
sfruttarne la versatilità per costruire materiali 'verdi' e alternative
sostenibili alle fibre sintetiche. Questa è la filosofia del progetto
Multihemp, finanziato dall'Ue e coordinato da Stefano Amaducci, docente
all'Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano, che ha partecipato alla
infoweek del programma Horizon 2020, terminata venerdì 17 novembre a Bruxelles.
"Il progetto è iniziato nel 2012, si è concluso lo scorso aprile -racconta
Amaducci- e ha raggiunto risultati tangibili". Come innovativi materiali
da costruzione a base biologica, tra cui un sistema di isolamento prodotto dal
partner del progetto Ventimola. O i pannelli in fibra e i muri a base di canapa
sviluppati dall'azienda italiana Cmf Technology di Modena. L'industria moderna
della canapa, coltivata su 33mila ettari nell'Ue, è in pieno sviluppo. "La
bioedilizia copre ormai il 16% dell'uso del canapulo, che è il residuo
dell'estrazione della fibra", prosegue Amaducci, mentre "il recupero
degli scarti di trebbiatura vengono sempre più impiegati nell'industria
farmaceutica e cosmetica". La frontiera sono i biocompositi, materiali
formati da resine e rinforzati da fibre naturali, per materiali di costruzione
di automobili o scooter.
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