Un buon ortista dovrebbe conoscere la classificazione di
quelle principali per poter scegliere al meglio come coltivarle.
Tutti gli organismi viventi hanno nome e cognome.
Nell’indicazione latina della specie è consuetudine scrivere il nome generico
seguito da quello specifico. Così, ad esempio, il pomodoro in realtà si chiama
Solanum lycopersicum. Nell’indicazione del genere (Solanum nel caso del
pomodoro) si evince, ma non è sempre così, anche la famiglia di appartenenza.
Nel nostro esempio parliamo di Solanaceae. Questa famiglia è quella che
racchiude molte specie di piante da bacca: tra quelle commestibili troviamo
pomodoro, peperone, melanzana. Questa distinzione che si ha tra le piante del
nostro orto non è una questione per soli studiosi, ma è fondamentale per capire
e raggruppare le caratteristiche delle principali specie. Ad esempio, le
Leguminose (come lenticchie, piselli e fagioli) sono famose per la loro
capacità di fissare nel terreno l’azoto atmosferico. Così come le Brassicacee
(i cavoli, le rape e i ravanelli) sono caratterizzate nei loro tessuti dalla
presenza di indolo 3 carbinolo, un micronutriente che contribuisce ad aumentare
la produzione di metaboliti estrogenici anti-tumorali. Oppure ancora le
Asteracee (chiamate anche Composite), a cui appartengono le insalate e i
carciofi, sono piante medicinali dalle caratteristiche straordinarie.
Ecco quindi una breve lista delle principali famiglie, con
qualche specie esemplificativa.
Apiacee: carota, finocchio, prezzemolo, sedano.
Asteracee: cicoria, lattuga, indivia, carciofo.
Brassicacee: cavoli, rape e ravanello.
Chenopodiacee: Barbabietola rossa, bieta, spinaci.
Cucurbitacee: melone, zucchina, anguria, zucca e cetriolo.
Leguminose: fave, piselli, fagioli, lenticchie, soia.
Liliacee: aglio, cipolla, scalogno, porro.
Rosacee: fragola e molti alberi da frutto.
Solanacee: pomodori, peperoni, melanzane e patate.
Molte di queste famiglie vanno d’accordo, alcune non possono
vivere insieme. Ma questa è un’altra storia. E ve la racconteremo presto…
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