
La diffusione degli insetti, che non hanno in Italia
antagonisti naturali, è stata favorita da temperature ben al di sopra delle
medie, in un 2018 che si classifica fino ad ora come l’anno più bollente dal
1800 con il mese di settembre che ha fatto registrare temperature superiori
addirittura di ben 1,82 gradi e precipitazioni inferiori del 61% la media
storica di riferimento (1971-2000), sulla base dei dati Isac Cnr relativi ai
primi nove mesi dell’anno.
La lotta in campagna per ora può avvenire solo attraverso
protezioni fisiche come le reti anti insetti a difesa delle colture perché non
è possibile importare insetti antagonisti dalla Cina per motivi sanitari. Se le
cimici provocano vere stragi delle coltivazioni, per l’uomo, oltre al fastidio
provocato dagli sciami che si posano su porte, mura delle case e parabrezza
delle auto, l’unico pericolo è quello di restare vittima del cattivo odore che
gli insetti emanano se schiacciati.
Il nome scientifico è Halyomorpha halys, o cimice marmorata
ed è un insetto originario dall’Asia orientale, in particolare da Taiwan, Cina,
Giappone. Gli studiosi la definiscono una varietà estremamente polifaga che si
nutre di un’ampia varietà di specie coltivate e spontanee. La cimice asiatica
solo l’ultimo dei parassiti alieni che con i cambiamenti climatici hanno invaso
l’Italia, provocando all’agricoltura e alle grandi coltivazioni di soia e di
mais nel nord Italia danni stimabili in oltre un miliardo.
Siamo di fronte ai drammatici effetti dei cambiamenti
climatici che si manifestano con una tendenza al surriscaldamento che si è
accentuata negli ultima anni, ma anche con il moltiplicarsi di eventi estremi,
sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi ed anche l’aumento dell’incidenza
di infezioni fungine e dello sviluppo di insetti che colpiscono l’agricoltura.
Fonte: Coldiretti Giovani Impresa
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