Ecco alcune delle novità inserite nel decreto fiscale
approvato in Consiglio dei ministri lo scorso 20 ottobre
Pace fiscale
Il decreto legge approvato in Consiglio dei Ministri il 20
ottobre scorso prevede diverse novità fiscali. Introdotta – tra le altre – la
definizione e chiusura agevolata, cosiddetta “Pace fiscale”, delle partite
debitorie con il fisco per avvisi di accertamento, PVC (processi verbali di
constatazione), contenzioso tributario (in essere alla data di entrata in
vigore dello stesso D.L.). Prevista inoltre la rottamazione ter delle cartelle
di pagamento relative ai ruoli dal 2000 al 2017, mediante il pagamento del
debito in linea capitale e con azzeramento delle sanzioni ed interessi di mora.
Il pagamento potrà essere effettuato anche attraverso 10
rate semestrali (sostanzialmente 5 anni). Si potranno inoltre sanare quei
contenziosi col fisco prevedendo l’abbattimento del debito, anche nella linea
capitale, nella misura del 50%, se si è risultati vittoriosi in 1° grado. E una
riduzione del debito dell’80%, in presenza di pronuncia favorevole in 2° grado.
Saldo e stralcio delle cartelle
Previsto il “saldo e stralcio” integrale (rottamazione)
delle cartelle di pagamento fino ad un massimo di 1000 euro, relative ai
carichi affidati all’Agente della riscossione tra il 2000 e il 2010, nonché dei
debiti riguardanti i contribuenti, sia persone fisiche che società, in
comprovata situazione di disagio economico, con il pagamento del debito in
linea capitale nella misura del 6%, 15% e 25%, a seconda del grado di
difficoltà economica, oltre che all’abbandono delle sanzioni e degli interessi
di mora.
I criteri riguardanti il grado di disagio saranno stabiliti
successivamente dal Parlamento in sede di conversione del decreto legge.
Dichiarazione integrativa speciale (condono)
Per quanti hanno già presentato la dichiarazione per gli
anni 2013 – 2017 il decreto introduce la possibilità di presentare una
dichiarazione integrativa speciale, vero e proprio condono su cui sono sorte le
polemiche tra Lega e M5stelle, che prevede l’integrazione degli imponibili già
dichiarati relativamente alle imposte sui redditi, IVA, Ritenute, IRAP,
addizionali e contributi previdenziali fino al 30% di quanto già dichiarato
(esclusi da tale possibilità coloro che non hanno presentato le dichiarazioni
in uno dei periodi d’imposta di riferimento) e comunque per un massimo di
100.000 euro di maggior imponibile per tutte le imposte e per ogni periodo
d’imposta, con l’esclusione di qualsivoglia copertura penale (tributaria, riciclaggio,
ecc.) o di scudi fiscali per somme provenienti dall’estero o per attività
finanziarie o immobili detenuti all’estero). Sugli imponibili integrati sarà
dovuta l’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi (IRPEF ed IRES)
dell’IRAP, delle addizionali e dei contributi nella misura del 20%, l’IVA con
l’aliquota media determinata in base alle operazioni effettuate dal
contribuente ovvero con l’aliquota ordinaria del 22% e l’imposta sostitutiva
sulle ritenute sempre del 20%.
Conferma dell’avvio della fatturazione elettronica
Infine previste alcune semplificazioni in materia di
fatturazione elettronica e di invio dei corrispettivi telematici. Da un lato
viene confermato l’obbligo di fatturazione elettronica a partire dal 1 gennaio
2019, dall’altro vengono ridotte le sanzioni per il primo periodo di avvio
(primo semestre 2019). Prevista quindi la possibilità di trasmettere la fattura
elettronica allo SdI (Sistema di interscambio) in tempi più ampi (a regime
entro 10 giorni dal momento di effettuazione dell’operazione) e di annotazione
e registrazione delle fatture d’acquisto, nonché di detrazione dell’IVA. Quanto
ai corrispettivi viene introdotto l’obbligo di memorizzarli e trasmetterli
telematicamente a regime dal 2020 e per gli operatori più grandi dal 1 luglio
2019.
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