Pubblicati i dati sugli infortuni nel SETTORE AGRICOLO, con
riferimento al quadriennio 2011-2015. Un quarto di tutti gli infortuni mortali
registrati hanno riguardato il comparto agricoltura. La maggior parte degli
infortuni (il 93%) è avvenuta presso le micro imprese (da 1 a 9 dipendenti) ed
ha riguardato cittadini italiani (90%), con esperienza pluriennale (84%).
Quest'ultimo dato obbliga ad una riflessione: la superficialità con cui operano
coloro che sono "esperti". Il 28% degli infortuni mortali ha riguardato
i titolari di azienda, il 18,9% i pensionati, mentre il 48,5% dei decessi ha
coinvolto, nel complesso, lavoratori autonomi, soci di cooperative e
coadiuvanti familiari. Per quanto concerne l'età degli infortunati: il 33,8%
erano lavoratori over 65, il 29,2% lavoratori tra 51-65 anni. Le cause degli
infortuni sono riconducibili a: il 57% per schiacciamento, il 25% fratture, il
3,9% lesioni da elettricità, il 3,5% ferite varie. Il 72% degli eventi
incidentali si è verificato durante le fasi di lavoro, mentre il 28% durante le
fasi accessorie, cioè spostamenti da/verso il luogo di lavoro oppure durante la
manutenzione dei mezzi e delle attrezzature. Il 49% dei decessi è avvenuto a
causa del ribaltamento dei mezzi, mentre il 12% per contatto con organi in moto
(trincia, motozappa, albero cardanico, ecc). I tre quarti degli infortuni
mortali sono stati causati dalla guida dei trattori che, nel 45,9% risultavano
collegati ad altre attrezzature (trincia sarmenti, fresa, aratro, ecc), mentre
il 24,5% degli infortuni mortali è avvenuto a causa di carrelli elevatori o
motozappe. Nel 91,8% dei casi, i trattori non erano dotati di dispositivi di
sicurezza (roll-bar, cintura di sicurezza, protezione della presa di potenza,
ecc). L'agricoltura, che è il perno principale dell'economia italiana (lo è
sicuramente al Sud) è in continua evoluzione: conoscenze scientifiche e
tecniche stanno trasformando il comparto in un settore sempre più
all'avanguardia. Il mercato stesso, divenuto sempre più intensivo, richiede
ritmi serrati e metodologie che ormai stanno trasformando il settore in una
sorta di Agricoltura 4.0 (così come per l'industria). Ma l'evoluzione tecnica
va di pari passo con l'aumento dei rischi per la Sicurezza e la Salute dei
lavoratori. Il motivo, a mio parere, è da ricercare nel fatto che le micro
imprese (dove si verificano la maggior parte degli infortuni) non riescono a
tenere il passo: forse perchè si continua ad operare con macchine ed
attrezzature obsolete, pur dovendo garantire la qualità, la quantità e quella
intensività che il mercato richiede. I numeri del rapporto INAIL fanno
riflettere, ma di certo alcune mancanze da parte di altri organi (vedasi il
mancato avvio dei PSR) non favoriscono l'adeguamento del settore ed il
superamento di certe barriere. Da parte loro, i titolari delle aziende agricole
(specialmente le micro imprese) devono imparare ad investire nella Sicurezza,
perchè è dimostrato che i costi per la mancata sicurezza sono elevatissimi e li
paga tutta la nazione.
Ing. Giuseppe Cacucci
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