E' a rischio il patrimonio enogastronomico
dell'Italia, dove si assiste a una decisa tendenza alla tropicalizzazione del
clima con il moltiplicarsi di eventi estremi e una tendenza generale al
surriscaldamento. A dirlo è la Coldiretti, sulla base dei dati Isac Cnr
relativi ai primi nove mesi dell'anno, che evidenziano il 2018 come l'anno più
bollente dal 1800, anno in cui sono iniziate le rilevazioni, e soprattutto,
dopo l'allarme lanciato dal Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico
delle Nazioni Unite (Intergovernmental Panel on Climate Change - IPCC) sul
riscaldamento globale.
"Un fenomeno - afferma Coldiretti in una
nota - che ha cambiato nel tempo la distribuzione delle coltivazioni e le loro
caratteristiche con l'ulivo, tipicamente mediterraneo, che in Italia si è
spostato a ridosso delle Alpi, mentre in Sicilia e in Calabria sono arrivate le
piante di banane, avocado e di altri frutti esotici Made in Italy, mai viste
prima lungo la Penisola".
Il riscaldamento provoca, precisa la
Coldiretti, il cambiamento delle condizioni ambientali tradizionali per la
stagionatura dei salumi, per l'affinamento dei formaggi o l'invecchiamento dei
vini. "Una situazione che di fatto - continua la Coldiretti - mette a
rischio il patrimonio di prodotti tipici Made in Italy che devono le proprie
specifiche caratteristiche essenzialmente o esclusivamente all'ambiente
geografico comprensivo dei fattori umani e proprio alla combinazione di fattori
naturali e umani.
"L'agricoltura - sottolinea il presidente
della Coldiretti Roberto Moncalvo - è l'attività economica che più di tutte le
altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche
il settore più impegnato per contrastarli".
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