Il punto rispetto agli Obiettivi dell'Agenda 2030, nel
workshop degli Agricoltori Italiani con la Società Italiana della Scienza del
Suolo (SISS).
Cia-Agricoltori Italiani chiede con urgenza una legge contro
il consumo di suolo. E’ una sfida che può vedere insieme agricoltori, cittadini
e ambientalisti. Nonostante la ripresa dell’iter parlamentare che ne discute
alla Camera, si rischia, infatti, come in passato -evidenzia Cia- che ne emerga
ancora poca concretezza con la conseguente e continua perdita di altro terreno.
Ripartire da qui per affrontare la crisi climatica è quanto sostenuto da
Cia-Agricoltori Italiani che a Roma all’Auditorium “G. Avolio”, insieme alla
Società Italiana della Scienza del Suolo (SISS) ha fatto il punto della
situazione, promuovendo il workshop dal titolo “Innovazione per la gestione
sostenibile del suolo”.
Tre le sessioni dell’incontro, incentrate su: conoscenza e
condivisione del suolo, per una sua corretta valorizzazione; fertilità e
riciclo degli elementi nutritivi in una visione di circular economy e infine su
innovazione, consulenza e comunicazione quali strumenti chiave per una gestione
sostenibile. A dettare l’agenda, la situazione drammatica che coinvolge anche
l’Italia e vede il pianeta distante dagli obiettivi per uno sviluppo
sostenibile dettati dall’Agenda 2030 dell’Onu. Nel Paese, infatti, secondo
un’analisi Cia dei dati ISPRA, la superficie agricola utilizzata (SAU) si è
ridotta del 33% negli ultimi trenta anni, passando da 15 a poco più che 10
milioni di ettari con pesanti ricadute sulla produzione e sulla
multifunzionalità delle aree rurali, anche a livello paesaggistico, ambientale
e sociale. Abbandono e cementificazione hanno corroso ogni ora negli ultimi
anni, 500 ettari di terreno produttivo. Senza parlare di contaminazione da
industrializzazione, erosione e perdita di biodiversità e fertilità del suolo.
Severa è la posizione
di Cia sulla necessità di arrestare il degrado del paesaggio e sull’urgenza di
un nuovo paradigma per il suolo che orienti la ricerca al rispetto del capitale
naturale e non solo alla massimizzazione della produzione. Una legge per
contrastare il consumo di suolo ed il suo degrado qualitativo, rappresenta un
passaggio non più prorogabile. La legge dovrà sostenere prioritariamente la
salvaguardia della superficie agraria dalla impermeabilizzazione, un bene
comune di enorme valore se immaginiamo che da esso si produce cibo, ma che
dalle sue funzioni dipendono anche le acque, la qualità dell’aria e il clima.
Inoltre, per promuovere concretamente buone pratiche innovative per la gestione
sostenibile del terreno e un diverso approccio nella valorizzazione di questa
essenziale risorsa, Cia-Agricoltori Italiani, insieme con Legambiente, CREA,
ISPRA e diverse amministrazioni, è protagonista del progetto Life4Soil.
“Innovazione e stretta connessione tra ricerca e mondo delle
imprese, anche con adeguati servizi di consulenza e assistenza tecnica -ha
commentato il presidente nazionale Cia, Dino Scanavino- saranno cruciali allo
sviluppo e all’integrazione di nuove tecniche di gestione sostenibili. Tutto
questo -ha concluso Scanavino- deve essere centrale nella nuova Politica
Agricola Comune che considera basilare la consulenza nell’ambito del sistema
della conoscenza. A questo, come a tutti gli altri temi, strettamente legati
alla manutenzione del territorio, Cia dedicherà la sua prossima Assemblea
nazionale, in programma a novembre”.
“La Società Italiana della Scienza del Suolo (SISS) -è
intervenuta Anna Benedetti, presidente SISS- ha sottoscritto un accordo con Cia
per favorire la conoscenza del suolo e sensibilizzare i portatori d’interesse
sull’importanza che riveste il terreno negli equilibri ambientali e per la
salute dell’uomo. A sostegno di ciò -ha concluso Benedetti- abbiamo elaborato
anche un decalogo”.
PER LA TUTELA DEL SUOLO
Nell'ambito dei recenti lavori sull’'Acqua Tour 2018' a
Roma, è stato affermato che "in un cinquantennio, le aree urbanizzate nel
vecchio continente sono praticamente raddoppiate, raggiungendo i 19 milioni di
ettari (cioè una superficie pari a due volte l'Ungheria) ed aumentano in
maniera esponenziale il rischio idrogeologico a fronte anche dei cambiamenti
climatici, che stanno, tra l'altro, 'tropicalizzando' l'area
mediterranea". E’ stato dichiarato che "l'estremizzazione degli
eventi meteo, anche con la perdita di vite umane, dimostra come la road map
verso il consumo di suolo zero, varata dalla UE come obbiettivo per il 2050,
sarà inadeguata alla velocità delle trasformazioni dovute all'innalzamento
medio delle temperature. Per quella data è, infatti, prevista la
cementificazione di ulteriori 3 milioni di ettari, vale a dire una superficie
agricola pari a quella della Pianura Padana, con conseguenti diminuzioni della
capacità di assorbimento idrico dei territori".
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