Ammonta a milioni di euro il conto dei danni all’agricoltura
causati dall’ultima ondata di maltempo che si è abbattuta sulla Penisola tra
coltivazioni distrutte, campi allagati e strade di campagna franate. È quanto
emerge da un primo monitoraggio della Coldiretti sugli effetti degli ultimi
nubifragi che hanno colpito il territorio nazionale dalla Calabria alla Puglia
fino alla Sicilia, con vere e proprie bombe d’acqua e grandine.
In Puglia si segnalano campi sommersi nel Tarantino con
danni alle coltivazioni di ortaggi e di uva da tavola. Allagamenti anche nel
Catanese, che si sommano ai problemi causati dal terremoto.
Si aggrava la situazione in Calabria dove si estendono a
gran parte del territorio regionale gli effetti dei nubifragi e delle
esondazioni con aziende agricole sommerse e isolate per la frana delle strade
interpoderali. Nel Lametino sono andate sott’acqua le coltivazioni di ortaggi
(in particolare le cipolle) e di fiori. Nel Reggino danni agli ortaggi ma anche
agli oliveti nella fascia che va dalla media collina al mare. Inoltre nel
Crotonese le abbondanti piogge hanno sommerso le coltivazioni finocchio appena
messo a dimora.
Interi greggi di pecore sono isolati per l’esondazione dei
fiumi e si teme per la loro sopravvivenza in Sardegna dove le intense piogge
hanno allagato le campagne danneggiando le coltivazioni. Nel campi allagati è
impossibile la semina dei cereali, ma sono andate anche distrutte le
coltivazioni di ortaggi prossime alla raccolta. La situazione è in evoluzione
ed è in atto un monitoraggio capillare del territorio da parte della
Coldiretti. La nuova ondata di maltempo colpisce la Sardegna dopo un mese di
agosto da incubo che è stato il più piovoso da quanto si rilevano i dati (1922)
con diverse bombe d’acqua che hanno interessato soprattutto il centro sud
Sardegna ed in particolare le coste, e la tregua del mese di settembre.
A livello nazionale il maltempo si abbatte sull’Italia dopo
un mese di settembre che ha fatto segnare il 61% in meno di precipitazioni
rispetto alla media storica, con i terreni secchi che amplificano il rischio
idrogeologico, sulla base dei dati Isac Cnr. A preoccupare sono gli effetti
sulle coltivazioni agricole nelle campagne dove è in pieno svolgimento la
vendemmia e si iniziano a raccogliere le olive, dopo che dall’inizio dell’anno
si contano perdite superiori ai 600 milioni di euro a causa degli eventi
estremi. I cambiamenti climatici si abbattono su un territorio già fragile con
la presenza in Italia di 7.275 comuni complessivamente a rischio frane e
alluvioni, il 91,3% del totale, ma la percentuale sale al 100% per Liguria e
Toscana mentre è al 90% per il Piemonte, secondo elaborazioni Coldiretti su
dati Ispra.
Un andamento che conferma i cambiamenti climatici in atto
che si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi con
sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal
sole al maltempo e che dall’inizio dell’anno hanno causato danni per oltre
mezzo miliardo di euro all’agricoltura italiana.
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