Consumatori chiedono garanzia assoluta prodotti bio. Da
piattaforme telematiche e Blockchain opportunità innovative di tracciare
filiera accrescendo reputazione settore.
La tracciabilità è fondamentale per mantenere e accrescere
la reputazione del biologico. I consumatori sono disposti a pagare di più per i
prodotti bio, proprio in virtù della loro garanzia di qualità, salubrità ed
ecosostenibilità. Una garanzia di trasparenza che ora inizia a confrontarsi con
le innovazioni tecnologiche, come la Blockchain. Questo il tema al centro del
seminario “Accrescere la reputazione del biologico: la tracciabilità alla luce
delle nuove frontiere tecnologiche”, organizzato a Roma da Anabio-Cia con
esperti del settore.
Insieme a Gianluca Mazza di FederBio Servizi, Mariano
Guzzetta di Ernest &Young Global, Marco Zanardi di Accredia, Fabrizio Piva
di Ass.O.Cert.Bio e Peppe Ricci di EXE.IT Srl, il presidente di Anabio Federico
Marchini e il presidente di Cia Dino Scanavino hanno discusso dell’applicazione
delle tecnologie smart per rendere più competitivo e resiliente il comparto
biologico, che oggi vale in Italia 3,5 miliardi di euro, interessa 8
consumatori su 10 e coinvolge quasi 76 mila aziende su 2 milioni circa di
ettari coltivati.
I prodotti bio -si è detto nel seminario- hanno il vantaggio
di essere certificati da un organismo terzo in conformità con un’articolata
regolamentazione comunitaria che rende ogni operatore tracciato e
rintracciabile. Perché questa normativa possa essere attuata, è necessario che
ogni Stato membro dell’Ue si doti di una propria piattaforma telematica, bacino
di tutti i dati nazionali e che, a sua volta, confluisca in quella europea.
In attesa che il Governo italiano adotti e renda operativa
la propria piattaforma pubblica, molto probabilmente nelle prossime settimane,
sono state attivate - da FederBio e Ass.O.Cert.Bio. - due sistemi informatici
di tracciabilità integrata per i prodotti biologici.
D’altro canto, proprio questi sistemi telematici
recentemente adottati per la tracciabilità dei prodotti biologici saranno posti
sempre più in stretta relazione con la tecnologia Blockchain, la nuova Internet
delle transazioni -hanno spiegato Anabio e Cia- un’infrastruttura digitale
utile a gestire banche dati in maniera diffusa, senza la presenza di
un’autorità di controllo dei dati e di gestione dei flussi di informazione,
però in grado di garantire la tracciabilità assoluta, ricorrendo al processo di
concatenazione (chain) che porta ogni transazione (block) ad accodarsi alle
precedenti senza permettere retroattivamente alcuna modifica.
“Il settore agroalimentare, e in particolare quello del
biologico, può considerarsi in linea con la tendenza della Blockchain, avendo
già avviato la raccolta dei dati, integrabili lungo tutto il processo produttivo
-ha evidenziato Federico Marchini-. La Blockchain arriva a supportare il mondo
agricolo anche in materia di sicurezza alimentare e tutela il rapporto con i
cittadini-consumatori ai quali è data la possibilità, grazie allo sviluppo di
specifiche funzionalità, di consultare in totale trasparenza tutte le
informazioni raccolte lungo la filiera e relative al prodotto”.
“Fiducia, onestà e condivisione sono alla base della
Blockchain -ha sottolineato Dino Scanavino- e rappresentano valori fondamentali
per l’agricoltura, in primis quella biologica. La nuova Internet delle
transazioni, ma anche del valore, è quindi un’opportunità per il settore
primario, sia a livello locale che globale, per rendersi più tecnologico e
innovativo, con benefici diretti sulla reputazione”.
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