Il contratto di affiancamento tra chi è alle prime armi e
chi ha anni di esperienza, le agevolazioni contributive, gli agriasilo e le
fattorie didattiche.
“Abbiamo bisogno di contadini, di poeti, gente che sa fare
il pane, che ama gli alberi e riconosce il vento”. Parole, quelle del poeta
Franco Arminio, tratte dal suo libro “Cedi la strada agli alberi” che
racchiudono l’esigenza di un’Italia in cui il ritorno alla terra non è più solo
una moda passeggera, ma sta diventando sempre più preponderante nel panorama
economico e sociale.
Ritorno alla terra che coinvolge in particolare i giovani:
il nostro Paese ha infatti 55121 imprese agricole guidate da under 35 e non ha,
in questo, nulla da invidiare all’Europa: siamo ai primi posti per il numero di
giovani impiegati in agricoltura.
"Abbiamo bisogno di contadini, di poeti, gente che sa
fare il pane, che ama gli alberi e riconosce il vento".
A dirlo un’indagine Coldiretti/Ixè che fornisce altri numeri
interessanti: le aziende agricole dei giovani under 35 possiedono una
superficie superiore di oltre il 54% alla media, un fatturato più elevato del
75% della media e il 50% di occupati per azienda in più
Questo probabilmente anche grazie al fatto che la maggior
parte di loro sa usare la tecnologia: web e social media, ma non solo. I
giovani agricoltori viaggiano molto di più di quanto abbiano fatto le
generazioni precedenti e questo li aiuta a inserirsi in nuovi mercati e far
conoscere i loro prodotti in giro per il mondo.
Altro dato interessante è che un imprenditore agricolo su 4
è donna, un numero certo ancora basso, ma che mostra come sia in atto un
piccolo grande cambiamento. Su tutto ciò, poi, influisce anche il fatto che
sono in netta crescita gli studenti in agraria. E a scegliere questo percorso
non solo soltanto coloro che vengono da famiglie agricole, ma anche chi non ha
mai avuto a che fare con la terra.
Un binomio, dunque, quello “giovani – terra” che funziona e
mostra come l’agricoltura sia sempre più un settore strategico e abbia un ruolo
determinante anche dal punto di vista occupazionale.
Fin qui i numeri, ma quali sono le opportunità in concreto
per le giovani imprese agricole? Tra bandi, finanziamenti, agevolazioni e nuovi
business, vediamo cosa l’Italia offre a chi decide di abbandonare un lavoro
d’ufficio e dedicarsi ai campi.
I bandi regionali: Emilia Romagna e Liguria in testa
La Coldiretti segnala che c’è stato un incremento da 37 a 74
milioni per quanto riguarda i finanziamenti. E la conferma arriva dalle regioni
con alcuni bandi lanciati proprio agli inizi del mese di agosto.
A 140 giovani che hanno già avviato un’impresa agricola in
Liguria è destinato il rifinanziamento con 2milioni e 450mila euro del bando
Psr- Piano di sviluppo rurale 2014-2020, rivolto a imprese agricole under 40,
fino a 24 mesi dalla data di insediamento. Obiettivo: supportarle negli
investimenti che riguardano la trasformazione, commercializzazione e sviluppo
dei prodotti agricoli. Scadenza prevista: 31 ottobre 2018.
Sempre regionale è un’altra iniziativa: stavolta siamo in
Emilia Romagna, dove la giunta regionale ha deciso di destinare quasi 34
milioni di euro per sostenere il ricambio generazionale in campagna. Andando
nello specifico: il bando, così come avviene per la Liguria, riguarda non solo
i neofiti, ma anche chi ha un’esperienza fino a 2 anni. I fondi saranno così
suddivisi: 19,6 milioni per soddisfare le esigenze di chi è al primo
insediamento, i restanti per sostenere piani di sviluppo aziendali con
contributo fino al 50% su spese per costruire o ristrutturare immobili a uso
produttivo, l’acquisto di macchinari, ecc. Chi fosse interessato al bando ha
tempo fino al 29 ottobre e può candidarsi sul sito Agrea.
Cosa fa la BCC per le giovani imprese agricole
Oltre ai finanziamenti regionali, anche le BCC vengono in
aiuto ai giovani come nel caso della BCC di Roma che affianca gli imprenditori
agricoli con una serie di soluzioni ad hoc dal nome Prestito Agrario Terrattiva
BCC.
Consiste in finanziamenti destinati alle imprese agricole
iscritte nella sezione speciale del registro delle imprese. Prevista sia
l’anticipazione di contributi a fondo perduto come avviene per i PSR 2014-2020,
che sotto forma di altri contributi. In generale, è possibile ottenere
un’anticipazione fino al 90%.
Sempre dalla BCC Roma viene Terrattiva BCC Evolvo, offerta
di finanziamento a lungo termine, fino a 25 anni, in particolari per i soci di
Roma. Tale tipo di finanziamento può servire per l’acquisto dei terreni,
vigneti, uliveti, ristrutturazione e riconversione di cantine e stalle.
L’importo, peraltro, è cumulabile con altre agevolazioni comunitarie, nazionali
e/o regionali.
Le agevolazioni contributive per i giovani agricoltori
Oltre ai vari bandi, ci sono anche agevolazioni, bonus ed
esoneri contributivi che arrivano dalla Legge Bilancio del 2018. In particolare
riguardano coltivatori diretti e imprenditori agricoli under 40 che avviano
un’attività agricola per la prima volta e si iscrivono alla gestione
previdenziale Inps da qui a fine anno. Questi gli sgravi contributivi previsti
dallo Stato:
• totale per i
primi 2 anni
• pari al 66% per
il quarto anno
• pari al 50% per
il quinto anno
Il contratto di affiancamento per favorire lo scambio tra
generazioni
"il contratto di affiancamento è possibile stipularlo
tra un giovane e un imprenditore agricolo ultra65enne".
Una bella novità, sempre della Legge di Bilancio, è il
contratto di affiancamento che è possibile stipulare tra un giovane tra i 18 e
i 40 anni e un imprenditore agricolo ultra65enne.
Un affiancamento con un tutor (l’imprenditore anziano) che
deve trasferire al più giovane le proprie competenze riguardo ad attività come
la coltivazione del fondo, la selvicoltura, l’allevamento degli animali, ecc.
Il giovane under 40, dal canto suo, deve partecipare
attivamente, anche manualmente, alla gestione dell’impresa del tutor e
apportare innovazioni tecniche e gestionali. Innovazioni che eventualmente
vanno a sommarsi ai miglioramenti fondiari che possono essere previsti dal
piano aziendale che deve essere presentato all’Ismea (Istituto di Servizi per
il Mercato Agricolo e Alimentare) insieme al contratto di affiancamento.
Tale contratto ha una durata libera, ma non superiore ai 3
anni e comporta una ripartizione degli utili di impresa tra il giovane e
l’imprenditore in percentuali che variano tra il 30 e il 50%. Nel contratto può
anche essere previsto il subentro del giovane nella gestione dell’azienda, così
come un diritto di prelazione se l’azienda agricola viene venduta.
Agrinido, agriasilo e fattorie didattiche
"gli agriasilo e gli agrinido sono strutture che
insegnano ai bambini a conoscere l’agricoltura e gli animali".
Non solo bandi e agevolazioni, le opportunità per le giovani
imprese hanno a che fare anche con l’inventiva e la capacità di innovare in
agricoltura creando nuovi servizi.
Conoscete, per esempio, gli agriasilo e gli agrinido? Si
tratta di strutture aperte tutto l’anno simili alle più famose scuole per
l’infanzia, ma che insegnano ai bambini a conoscere l’agricoltura e gli
animali.
Se è vero che qualche iniziativa del genere nasce anche in
zone come il Parco di Trenno, non distanti dunque dalla città (in questo caso
Milano), diventa invece sempre più un’opportunità per chi ha un’impresa
agricola e vuole offrire qualcosa di diverso a chi vive in zona.
Gli agrinido accolgono bambini dai 3 mesi ai 3 anni, mentre
per i più grandi per l’appunto ci sono gli agriasilo.
Qualche esempio? Una agrinido lo trovate in Veneto da Fattoria
casa mia a Ospedaletto di Pescantina (Verona) mentre sia agriasilo che agrinido
è quello della Piemontesina, a Chivasso.
Per le aziende agricole, poi, un’altra opportunità è
rappresentata dal diventare fattoria didattica, ossia affiancare alla
produzione agricola un’area per attività didattiche e formative pronta ad
accogliere scuole, famiglie, gruppi che vogliono conoscere da vicino il mondo
rurale.
Come si legge sul sito Fattoriedidattiche.net, affinché
un’impresa possa avere una fattoria didattica, tra i requisiti che deve avere
c’è l’essere ecocompatibile, accogliente, attrezzata, educativa, con percorsi
didattici attivi e ovviamente sicura.
Quanto alla legge, i regolamenti sono emanati per lo più
dalle regioni, che comunque si muovono all’interno di quanto previsto dallo
Stato con la legge quadro che disciplina l’agriturismo, in quanto la fattoria
didattica viene considerata sempre attività agrituristica. Per saperne di più
vi rimandiamo al sito dell’Istituto Italiano per lo Sviluppo Rurale e
l’Agriturismo.
E se dopo avere letto questo articolo, vi viene voglia di
aprire un’impresa agricola, date un’occhiata a cosa vi consiglia di fare la
Coldiretti.
Autore: Cristina Maccarone
Fonte: Banca Credito
Cooperativo
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