Sostenere l’agricoltura sociale, incoraggiando e
accompagnando lo sviluppo di attività imprenditoriali capaci di coniugare
sostenibilità e innovazione. Questo l’obiettivo di ”Coltiviamo agricoltura
sociale”, il bando indetto da Confagricoltura e Onlus Senior-L’Età della
Saggezza, con Intesa Sanpaolo e la partecipazione attiva della Rete Fattorie
Sociali, in collaborazione con l’Università di Roma Tor Vergata, giunto alla
sua terza edizione.
A Roma nella sede di Confagricoltura sono stati illustrati
gli esiti dei progetti che hanno vinto l’edizione 2017. Tre i premiati: la
cooperativa agricola Giuseppe Garibaldi di Roma, l’azienda agricola Vivaio
Villanova di Foggia e l’azienda agricola sociale Capone di Macerata, che si è
aggiudicata la sezione dedicata alle zone colpite dal terremoto. A ognuno è
andato un assegno di 40 mila euro con il quale è stato realizzato il progetto,
oltre ad una borsa di studio per la frequenza del Master in Agricoltura Sociale
(MAS) che è alla terza edizione presso l’Università di Roma Tor Vergata.
E quest’anno si replica con altri 120 mila euro, messi a
disposizione da Confagricoltura e Onlus Senior-L’Età della Saggezza – ha
sottolineato il suo segretario nazionale Angelo Santori - insieme ai partner,
che premieranno i tre migliori progetti presentati da imprenditori agricoli
singoli o associati e cooperative sociali e che dovranno riguardare minori e
giovani in situazione di disagio, anziani, disabili, immigrati che godono dello
stato di rifugiato e richiedenti asilo.
Oltre al premio in denaro, anche quest’anno saranno
destinate ai vincitori otto borse di studio per partecipare al ‘Master online
in Agricoltura Sociale’ presso l’Università di Roma Tor Vergata, proprio perché
- ha evidenziato il prof. Andrea De Dominicis - si punta molto sulla formazione
per accompagnare le aziende associate nel percorso di acquisizione delle
competenze necessarie per chi si occupa di agricoltura sociale.
I progetti che intendono partecipare al terzo bando dovranno
riguardare minori e giovani in situazione di disagio sociale, anziani,
disabili, immigrati dotati dello stato di rifugiati o richiedenti asilo e
dovranno essere presentati entro il prossimo 15 ottobre. Ulteriori info
www.coltiviamoagricolturasociale.it
“Il Gruppo Intesa Sanpaolo – ha dichiarato il suo direttore
regionale Lazio-Sardegna-Sicilia, Pierluigi Monceri - per tradizione è sempre
stato vicino all’agricoltura in tutte le sue manifestazioni, considerandolo un
settore vitale dell’economia. Guardiamo con interesse alle iniziative agricole nel sociale e le
favoriamo attraverso ‘Banca Prossima’ che è dedicata esclusivamente al mondo
nonprofit; una banca pensata per partecipare alla crescita dell' ‘economia del
bene comune’”.
Il presidente della Rete delle Fattorie Sociali, Marco
Berardo Di Stefano, è stato particolarmente colpito dalla valutazione che i
colleghi irlandesi, incontrati durante un viaggio di studio, hanno dato
sull’agricoltura sociale nel nostro Paese: è “brilliant”. “È vero, quelli
realizzati sono progetti che ‘brillano’ sul territorio – ha detto -. E che
brilleranno ancora di più se si varerà il marchio nazionale con i decreti
attuativi della legge 141/15”.
“L’agricoltura sociale – ha sottolineato il sottosegretario
alle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo, Alessandra Pesce
- è l’emblema di un’agricoltura integra, non sfruttatrice ma generosa, in prima
fila per la collettività”. Quindi ha sottolineato come i decreti attuativi
della legge 141 siano in arrivo.
“L’agricoltura – ha concluso il presidente di
Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – è il contatto tra uomo e natura. E
allora chi meglio dell’agricoltore può dar valore al sociale? È bello fare del
bene, rendersi utile agli altri. L’agricoltura sociale declina i temi
dell’inclusione, dell’aiuto, della vicinanza e della solidarietà”.
In Italia sono quasi 4 mila le realtà rurali che si occupano
di portatori di handicap, rifugiati, detenuti, minori in comunità, anziani,
dando lavoro a più di 35 mila addetti. Da Nord a Sud questo tipo di agricoltura
viene declinata in diversi modi, che rispettano le esigenze sociali e del
territorio, ma tutte con un denominatore comune: coinvolgere le “fasce deboli”
della società all’interno di quanto stabilito dalla legge 141/2015
sull’agricoltura sociale, portando un beneficio reale all’intera società.
Questi i tre progetti che hanno vinto l’edizione 2017.
“Ti p’orto l'orto con l'ape che gira” della Cooperativa G.
Garibaldi, Roma
Il progetto nasce dall’esigenza di chiudere il ciclo
produttivo della Cooperativa Sociale G. Garibaldi, attivando un punto vendita
ambulante, attraverso il quale i giovani adulti con autismo severo della
Cooperativa incontreranno al “mercato” la città, portando i frutti del proprio
orto e se stessi tra la gente. L’Ape che gira diventa così un moltiplicatore di
opportunità di incontro e quindi potenziale strumento abilitativo, oltre che un
modo per sensibilizzare i cittadini sui disturbi dello spettro autistico.
“Essenzialmente vivaio” di “Vivai Villanova”, Foggia
Il progetto prevede l’avvio della coltivazione di piante
aromatiche – officinali (rosmarino, timo, menta, lavanda) per la produzione di
oli essenziali con l’inserimento lavorativo, inizialmente nella fase della
produzione primaria, di persone con disagio sociale o disabilità. Il passo
successivo comporta il loro inserimento nella fase della trasformazione, che
culminerà nella costituzione di una nuova cooperativa, “Gli essenziali”, che
vedrà tra i soci proprio le persone target del progetto.
“Ubuntu” di “Apicoltura Capone”, Pollenza in provincia di
Macerata (Premio riservato alle zone terremotate)
Il progetto (Ubuntu in africano sud-sahariano indica
benevolenza verso il prossimo, forte senso di umanità) prevede l’inserimento di
ragazzi fragili che soffrono di ritardo mentale e dello spettro autistico nelle
attività aziendali, in particolare nell’apicoltura e nell’equitazione.
L’obiettivo è quello di creare una rete di aziende, associazioni ed enti
pubblici, per sviluppare idee, proposte e collaborazioni volte alla rinascita
economica e allo sviluppo di servizi nelle zone duramente colpite dal
terremoto.
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