“Bisogna investire in ricerca per intervenire in maniera
innovativa per le carenze di acqua ed i fenomeni di siccità dovuti ai mutamenti
del clima e per favorire l’uso razionale ed efficiente della risorsa idrica nei
settori agricolo, industriale e domestico; c’è poi la necessità di migliorare
l’utilizzo delle acque reflue, che è una delle sfide più importanti
dell’economia circolare. Sono temi che andranno tenuti in primaria
considerazione dai nuovi Parlamento e Governo, anche attraverso la definizione di una specifica strategia
nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici per l’agricoltura e le
foreste”. Lo ha sottolineato Confagricoltura in occasione della ‘Giornata
mondiale dell’acqua’ , che viene celebrata in tutto il mondo il 22 marzo.
“Quest’anno – ha ricordato Confagricoltura - il tema della
Giornata mondiale dell’acqua 2018 è ‘Nature for Water’; l’invito è ad usare le
soluzioni che si trovano in natura per ridurre le inondazioni, la siccità e
l’inquinamento delle acque. E, in natura, ci sono anche l’agricoltura e la
forestazione che presidiano e tutelano più del 70% del territorio italiano”.
“Il discorso sull’acqua è strettamente connesso a quello del
suolo, per il quale è indispensabile l’attività degli agricoltori – ha
proseguito l’Organizzazione –. Il suolo è il più grande serbatoio di carbonio
terrestre, immagazzina e filtra l’acqua e aiuta a fronteggiare inondazioni e
siccità grazie alla sua naturale resilienza. In quest’ottica, va sottolineato
come le aree rurali e forestali siano vere e proprie ‘infrastrutture verdi’ che
possono contenere il dissesto idrogeologico. Per questo bisogna impedire
l’abbandono dei territori da parte degli agricoltori”.
“Molto si può fare
per ridurre l’uso dell’acqua in agricoltura avendo però sempre consapevolezza
che il settore primario non consuma acqua perché quella impiegata nell'uso
irriguo non fuoriesce dal ciclo idrologico naturale – ha osservato
Confagricoltura -; difatti un’elevata percentuale d’acqua prelevata dalle fonti
idriche viene restituita al sistema ambientale, a valle dei processi
produttivi. E, comunque, qualora non prelevata per l'irrigazione, in alcuni
periodi dell'anno finirebbe non utilizzata in mare”.
Per tali motivi Confagricoltura invita a leggere con
attenzione i dati che vengono diramati sull’impronta idrica di alcune produzioni agricole, “perché non
sempre corrispondono all’effettivo utilizzo di acqua da parte delle colture e
degli allevamenti e, soprattutto, non tengono conto dei benefici economici,
ambientali e sociali apportati dal settore primario”.
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