Etichetta più trasparente, aumento dei finanziamenti,
valorizzazione del ruolo del settore
nella Politica agricola comune post 2020. E’ la ricetta del Parlamento
europeo per il rilancio dell’apicoltura comunitaria. Nella risoluzione del 1°
marzo scorso dell’Europarlamento sulle prospettive e le sfide per il settore
dell’apicoltura della Ue sono state fornite alla Commissione indicazioni mirate
al sostegno del settore in considerazione del contributo rilevante che offre
sia in termini economici, con un fatturato europeo di 14,2 miliardi, sia
ambientale. Secondo la relazione del Parlamento Ue il 76% della produzione
alimentare comunitaria dipende dall’impollinazione a opera delle api domestiche
e selvatiche. Oggi invece i sostegni al settore rappresentano solo lo
0,0003% del bilancio della Pac.
L’Europarlamento ha lanciato anche l’allarme sul consistente
aumento negli ultimi 15 anni della produzione di miele nei paesi terzi con
conseguente raddoppio dell’export verso la Ue dove comunque gli alveari, dal
2003 al 2016, sono passati da 470mila a 620mila. La Ue importa il 40% del miele
che consuma per un quantitativo di circa 200mila tonnellate soprattutto da Cina
(quasi 100mila), Ucraina e Argentina e spesso, secondo la denuncia di
Strasburgo, il prodotto non rispetta le
norme imposte agli apicoltori europei.
Dalla Cina, in particolare, secondo quanto sottolinea la risoluzione,
arriva prodotto che potrebbe essere adulterato con zuccheri esogeni, di canna o mais. Il miele è oggi il terzo prodotto più
adulterato al mondo con rischi per i consumatori , mentre gli acquisti massicci
da paesi terzi a basso costo hanno
dimezzato i prezzi nei principali paesi tra cui l’Italia.
Da qui la raccomandazione alla Commissione di rivedere
l’etichettatura, in particolare l’indicazione “miscela di mieli originari e non originari Ue” che non fornisce
informazioni sufficienti ai consumatori e che consente a molte aziende di
confezionamento e distribuzione di abusare di
tale dicitura per omettere i
reali paesi di origine.
L’invito rivolto alla Commissione è di assicurare
all’agricoltura un ruolo di primo piano nella futura Pac con finanziamenti
strutturati e mirati, più ricerca, innovazione e semplificazione: la proposta è
di aumentare del 50% la linea di bilancio Ue per i programmi nazionali a favore
dell’apicoltura con una particolare attenzione alle micro e piccole e medie
imprese che operano soprattutto nelle zone montane e nelle isole. Sollecitato
anche uno studio di fattibilità di un sistema di gestione del rischio per coprire
le perdite degli apicoltori professionali.
La proposta del Parlamento Ue ha recepito la strategia della
Coldiretti che punta a difendere le produzioni made in Italy dalle
contraffazioni con una corretta etichettatura del miele e l’obbligo di dichiarare
origine, nome del produttore e tipo di prodotto, ma anche favorendo la ricerca
e la disponibilità di nuovi presidi sanitari e metodiche di lotta. Per quanto
riguarda i contributi occorre inoltre privilegiare in via prioritaria la
destinazione degli aiuti agli apicoltori
professionali.
Fonte: Il Punto Coldiretti
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