Per il programma
europeo “Frutta e verdure nelle
scuole” e “Latte nelle scuole” all’Italia sono stati assegnati rispettivamente
20.857.865 milioni e 8.924.496 milioni per l’anno scolastico 2018-2019.
Nel corso della
recente riunione del Comitato per l’organizzazione dei mercati agricoli,
gli esperti del Stati membri hanno approvato le ripartizioni nazionali per i “28”
che dovranno essere adottate dalla Commissione europea entro fine di
marzo. Nell'ambito del programma, ogni anno scolastico vengono riservati 150
milioni per gli ortofrutticoli e 100
milioni per il latte e altri prodotti lattiero-caseari, per oltre 30 milioni di
alunni in tutta l'Ue.
Oltre alla distribuzione di questi prodotti, il programma
dell'Ue destinato alle scuole promuove abitudini alimentari sane nei bambini e
prevede appositi programmi educativi sull'importanza di un'alimentazione
corretta e su come viene prodotto il cibo. Infatti, circa il 15% delle
assegnazioni di aiuti sarà destinato a misure educative per promuovere abitudini
alimentari sane tra i giovani, combattere gli sprechi alimentari, organizzare
visite in aziende agricole e distribuire specialità locali come miele, olio
d'oliva e olive, mentre il 10% dovrebbe coprire i relativi costi. La priorità
deve essere data ai prodotti freschi locali rispetto agli alimenti trasformati.
Lo scorso anno sono state distribuite oltre 74mila
tonnellate di ortofrutticoli e più di 285mila tonnellate di prodotti lattiero
caseari a bambini di età compresa tra sei e dieci anni.
Agli Stati membri è anche consentito distribuire zuppe,
composte di frutta, succhi, yogurt e formaggi (oltre a frutta e verdura fresca
e latte). I prodotti con dolcificanti aggiunti e esaltatori di aromi
artificiali sono vietati. Ma i prodotti con "limiti rigorosi" di
zuccheri aggiunti, sale e grassi saranno ammessi come eccezione - ma solo
quelli approvati dalle autorità sanitarie nazionali. I prodotti contenenti
frutta aggiunta, noci o cacao come il latte al cioccolato o yogurt con frutta e
alimenti aromatizzati saranno ancora ammissibili al finanziamento comunitario
nell'ambito dei regimi scolastici, ma l'Ue pagherà solo la componente del
prodotto che deriva dal latte.
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