Preoccupa l’ennesimo
richiamo del Fondo Monetario Internazionale che tenderebbe a dimostrare la non
sostenibilità del sistema previdenziale italiano. Per questo la legge Fornero
sarebbe intoccabile, così come le future pensioni dei giovani saranno basse a
causa dei padri e dei nonni. E’ critica su questa visione la Cia-Agricoltori
Italiani che, sulla base delle elaborazioni del proprio Patronato Inac
supportato da analisi di studi indipendenti, spiega: in Italia oggi oltre 2,2
milioni di anziani vivono con pensioni al di sotto di 510 euro e, di questi,
circa un milione sono ex agricoltori. Una situazione di vera emergenza sociale,
che rischia di peggiorare nei prossimi anni. Con la reintroduzione del sistema
contributivo, i futuri pensionati agricoltori con contributi a partire dal 1996
non avranno nemmeno più l'integrazione al minimo, con pensioni anche di 276
euro al mese. Nel bilancio previdenziale italiano ci sono le risorse per
garantire una pensione base da aggiungere alla pensione contributiva. Ad avviso
di Cia e Inac, il FMI sostiene queste tesi senza il supporto di dati reali sul
bilancio previdenziale italiano. Per effettuare considerazioni serie sul
sistema pensionistico italiano -si evidenzia- bisognerebbe partire dal bilancio
dell’Inps, il quale ci dice in modo incontrovertibile che la vera spesa
previdenziale italiana è di 150,9 miliardi, al netto dell’assistenza e di 49
miliardi di Irpef pagata dai pensionati. La spesa per pensioni in Italia, che
incide per l’11% sul Pil, al di sotto della media europea, non solo è in
perfetto equilibrio, ma grazie alle entrate contributive registra nel 2016 un
attivo di ben 30,3 miliardi di euro è una verità inconfutabile. Quindi sbaglia
l’Istat quando, a differenza di quello che fanno la Germania e gli altri Paesi
europei, considera la spesa per pensioni al lordo dell’assistenza e dell’Irpef
-proseguono Cia e Inac- e calcola un’incidenza assurda sul Pil del 17%, a cui
fanno riferimento acriticamente o strumentalmente gli economisti più accaniti
nell’affermare che la spesa previdenziale è fuori controllo. Basterebbe leggere
il glossario allegato alla statistica sulla spesa pensionistica per accorgersi
di come l’Istat faccia di tutta l’erba un fascio. Non solo l’Istat non sottrae
la tassazione Irpef e non separa l’assistenza dalla previdenza, ma addirittura
infarcisce la spesa pensionistica italiana anche con le rendite infortunistiche
e le malattie professionali, per non parlare delle pensioni di guerra.
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