La sezione pugliese di Copagri (Confederazione produttori
agricoli) torna con una nota a lanciare un grido d’allarme sulle difficoltà in
cui versa il comparto primario in Puglia a causa dei gravi ritardi con cui la
Regione sta procedendo nell’attuazione del Psr (Piano di sviluppo rurale)
approvato circa tre anni or sono. Infatti, nel documento di protesta a firma di
Tommaso Battista ed Alfonso Guerra, rispettivamente presidente e direttore di Copagri Puglia, si legge:
“Ultima Regione per avanzamento della spesa, ma la situazione è ben più grave
se si analizzano altri dati, quali lo stato di avanzamento dell’iter
amministrativo dei bandi chiusi. Quasi
tutti i bandi pubblicati, a distanza di mesi, in alcuni casi ormai a distanza
di 20 mesi, ancora non riescono ad avere una graduatoria definitiva: esempi sono la misura relativa agli
investimenti nelle aziende agricole, 4.1a e la 6.1 sui giovani”. Situazione,
questa, già denunciata lo scorso gennaio da Copagri-Puglia, ma – come la stessa
Confederazione ha ribadito nel suo recente comunicato – i segnali d’allarme sul
Psr al governatore Emiliano erano già stati lanciati lo scorso luglio, in
quanto evidenti da tempo. Però, – ha evidenziato ancora Copagri – la risposta dell’assessore Di Gioia che
“Siamo al 75% degli impegni” non fornisce affatto il quadro reale della
situazione, poiché “il dato è esclusivamente riferito alle risorse messe a
bando”. Invece, per i vertici pugliesi della Confederazione, l’impegno
effettivo c’è solo quando esiste una graduatoria definitiva. E questi casi alla
Regione Puglia per il Psr (2014-2020) sono circoscritti a pochi bandi con
risorse limitate e di poche decine di migliaia di euro, se escludiamo le
domande a superficie. “Nella maggior parte dei casi – hanno precisato Battista
e Alfonso Guerra – ci troviamo a doverci
confrontare con bandi che hanno richieste fino a 5 o 10 volte la dotazione
della misura, fino all’assurdo di avere un programma che non eroga risorse”,
però presenta richieste per quasi 1.000 milioni di euro oltre le dotazioni
finanziarie a disposizione dello stesso Psr. E questo – hanno commentato da
Copagri-Puglia – non è un dato positivo, perché comporta di fatto il collasso
della macchina amministrativa, che è costretta a lavorare per respingere le
domande e per rispondere ai ricorsi e alle richieste di “accesso agli atti” che
stanno diventando centinaia. E citano alcuni dati: “oggi la graduatoria di
ammissibilità relativa alla misura 4.1A
è pendente al Tar e sono ben 6 i ricorsi
che prevedono non solo la sospensiva, ma anche la discussione del merito
per l’annullamento del bando”. Nello
stesso giorno della discussione presso al Tar di questi contenziosi la Regione
ha registrato la soccombenza in altri
due ricorsi su un’altra misura, la 16.1.
“Forse è arrivato il momento di ammettere che c’è un problema” sull’applicazione
del Psr, hanno sottolineato nella loro
nota i responsabili di Copagri-Puglia. Infatti, proseguendo, hanno poi
commentato: “Creare alle imprese agricole inutili aspettative che consapevolmente non si
possono soddisfare è un atto irresponsabile e perseverare su questa strada non
è più accettabile. Vanno trovate soluzioni che non saranno semplici, ma finché
non si è disposti ad ammettere che c’è un problema la situazione è solo
destinata ad aggravarsi” . E Copagri-Puglia sviscera ancora altri dati che
denotano la situazione di collasso del Psr: “oggi abbiamo oltre 5.000 domande
di primo insediamento per giovani
agricoltori, ma la disponibilità finanziaria consente di ammetterne meno di
2.000, mentre, per i loro investimenti, difficilmente sarà possibile finanziare
più di 800 progetti”. Quindi, si commenta, “ad una nuova impresa che viene
negata la possibilità di investire gli
si nega di esistere”. E con questi dati è evidente, per l’Associazione di
categoria denunciante, che “il problema non è burocratico, ma aver sbagliato la
strategia e l’impostazione dei bandi”. Ed ancora: “l’assessore Di Gioia parla
di ‘vivacità del sistema produttivo pugliese’, elencando i numeri delle domande
presentate, ma il dato che andava rappresentato è il numero delle domande
respinte, pari a 3200 domande per circa
1 miliardo e 144 milioni di investimenti”. Dati, questi, che non possono
rappresentare un successo, soprattutto se – come ha inoltre rilevato
Copagri-Puglia – “la disponibilità finanziaria, anche se raddoppiata, è di
appena 120 milioni di euro. Ossia, dieci volte inferiore alle richieste”. Nella
nota la confederazione pugliese dei produttori agricoli ha fatto pure sapere
che un ricorso all’Autorità anticorruzione (Anac) e all’Autorità Garante della
Concorrenza (Agcm) è giunto anche al bando del Psr per l’affidamento del “Fondo
di garanzia”, nonostante siano stati soltanto 3 i soggetti che hanno presentato
l’offerta tecnica, perché la società che
si è classificata prima ha presentato un’offerta con la minore
compartecipazione al Fondo, avendo un bilancio in perdita negli ultimi 2 anni
di oltre 8 milioni di euro e con il rischio quindi di un esposto alla Procura e
alla Corte dei Conti. In tal modo, – ha ancora commentato da Copagri –
“importanti strumenti di supporto all’accesso al credito in agricoltura
rischiano di non poter essere operativi o di non esserlo alle migliori
condizioni per gli agricoltori”. Quindi, hanno concluso Battista e Guerra, a
quasi tre anni dall’approvazione del Psr, la Puglia agricola, alla vigilia
della nuova Pac (Piano agricolo comunitario) e dei conseguenti scenari “post
2020”, si presenta ancora con programma
che stenta a decollare, quando sarebbe invece necessario fare un bilancio di
medio periodo. E, rivolgendosi al
massimo responsabile del governo regionale, affermano: “Forse, presidente
Emiliano, è giunto il momento di fare un bilancio sul settore”, perché Copagri
ha sistematicamente denunciato le criticità del Psr (2014-2020), presentando
documenti e proposte di possibili soluzioni, ma quasi sempre sono state
ignorate e sottovalutate dalla Regione. Ora, però, per Copagri-Puglia la
situazione ha assunto una criticità tale che necessita soluzioni immediate ed
efficaci, perché non è più accettabile registrare rappresentazioni differenti
dalla realtà. Sempre che dalla Regione si siano accorti quanto denunciato anche
ultimamente dall’Organizzazione di categoria in questione.
Autore: Giuseppe Palella
Fonte: Quotidiano di Bari
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