I proprietari delle aziende agricole protestano a Bari:
"Pene troppo aspre, torniamo alle multe" 3 aprile 2017
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"Basta una minima distrazione e rischiamo di perdere
tutto". Ai proprietari delle aziende agricole pugliesi proprio non va giù
il nuovo assetto della legge sul caporalato, la 199 approvata ad ottobre dello
scorso anno, che modifica l'articolo 603 bis del Codice penale, inserendo pene
più aspre anche per chi possiede i terreni dove viene segnalato il fenomeno del
caporalato. Il prossimo 3 aprile scenderanno in piazza a protestare a Bari,
davanti a piazza Libertà. Abbiamo intervistato il presidente del Movimento
nazionale dell'agricoltura, il pugliese Filippo Dipinto, per comprendere meglio
i motivi della manifestazione.
Presidente Dipinto perché è stata organizzata la protesta
a Bari ad aprile?
"Volevamo far ascoltare la nostra voce e manifestare
contro una legge che riteniamo ingiusta. Il 3 aprile a Bari ci saranno i
responsabili di oltre 3mila aziende agricole pugliesi, ma abbiamo avuto il supporto
anche di realtà siciliane e calabresi, che ci raggiungeranno in piazza Libertà.
Volevamo organizzare prima un incontro con il Prefetto, ma si è recentemente
insediato e con l'ormai imminente G7 non era possibile essere ascoltati prima
del 15 aprile. Abbiamo perciò deciso di organizzare prima la protesta".
La legge sul caporalato è stata invocata da molti. Perché
a voi proprietari di aziende agricole non piace?
"Noi riteniamo che sia giustissimo attaccare il
fenomeno del caporalato, vera piaga del nostro settore. Va però precisato che
spesso a pagare non è solo il caporale, ma anche il proprietario dell'azienda
agricola che magari è anche all'oscuro di tutto. Noi vogliamo che venga
eliminato l'ambito penale e il sequestro della proprietà, perché così veniamo
mandati noi in rovina. Se mi togliete l'azienda, togliete il pane ai miei
figli. Mi togliete tutto.
I proprietari delle aziende possono davvero essere
all'oscuro dei fenomeni di caporalato nei loro terreni?
"Certo, in Puglia ci sono diversi casi, di cui io
stesso sono a conoscenza. Sembra ci sia stata di recente una segnalazione di
una lavoratrice costretta a dare parte dello stipendio ad un caporale. Di mezzo
ci è finita anche la proprietaria dell'azienda, che io so essere all'oscuro
della cosa, e ora rischia il processo e il sequestro dei beni. E ci sono almeno
altrei 3-4 esempi come questo: tutte realtà pugliesi destinate a fallire e vite
rovinate per colpe di altri. È assurdo. Bisognerebbe tornare alle sole sanzioni
monetarie, anche pesanti, per i proprietari".
Che effetti avranno sulla produzione economica gli
scioperi?
"Grosse ricadute, perché noi siamo tutti lavoratori,
fondamentali nello sviluppo di un settore, come quello agricolo, simbolo della
Puglia. In concomitanza della protesta, dal primo al tre aprile, bloccheremo la
produzione temporaneamente. Quando a maggio arriverà la stagione di raccolta
però, se le cose non dovessero cambiare, lo faremo nuovamente. E con noi si
bloccheranno anche gli autotrasporti, quindi non arriverà ortofrutta nei
supermercati e non lavoreranno i dipendenti. Gli effetti a livello nazionale
saranno su tutta la catena di produzione. È giusto punire, ma bisogna punire in
maniera aspra chi davvero sfrutta i lavoratori. Invece la legge ci equipara - a
livello di pene - ai mafiosi, anche se spesso il reato non dipende neanche da
noi".
Cosa intende?
"Mettiamo il caso che assumo un dipendente con una
mansione specifica, tipo zappare la terra. Se piove o succede un qualsiasi
altro evento climatico che non permette loro di svolgere quel compito e quindi
vengono utilizzati per un altro lavoro io sono costretto a cambiare
completamente contratto, perché i contributi sono diversi. E se in quel momento
arriva il controllo dell'ispettore e scopre quindi che non è stato regolato il
contratto, mi sequestrano l'azienda e rischio di andare a processo. Oramai
viviamo con la paura dei controlli, non è una situazione accettabile".
Autore: Natale Cassano
Fonte: BariToday
Link: http://www.baritoday.it/cronaca/protesta-proprietari-aziende-agricole-piazza-liberta-pene-minori-legge-caporalato-3-aprile-2016.html
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