Un conto finale da oltre 300 milioni di euro a causa
dell’ondata di freddo siberiano che ha colpito l’Italia potrebbe essere pagato
dall’agricoltura sulla base di quanto accaduto nell’ultima gelata siberiana del
2012. E’ la Coldiretti a fare i primi bilanci sugli effetti del prolungarsi
dell’ondata di maltempo nel sottolineare che ai danni diretti per le
coltivazioni distrutte si sommano quelli indiretti provocati dal blocco della
circolazione che ostacola le consegne con il prolungarsi di condizioni proibitive.
Nelle campagne con le temperature sotto lo zero si
registrano da Nord a Sud danni agli ortaggi invernali come cavoli, verze,
cicorie e broccoli mentre il tepore quasi primaverile delle scorse settimane ha
provocato un risveglio vegetativo delle piante da frutto, dalle albicocche ai
ciliegi, dalle pesche alle pere che – sottolinea la Coldiretti – in alcune zone
sono già con le gemme gonfie particolarmente sensibili al freddo. Tra l’altro
in Liguria la Coldiretti ha chiesto lo stato di calamità per i danni alle
coltivazioni orticole e ai vivai di piante e fiori mentre in Emilia Romagna
soffrono sotto il peso della neve i frutteti e intanto in Puglia gli
agricoltori stanno correndo contro il tempo per raccogliere i cavolfiori
salvandoli da gelo e neve e grande preoccupazione c’è per i mandorli in fiore e
le varietà di ciliegie che fioriscono in anticipo, mentre in Campania sono
stati pesantemente colpiti frutteti e serre – spiega la Coldiretti – dalle
pesche alle albicocche, dalle susine alle ciliegie con una strage di verdure
nei campi dai piselli alle fave, dalle patate ai meloni, oltre a lattughe,
finocchi e fragole. A soffrire anche la pesca – sottolinea la Coldiretti – con
nubifragi, vento e neve che hanno paralizzato l’attività di molti pescherecci
soprattutto lungo l’adriatico tanto che l’offerta delle produzioni nazionali
sui mercati sarà presto praticamente dimezzata, mentre gli impianti per la
crescita delle cozze sulle coste adriatiche sono colpiti da quasi dieci giorni
forti mareggiate che ne mettono a rischio la tenuta.
A far paura è il protrarsi del gelo sui campi. La
sopportazione media delle piante al freddo va in via molto indicativa – afferma
la Coldiretti, da –3 a –5 per gli agrumi, da -10 a -12 per kiwi e l’ulivo, da
-16 a -18 per la vite, da –18 a -22 per ciliegio, albicocco e mandorlo, da -22
a-25 per pero e melo. Una preoccupazione che – continua la Coldiretti –
riguarda i vigneti se le temperature minime dovessero scendere per lungo tempo
su valori estremamente bassi. I danni alle piante, che potranno però essere
verificati definitivamente solo nei prossimi giorni, sono destinati a
compromettere le produzioni nel tempo poiché – continua la Coldiretti –
occorrono anni prima che prima che si possa sostituire la pianta e che quella nuova
inizi a produrre.
Con queste temperature si attendono anche morti ed aborti
nelle stalle dove gli allevatori stanno mettendo i cappotti ai vitellini e
hanno acceso le lampade termiche a luce rossa, mentre l’acqua negli abbeveratoi
– spiega la Coldiretti – viene scaldata fino a una temperatura di 20 gradi
oppure lasciata sgocciolare per evitare il congelamento delle tubature e i
rubinetti sono foderati in modo che il ghiaccio non blocchi le valvole di
apertura. Inoltre il pasto degli animali è stato rinforzato per garantire una
razione supplementare di energia e calorie.
Quello che si teme – evidenzia la Coldiretti – è il
ripetersi di uno scenario critico come quello del 1985 quando le gelate hanno
compromesso il 90 per cento degli ulivi toscani, ma danni superiori al 50 per
cento si verificarono in Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Umbria,
Lazio, Campania, Molise e Basilicata con una strage di almeno 30 milioni di
piante. Negli uliveti sono state sospese le potature e protette le ferite mentre
per i vigneti – sottolinea la Coldiretti – ci si sta preparando ad accendere
fuochi e torce anti gelo per creare uno scudo di aria tiepida che protegga le
piante dall’assalto del ghiaccio, in modo da rimescolare l’aria ed evitare che
il freddo ristagni al suolo. In Liguria – continua la Coldiretti – la maggior
parte delle mimose per la festa delle donne l’8 marzo è stata già raccolta per
sottrarla alla morsa del gelo, ma si teme per i fiori ancora rimasti sui rami.
Gli allevatori stanno mettendo i cappotti ai vitellini e hanno acceso le
lampade termiche a luce rossa, mentre l’acqua negli abbeveratoi – conclude la
Coldiretti – viene scaldata fino a una temperatura di 20 gradi oppure lasciata
sgocciolare per evitare il congelamento delle tubature e i rubinetti sono
foderati in modo che il ghiaccio non blocchi le valvole di apertura. Inoltre il
pasto degli animali è stato rinforzato per garantire una razione supplementare
di energia e calorie.
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Maltempo, danni per 300 milioni nelle campagne italiane
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