“Occorre
proteggere e salvaguardare il settore agrumicolo. Servono urgentemente misure
efficaci di controllo, per evitare di far entrare, insieme ad arance,
mandarini, clementine, limoni e pompelmi, anche gravi patologie non presenti
nel territorio europeo. E’ indispensabile una revisione della normativa
comunitaria, introducendo il limite di intercettazioni di prodotto contaminato
oltre il quale prevedere un blocco delle importazioni. Non si può funzionare a
doppia velocità: importiamo sul territorio comunitario senza adeguata cautela e
subiamo regole restrittive per le nostre esportazioni”. Questo il commento di
Agrinsieme al termine dell’incontro del gruppo di contatto agrumi italo-ispano-francese,
che si è riunito a Catania al Maas, il Mercato agro-alimentare Sicilia.
Agrinsieme è fortemente preoccupata per la mancanza di reale reciprocità nelle
regole che disciplinano gli scambi di agrumi e il settore produttivo europeo ha
ancora una volta contestato fortemente la decisione 715/2016 con cui sono state
stabilite regole differenziate a seconda che il prodotto sia destinato al
fresco o alla trasformazione industriale, prevedendo per quest’ultima controlli
più blandi. Analogamente ha espresso preoccupazione per la recente modifica
degli allegati alla direttiva 2000/29. “L’Italia è il secondo produttore
agrumicolo europeo, dietro la Spagna, con un valore della produzione
complessiva superiore a 1 miliardo di euro e più di 130.000 ettari dedicati
-ricorda il coordinamento che rappresenta le aziende e le cooperative di
Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative
Agroalimentari-. Un settore strategico dal punto di vista economico e sociale,
ma particolarmente minacciato dal rischio di introduzione di organismi dannosi
non presenti nel territorio europeo che rischiano di compromettere la sanità
delle produzioni”. Gli agrumicoltori italiani ed europei, che già negli ultimi
anni sono stati messi a dura prova dal virus della Tristeza (Ctv-Citrus
Tristeza Virus), sono ora fortemente preoccupati per nuovi rischi fitosanitari,
in particolare per quanto riguarda l’aumento delle intercettazioni degli agenti
della “Macchia nera degli agrumi” (CBS Citrus black spot) da Paesi notoriamente
a rischio e della Falsa Cydia (Thaumatotibia leucotreta), un pericoloso
lepidottero che potrebbe creare una situazione drammatica se colpisse gli
agrumeti europei. Per non parlare del “Citrus Greening”, la terribile
batteriosi ormai alle porte delle frontiere europee. E’ diventato dunque
urgente, a parere di Agrinsieme, intervenire immediatamente per evitare il
rischio di introduzione di materiale vegetale infetto da Paesi terzi. Occorre
lavorare su adeguata prevenzione, quindi sul miglioramento dei controlli ai
punti di ingresso e su programmi di ricerca ad hoc. I rappresentanti del
settore hanno inoltre concordato sulla necessità di facilitare l'apertura di
nuovi mercati per l'esportazione e la rimozione in tempi rapidi delle barriere tariffarie
e fitosanitarie esistenti con i Paesi Terzi, per i quali è fortemente
auspicabile un ruolo di supporto e coordinamento della Commissione Ue nella
negoziazione dei protocolli fitosanitari, la cui responsabilità è affidata alla
singole Amministrazioni nazionali, al fine di aumentare il potere negoziale dei
Paesi interessati nella definizione delle condizioni e dei requisiti da
applicare all’export Ue. Infine si è concordato sull’opportunità di istituire
un'agenzia tecnica a livello Ue composta da controllori esperti e informati che
in caso di intercettazioni possa attivare il blocco immediato dell’import
nell'Unione europea.
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