Passeggiando negli oliveti vi
potreste imbattere in piante con escrescenze di tessuto vegetale non gradite su
rami e fusti. Queste sono i sintomi
della Rogna dell’Olivo, una patologia tipica dell’olivo e causata da un
batterio (Pseudomonas savastanoi). La
non possibilità, per fortuna!, di utilizzo di antibiotici in agricoltura induce
pertanto ad una lotta basata prettamente sulla prevenzione.
ATTENZIONE E PREVENZIONE:
due concetti che non devono esser mai dimenticati quando si parla di batteriosi
e quindi di Rogna dell’Olivo. Ancor più presenti e chiari lo devono esser
quest’anno con gli agenti atmosferici che stanno mettendo a dura prova i nostri
oliveti e la bravura dei nostri olivicoltori, che in annate più favorevoli
erano soliti in questo periodo dell’anno portare a termine le operazioni di
potatura.
Il batterio, Pseudomonas
savastanoi, penetra all’interno della pianta mediante delle aperture o
meglio delle ferite, le quali possono avere causa naturale (agenti atmosferici:
neve, forte vento, piogge violenti) e antropica (potatura, raccolta con
abbacchiatore ecc.)
L’operazione colturale della potatura deve esser, quindi, guidata
dalla prevenzione infatti la stessa è sì fondamentale per mantenere la pianta
in ottimo stato di salute e consentire una produzione elevata e costante ma può
esser un fattore predisponente lo sviluppo della malattia in questione.
Analizzando la pratica colturale si evince che la stessa viene effettua
solitamente nel periodo compreso tra Febbraio e Aprile, un periodo
caratterizzato da forti precipitazioni e temperature non costanti e molto
altalenanti. Dalla patologia ci viene il concetto che l’acqua è uno dei vettori
utilizzato dai patogeni per penetrare all’interno dei tessuti vegetali, quindi
la presenza di una ferita associata a condizioni atmosferiche favorevoli permette
l’ingresso nella pianta al batterio. Gli eventi di forte gelo che hanno colpito
i nostri oliveti in queste settimane hanno determinato la formazione di “cretti
da gelo” specialmente nei rami giovani e nelle piccole piante, ossia ferite
indotte dall’abbassamento di temperatura favorevoli all’ingresso di Pseudomonas savastanoi.
Prevenzione nella potatura
vuole dire: scegliere il momento più idoneo all’esecuzione della pratica
colturale ed eseguire correttamente i tagli.
La scelta del momento opportuno dev’esser ponderata in relazione alle
condizioni meteorologiche, in quanto le precipitazioni sono un fattore positivo
per la proliferazione del batterio. Ulteriore considerazione da fare è nelle
temperature che si realizzano nel periodo di consueto svolgimento della
potatura, infatti lo spostamento dell’operazione verso la primavera inoltrata
(Aprile-Maggio) determina la concretizzazione di condizioni ambientali ottimali
allo sviluppo e proliferazione della patologia. Da qui deriva il consiglio di
eseguire le operazioni di potatura in epoca di post-raccolta, dove le
condizioni ambientali che si realizzano in autunno sono meno favorevoli al
batterio.
L’esecuzione corretta dei tagli impone un fase preliminare: controllo
ed individuazione delle piante “infette” nell’oliveto. Questo consente di
effettuare la potatura con una maggiore tranquillità, infatti così facendo si
evitare di esser con i nostri organi di taglio portatori della patologia da una
pianta “infetta” ad una “sana”. E ancora in una pianta “infetta” operare sempre
con un criterio prudenziale, quindi lavorare sulle branche, rami o parti di
essi sintomatici solo dopo aver operato i tagli sul tessuto asintomatico. Successivamente alla fase di controllo, un
adeguato svolgimento del taglio impone di rimuovere tutte le parti legnose
sintomatiche e zone legnose con ferite, sterilizzando gli organi di taglio tra
un’incisione e l’altra. Questo dev’esser svolto evitando sfibrature della
corteccia nel punto di distacco poiché tale ferita verrà rimarginata con tempi
molto più lunghi di un normale taglio e nel frattempo può assolvere al ruolo di
via di ingresso nella pianta. Al fine di evitare questo inconveniente è
importante effettuare il taglio mediante l’esecuzione di due incisioni, una
nella parte apicale e l’altro nell’area sottostante del ramo e distanti qualche
centimetro.
Ulteriori indicazioni riguardano l’applicazione di mastici
cicatrizzanti a seguito di tagli dimensionalmente importanti, specialmente
durante l’esecuzione di potature cosidette “di riforma” dove il diametro della
branca o del ramo oggetto del taglio assume caratteristiche dimensionali
sicuramente maggiori rispetto a quanto avviene durante una normale potatura “di
produzione”. Infine l’irrorazione di un formulato commerciale con un sale di
rame come principio attivo garantisce una protezione alle nostre piante appena
potate.
Attenzione e prevenzione: un rimedio alla Rogna dell’Olivo!
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