lunedì 11 maggio 2020

Regolarizzazioni, Aboubakar Soumahoro: "Il governo liberi i braccianti. Basta scontri sulla nostra pelle"

Il sindacalista dell'Usb in un video su Facebook: "Strumentalizzare la nostra miseria sociale e lavorativa seduti nelle sontuose stanze del potere per convenienza politica è cinismo disumano".

 

"Basta scontri sulla nostra pelle". Non usa troppi giri di parole Aboubakar Soumahoro, sindacalista dell'Usb, per commentare le polemiche di questi giorni, anche all'interno della stessa maggioranza di governo,  rispetto alla proposta della ministra dell'Agricoltura, Teresa Bellanova, di concedere il permesso di soggiorno a 600mila braccianti che attualmente lavorano in nero nei campi italiani.

 

In un video pubblicato su Facebook e Twitter, il sindacalista Usb attacca duramente gli esponenti politici sostenendo che "strumentalizzare la miseria sociale" dei braccianti "seduti nelle sontuose stanze del potere per convenienza politica è un cinismo disumano".

 

 

"Siamo esseri umani non braccia": la protesta di Aboubakar Soumaoro e dei lavoratori stranieri (Clicca per guardare il video)

 

Per Aboubakar l'unica via per ridare dignità ai lavoratori in nero dei campii agricoli è "regolarizzare tutti gli essere umani per dovere di Stato. Il governo liberi tutti i braccianti, italiani e non dallo strapotere della grande distribuzione organizzata. Nessuna demogagia politica sulla nostra pelle".

 

Un appello chiaro e diretto, che punta a un solo obiettivo: regolarizzare e dare dignità. Un richiamo al dovere dei partiti e dello Stato, perchè, dice il sindacalista, "il governo deve avere l'audiacia di regolarizzare questi lavoratori non per convenienza politica, ma semplicemente perchè sono degli esseri umani".

 

Parole che non hanno lasciato indifferente Teressa Bellanova, ministro all'Agricoltura, decisa a portare avanti la sua proposta sulle regolarizzazioni. "Su questa questione - ha dichiarato durante una diretta sulla pagina Facebook Italia Viva Toscana -  è in atto uno scontro che non ha ragione di essere nel nostro Paese, dove c'è bisogno di lavoro e di lavoro regolare".

 

Fonte: La Repubblica

Autore: Laura Mari

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