venerdì 29 settembre 2017

FOGLIE TV - Al via il nuovo corso A.R.P.T.R.A. riguardante i meccanismi ...



Nella cornice del Salone degli Affreschi del palazzo Ateneo dell'Università di Bari è partito il nuovo corso dell'Associazione Regionale Pugliese dei Tecnici e Ricercatori in Agricoltura (Arptra). Illustri accademici ed esperti hanno dato il loro contributo didattico scientifico senza trascurare gli aspetti pratici della tecnica di campo in un programma articolato (e a cadenza settimanale fino al 30 ottobre) che ha lo scopo di fornire ai partecipanti la base dei meccanismi fisiologici applicati alle colture in ambiente mediterraneo, soprattutto alla luce del cambiamento climatico in atto ed all'adattamento che i sistemi colturali dovranno affrontare.

Firmato il decreto interministeriale che integra i due programmi SQNPI E VIVA

Integrare i due programmi per misurare la sostenibilità del settore vitivinicolo oggi esistenti, per definire un unico standard nazionale di certificazione, che sia gestito in ambito di sistema di qualità e costituisca un riferimento univoco per le produzioni italiane e per il mercato internazionale.

Con questo obiettivo i ministri dell’Ambiente Gian Luca Galletti e dell’Agricoltura Maurizio Martina hanno firmato un decreto interministeriale che ha l’obiettivo di armonizzare i contenuti del Sistema di Qualità Nazionale sulla produzione Integrata (SQNPI) del Ministero dell’Agricoltura e del progetto “VIVA” (La Sostenibilità nella Vitivinicoltura in Italia) del Ministero dell’Ambiente. Il nuovo sistema potrà in seguito essere applicato ad altri comparti agricoli.

Il decreto istituisce per questo compito un Gruppo di lavoro interministeriale di sostenibilità, di cui sono co-presidenti Giuseppe Blasi (Capo Dipartimento per le politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale del ministero dell’Agricoltura) e Francesco La Camera (Direttore Generale per lo Sviluppo Sostenibile e per i rapporti con l’Europa e gli Organismi internazionali del Ministero dell’Ambiente).

VIVA – La Sostenibilità nella Vitivinicoltura in Italia nasce nel 2011 come progetto nazionale pilota, con lo scopo di misurare e migliorare le prestazioni di sostenibilità della filiera vite-vino.

Grazie all’individuazione di quattro indicatori (aria, acqua, territorio e vigneto), accompagnati dai relativi disciplinari, le aziende che aderiscono al programma possono misurare l’impatto della loro produzione in termini di sostenibilità ed intraprendere in tal modo un percorso di miglioramento.

Il Sistema di Qualità Nazionale sulla produzione Integrata (SQNPI) istituito con la legge 4 del 3 febbraio 2011 dal Ministero delle politiche agricole, punta a definire e applicare, nel settore agroindustriale, processi produttivi sostenibili in termini di basso impatto sulla salute pubblica e l’ambiente, riducendo al minimo il ricorso a mezzi tecnici che hanno un impatto sull’ambiente o sulla salute dei consumatori.

Fonte: Corriere Nazionale

L’apicoltura affronta i cambiamenti climatici

Siamo quasi alla fine di una stagione vegetativa fortemente condizionata da fenomeni meteorologici che si distinguono per persistenza ed intensità. Le specie mellifere forestali e coltivate quali robinia, castagno, tiglio, trifogli, sulla, ecc. sono state condizionate fin dalla loro ripresa vegetativa primaverile da una variabilità meteorologica, termica e pluviometrica, anomala.
Il primo evento significativo si è verificato nella notte fra il 19 ed il 20 aprile, quando una gelata primaverile, determinata nella fase finale da un’inversione termica, ha trovato l’acacia in una fase vegetativa anticipata rispetto agli ultimi anni. Le mappe di fioritura fatte su osservazioni nazionali, nell’ambito del progetto IPHEN, mostrano che quest’anno l’attività era ripresa con circa 6 giorni d’anticipo. La gelata ha, quindi, provocato danni alle fioriture soprattutto nei fondovalle.
Durante la fioritura poi, soprattutto il centro-nord, si sono registrate temperature di 1-2 °C inferiori alla media e precipitazioni minori di circa il 30%. La produzione di nettare che si avvale di un clima caldo umido ha risentito fortemente della concomitanza degli eventi e la produzione in molte aree del centro-nord ha fatto registrare cali di oltre il 60%.
Le successive fioriture di sulla, lupinella, tiglio, castagno, trifoglio, tipiche di giugno e luglio, sono invece andate incontro ad una stagione via via sempre più calda ed arida e di conseguenza i periodi di fioritura si sono notevolmente accorciati e contemporaneamente la produzione di nettare è diminuita a causa della scarsa umidità. La temperatura dell’aria di giugno e luglio è stata più elevata e soprattutto sono risultate anomale le temperature massime, che hanno fatto registrare un po’ ovunque 2-3 °C sopra i valori medi. Le maggiori variazioni durante le ore diurne e quindi durante il periodo di attività fotosintetica delle piante, sono dovute in parte all’assenza di precipitazioni e quindi all’assenza di acqua che evaporando abbassa l’effetto termico dell’energia radiante del sole. Ne conseguono temperature massime molto superiori che incidono negativamente sulle fioriture e conseguentemente sulle produzioni di mieli che anche in questi casi hanno avuto cali superiori al 50%.
Nella prima parte di agosto si è poi verificata un’ondata di calore eccezionale sia per intensità che per durata, che associata al persistere di assenza delle precipitazioni, ha determinato una drastica riduzione della fioritura di tutte le specie e della produzione di melata da parte di afidi. Nel mese di agosto le temperature massime sono state di 4-5°C superiori alla media in gran parte del territorio nazionale e sono state accompagnate da forte riduzione delle piogge, con conseguente siccità e stress idrico per le specie spontanee e coltivate. Il miele prodotto in questa parte finale della stagione viene normalmente lasciato a disposizione delle “famiglie” per far fronte alle esigenze invernali. La mancanza di produzione ha provocato il saccheggio fra “famiglie”. Per fare fronte al problema gli apicoltori sono dovuti ricorre alla nutrizione con canditi e/o sciroppi, aggravando, economicamente, la disastrosa stagione produttiva.
L’anno che si sta chiudendo è stato sicuramente fra i peggiori per il settore apistico, negli ultimi 10 anni. La variabilità meteorologica e climatica ha però dato più segnali di incremento degli eventi anomali, direttamente collegabili ai cambiamenti climatici in corso. Ci attendiamo che i prossimi 10 anni, nel migliore dei casi, siano simili sia per variabilità meteo climatica sia per impatto sulla produzione di miele, al decennio trascorso. Azioni di adattamento devono necessariamente essere messe in atto per ridurre i danni e stabilizzare le produzioni. In tal senso si renderà necessario avere differenti soluzioni produttive, sia in termini di specie mellifere utilizzabili durante i vari periodi dell’anno, sia in termini di postazioni su cui disporre le arnie in funzione delle possibili dinamiche di fioritura che si possono verificare a seconda del peculiare andamento meteorologico. La tempestività del nomadismo delle arnie assieme alle previsioni meteorologiche e stagionali sono fattori importanti su cui basare le strategie di sviluppo ed operatività di questa attività.
Autore: Marco Mancini

Fonte: Accademia dei Georgofili

Le performance sociali, economiche e ambientali del nostro Paese sono fra le peggiori dell'Ue.

L'Italia è ancora molto distante da una condizione di sostenibilità economica, sociale, ambientale e istituzionale.

In particolare, il nostro Paese è indietro su disoccupazione, povertà, disuguaglianze e degrado ambientale, mentre è migliorato nel campo della salute, dell'alimentazione e dell'educazione, anche se resta lontano dagli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs, Sustainable Development Goals) che riguardano questi temi.

È questo il quadro che emerge dal Rapporto 2017 dell'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS): la maggiore rete di organizzazioni che si occupano di sostenibilità in Italia, fondata all'inizio del 2016 da Fondazione Unipolis e Università di Roma "Tor Vergata". Intitolato "L'Italia e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile"  il rapporto è il risultato del contributo di centinaia di esperti appartenenti alle organizzazioni che fanno parte dell'ASviS, è stato presentato alla Camera dei Deputati e scatta una fotografia delle condizioni dell'Italia rispetto alle varie dimensioni dello sviluppo sostenibile.

Utilizzando indicatori sintetici e innovativi modelli analitici, il documento illustra le tendenze in atto nelle 17 aree degli SDGs e i potenziali scenari futuri in base alle diverse politiche adottate.

La conclusione principale è che se non si transiterà velocemente ad un modello di sviluppo sostenibile sul piano sociale, economico e ambientale l'Italia non raggiungerà i 17 SDGs: né quelli che prevedono una scadenza al 2020, né quelli riferiti al 2030, sottoscritti il 25 settembre del 2015 nell'Agenda 2030 dell'Onu. Numerosi provvedimenti presi nell'ultimo anno, pur andando nella giusta direzione, non garantiscono la necessaria trasformazione del Paese e non lo metteranno in grado di rispettare gli impegni internazionali come, ad esempio,  l'Accordo di Parigi. Inoltre, come osserva il presidente dell'Asvis Pierluigi Stefanini, la distanza dagli altri Paesi europei resta troppo ampia e sono ancora troppo forti in Italia le disuguaglianze territoriali, socio-economiche e di genere.

Per questo, il rapporto propone misure di breve e medio termine per portare l'Italia su un sentiero di sviluppo sostenibile. In particolare, consiglia  di completare l'iter di approvazione di alcune importanti leggi, come quella sul consumo di suolo, quella sulla gestione delle acque e di strategie come quella energetica e quella per la lotta ai cambiamenti climatici, che sono fondamentali per il futuro del Paese. Appare, inoltre, essenziale rendere operativa la governance della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile della quale la Presidenza del Consiglio dovrebbe assumere il coordinamento e procedere con la trasformazione del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (Cipe) in Comitato Interministeriale per lo Sviluppo Sostenibile.


Fonte: CIA Italia

Ok alla legge sui piccoli comuni, cibi Doc in 3 su 4ci

Tre piccoli comuni su quattro sono il territorio di riferimento per gli allevamenti destinati alla produzione di formaggi o salumi italiani a denominazione di origine (Dop), mentre nel 60 per cento si trovano gli uliveti dai quali si ottengono i pregiati extravergini riconosciuti dall’Unione Europea. E’ quanto afferma la Coldiretti nell’esprimere apprezzamento per la storica approvazione definitiva della legge per la valorizzazione dei Piccoli Comuni promossa da Ermete Realacci, che riguarda 5.567 centri al di sotto di cinquemila abitanti, pari al 70% del totale dei Comuni presenti sul territorio dove vivono 10 milioni di abitanti. Il Piemonte – precisa la Coldiretti – è la regione con maggior numero di piccoli comuni (1067) seguito dalla Lombardia (1055) e dalla Campania (338) ma in percentuale la piu’ alta densità di piccoli comuni sul totale regionale è in Valle d’ Aosta (99%) e Molise (92%).

Un obiettivo fortemente sostenuto negli anni dalla Coldiretti per tutelare e valorizzare un patrimonio naturale e paesaggistico, culturale e artistico senza eguali per la popolazione residente ma anche per il numero crescente di turisti italiani e stranieri che vanno alla ricerca dei tesori nascosti del Belpaese. Lo dimostra il fatto che – afferma la Coldiretti – i piccoli comuni sono il vero motore della vacanza enogastronomica tanto da aver legato il proprio nome a ormai note specialità: dal Puzzone di Moena al Sedano bianco di Sperlonga, dal carciofo di Montelupone al vino di Gavi, dai maccheroncini di Campofilone al Taleggio, dal Vin santo di Vigoleno al vino Loazzolo che rappresentano le Doc piu’ piccole d’Italia. Nei piccoli comuni si “coltiva” – sottolinea la Coldiretti – oltre la metà della produzione agroalimentare nazionale che ha reso celebre il Made in Italy nel mondo grazie alla presenza di oltre 300mila le imprese agricole impegnate quotidianamente per assicurare la salvaguardia delle colture agricole tradizionali, il mantenimento delle tipicità alimentari, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e dagli incendi per difendere un ambiente che offre grandi opportunità di sviluppo sostenibile.

Tra le varie misure, la legge dispone interventi in favore dei residenti e delle attività produttive insediate nei piccoli Comuni, alla promozione delle produzioni agroalimentari a filiera corta e al loro utilizzo anche nella ristorazione collettiva pubblica. Previsti anche provvedimenti per la manutenzione del territorio con priorità per la tutela dell’ambiente e la prevenzione del rischio idrogeologico. Si istituisce poi un Fondo, con una dotazione di 10 milioni di euro per il 2017 e di 15 milioni di euro per ciascuno degli anni a venire dal 2018 al 2023, per lo sviluppo strutturale, economico e sociale.


“Ora ci sono le condizioni per recuperare in queste aree i troppi ritardi infrastrutturali e nei servizi offerti con interventi che vanno dalle tecnologie informatiche alle scuole, dagli ospedali alle poste fino alle edicole” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel evidenziare “l’importanza di valorizzare le opportunità offerte dalla nuova agricoltura nel presidio del territorio e nel sociale in aree che devono fare i conti con la cronica carenza dei servizi alla persona”.

giovedì 28 settembre 2017

FOGLIE TV - "Cantine Aperte in Vendemmia" giunta alla 19^ edizione



La pioggia che ha colpito alcune zone della Puglia non ha fermato il popolo degli enoappassionati che domenica 24 settembre hanno preso parte a “Cantine Aperte in Vendemmia”, lo storico appuntamento del Movimento Turismo del Vino Puglia, giunto alla diciannovesima edizione. 
Una giornata dedicata alla scoperta della fasi di produzione del vino nelle dodici aziende che hanno aperto i battenti nel momento più importante dell’anno, per far vivere il fermento della vendemmia.
Degustazioni di vini, accompagnati da piatti della tradizione, hanno coinvolto grandi e piccini incuriositi dal percorso che trasforma l’uva in vino. Non sono mancati i winelover più sportivi, quelli dell'associazione FIAB Ruotalibera Bari che, in concomitanza con la Giornata Europea della Mobilità Sostenibile, hanno pedalato fra natura e buon bere facendo tappa a Lizzano. 
Il prossimo appuntamento nelle aziende socie del Movimento Turismo del Vino Puglia, è per domenica 12 novembre con "Cantine Aperte a San Martino".

Asia Fruit Logistisca, Numeri record

ASIA FRUIT LOGISTICA, svoltasi dal 6 all’8 settembre 2017 presso AsiaWorld-Expo di Hong Kong , si è conclusa con uno straordinario indotto di business proveniente dagli oltre 13.000 visitatori professionali di 76 Paesi.
Il numero dei visitatori è aumentato del 16% rispetto all’edizione precedente, fissando un nuovo record di partecipazione.
Circa il 70% dei visitatori proveniva dall’Asia, con 20 differenti mercati dell’area Pan-Asiatica rappresentati. Principalmente i visitatori provenivano da Cina, Hong Kong, India, Taiwan, Corea, Malesia, Indonesia, Singapore, Nuova Zelanda, Giappone e Australia.
“Siamo entusiasti dell’intensa e dinamica attività di business nel quartiere espositivo grazie ad ASIA FRUIT LOGISTICA di quest’anno.” – commenta Wilfried Wollbold, direttore commerciale di Global Produce Events, organizzatore dell’evento – “I risultati sottolineano il ruolo di ASIA FRUIT LOGISTICA, quale Salone professionale leader nel continente asiatico per il settore dell’industria ortofrutticola.”
I visitatori professionali di ASIA FRUIT LOGISTICA hanno avuto, inoltre, la sorpresa di trovare un Salone cresciuto di oltre un terzo rispetto all’ultima edizione in termini di spazio espositivo.
Anche il numero degli espositori è aumentato di oltre 150 presenze rispetto all’edizione 2016. Un totale di 813 espositori provenienti da 43 Paesi hanno partecipato a questa edizione di ASIA FRUIT LOGISTICA, dove erano presenti inoltre 24 National Pavilions.
La Cina è rimasta naturalmente la più importante presenza espositrice all’ASIA FRUIT LOGISTICA con un record di partecipazione grazie ad un incremento di oltre il 50% rispetto alla passata edizione. Il secondo Paese più importante, presente al Salone, è stato l’Italia, seguito a stretto giro da Egitto e Australia che si sono posizionati rispettivamente al terzo e quarto posto in termini di numero di espositori.
Anche la Spagna quest’anno è entrata nella top-five dei Paesi espositori con oltre 40 aziende che hanno presentato prodotti e servizi. Al sesto posto, invece, troviamo il Sud-Africa con un numero di espositori triplicato (33 aziende).
Circa la metà degli espositori di ASIA FRUIT LOGISTICA proveniva dal continente Oceania, mentre l’Europa contava per un quarto di tutti gli espositori; seguiti da America (15%), Africa (12%), Medio Oriente (4%).
Importante sottolineare il debutto di 5 Paesi tra i partecipanti di ASIA FRUIT LOGISTICA: Costa Rica, Finlandia, Giordania, Ucraina ed Uzbekistan.

Fonte: Corriere Ortofrutticolo