venerdì 31 marzo 2017

FOGLIE TV - "Tutti uniti il 3 Aprile a Bari per far vincere la vera agri...



Prima riunione nel territorio della Bat (Barletta, Andria, Trani) per il Movimento per l'Agricoltura.  L'incontro a Bisceglie presso l'Associazione Pegaso è servito per mettere a punto e delineare al meglio le azioni e la protesta contro la nuova legge sul caporalato che il Movimento perseguirà lunedì prossimo 3 aprile a Bari dinanzi alla Prefettura. L'obiettivo è quello di far aprire gli occhi sulle problematiche del settore primario a chi può dare una mano (politici, associazioni, consumatori etc) per risolverle, affinchè "tutti uniti si faccia vincere la vera agricoltura".

Pac: Cia, serve radicale riforma, più attenzione a imprese

L'attuale Pac ha bisogno di una radicale riforma, in quanto ha centrato uno solo dei macro obiettivi che si proponeva, quello di garantire produzione alimentare di qualità. E' quanto afferma la Cia-Agricoltori italiani nell'ultima giornata della sua Conferenza economica a Bologna centrata sul dibattito della riforma della Pac post 2020.

La Cia, con l'intervento del vicepresidente Antonio Dosi, sottolinea anche gli altri punti su cui ha fallito la politica agricola comune delineata venti anni: assicurare un reddito adeguato agli agricoltori; favorire la gestione sostenibile delle risorse naturali e contrastare gli effetti del cambiamento climatico; promuovere lo sviluppo territoriale locale equilibrato e inclusivo e realizzare una concreta semplificazione amministrativa.

"Dal 2020 - osserva Dosi - la Pac dovrà essere maggiormente finalizzata all'impresa, alla filiera e al territorio", nel riconoscimento del'importanza del settore agricolo. Il 45% della superficie Ue è infatti agricola e nel settore sono attive 14 milioni di aziende che impegnano 30 milioni di persone con un fatturato di oltre 340 miliardi di euro.

La Cia lancia dalla Conferenza le sue proposte per un diverso indirizzo delle risorse Pac: dare un maggior riconoscimento al ruolo dell'agricoltura inteso come mix sia di produzione che di attività interconnesse, facendo sì che l'azienda, a seconda di dove si trova (in specie nelle aree interne) e dell'attività che svolge, possa percepire un pagamento accessorio; prevedere supporto all'aggregazione e alle organizzazioni di mercato; prevedere interventi per la competitività, valorizzando i progetti migliori; assicurare strumenti per la gestione del rischio e la difesa del reddito.

La nuova Pac - conclude la Cia - deve investire nei territori, rafforzare la partecipazione dei cittadini mediante livelli di occupazione elevati e di qualità, sostenendo lo sviluppo socio-economico delle aree rurali.

Fonte: Ansa.it

Unimpresa: in dieci anni persi oltre 100.000 posti di lavoro in agricoltura

Meno burocrazia e porte aperte all'innovazione. Ecco la ricetta di Unimpresa per rilanciare l'agricoltura in Italia, settore che negli ultimi anni ha sofferto enormemente la crisi economica. L'associazione ha realizzato uno studio che mette sotto la lente d'ingrandimento tutte le difficoltà di un settore che in dieci anni ha perso oltre centomila lavoratori: mancano società innovative e sono pochi i ragazzi che ricevono una formazione adeguata per creare da zero un'azienda agricola.

I dati di Unimpresa
I centomila posti di lavori persi in dieci anni sono solamente una piccola parte della ricerca di Unimpresa. Lo studio mette in evidenza che dal 2005 al 2015 la produzione del settore agricolo è passata da 50 miliardi a 57 miliardi, con una crescita del 14%, nettamente inferiore alla media dei Paesi dell'Unione Europea che si attesta al 22%. La presenza di aziende innovative avrebbe permesso di aumentare la produzione e di perdere meno posti di lavoro.

Problema esportazioni
Altro problema riguarda il rapporto tra esportazioni e importazioni. Nel 2015 le esportazioni hanno toccato 6,6 miliardi, in aumento di 2,5 miliardi rispetto al 2005. Ma a preoccupare è soprattutto il dato delle importazioni: nel 2015 sono stati acquistati dall'estero prodotti agricoli per 13,8 miliardi di euro, un aumento di oltre 4 miliardi rispetto a 2005.

Patto con il governo
Per risollevare un settore in difficoltà, Unimpresa ha lanciato un progetto che vedrebbe impegnato anche il governo. Infatti l'associazione denuncia una carenza di formazione soprattutto tra i ragazzi che hanno scelto un indirizzo professionale alle scuole superiori. Nessuna visione strategica, poca capacità di prendere decisioni importanti e soprattutto nessuna conoscenza di nuovi metodi innovativi per aumentare la produzione e per rendere efficiente la propria azienda: queste le problematiche da risolvere al più presto secondo Unimpresa.

Sinergia tra istituzioni e imprese agricole
Nel "piano di governo del settore agroalimentare" proposto da Unimpresa, le istituzioni centrali dovrebbero lavorare a stretto rapporto con le imprese agricole per trovare un accordo che permetta una maggiore collaborazione tra Università e scuola agrarie, in modo da formare ragazzi veramente pronti ad affrontare le sfide che il settore agricolo dovrà affrontare nei prossimi anni.

Fonte: quifinanza.it

giovedì 30 marzo 2017

Brexit: Coldiretti, +33% export prosecco, uk primo mercato

La Brexit non scalfisce l’amore degli inglesi per il Prosecco con la Gran Bretagna che è diventata nel 2016 il primo mercato mondiale di sbocco dello spumante italiano con le bottiglie esportate che hanno fatto registrare un aumento record del 33% per un valore di 366 milioni di euro mai registrato prima. E’ quanto emerge dall’analisi divulgata dalla Coldiretti su dati Istat relativi al 2016 in occasione dell’avvio della procedura per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione. In Gran Bretagna – sottolinea la Coldiretti - sono state spedite il 30% delle bottiglie esportate, in pratica quasi 1 su 3, nonostante il rapporto di cambio si sia fatto piu’ sfavorevole con la svalutazione della sterlina. Una dimostrazione dell’apprezzamento conquistato dalle bollicine italiane che le rendono difficilmente sostituibili anche per l’ottimo rapporto prezzo qualità. La Gran Bretagna - continua la Coldiretti - è il quarto sbocco estero dei prodotti agroalimentari nazionali Made in Italy con un valore di ben 3,2 miliardi nel 2016, rimasto sostanzialmente stabile (+0,7%).  La voce più importante - sottolinea la Coldiretti - è rappresentata proprio dal vino e dagli spumanti seguiti dalla pasta, dall’ortofrutta, dai formaggi oltre un terzo dei quali è rappresentato da Parmigiano Reggiano e Grana Padano ma va forte anche la mozzarella di bufala campana. A preoccupare della Brexit - sostiene la Coldiretti - non è solo la svalutazione della sterlina che rende più oneroso l’acquisto di prodotti Made in Italy, ma anche il rischio che con l’uscita dall’Unione Europea si affermi in Gran Bretagna una legislazione sfavorevole. A pagare un conto salato sono state per ora le esportazioni di olio di oliva Made in Italy che con l’esito del referendum sono crollate con una riduzione record del 9%, dopo essere aumentate del 6% nella prima metà del 2016, secondo l’analisi della Coldiretti. A pesare sugli acquisti di olio di oliva italiano è stato infatti – continua la Coldiretti - anche il sistema di etichettatura a semaforo che la Gran Bretagna ha deciso indipendentemente di far adottare al 98% dei supermercati inglesi. L’obiettivo del semaforo era quello di diminuire il consumo di grassi, sali e zuccheri ma – sottolinea Coldiretti - non basandosi sulle quantità effettivamente consumate ma solo sulla generica presenza di un certo tipo di sostanze, finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti come l’olio extravergine d’oliva e per promuovere, al contrario, le bevande gassate senza zucchero, fuorviando i consumatori rispetto al reale valore nutrizionale.

Fonte: Coldiretti

FOGLIE TV - OP Arca Fruit inaugura il 2017 di "Frutta nelle Scuole"



OP Arca Fruit porta la frutta nelle scuole pugliesi, lucane, toscane, abruzzesi e umbre per un totale di circa 200mila bambini facendo conoscere ed apprezzare gli aspetti di gusto e di salubrità ai più piccoli affinchè crescano con sane  abitudini alimentari. OP Arca Fruit si è infatti aggiudicata il Lotto 7 (Basilicata – Puglia) e quello 9 (Toscana – Umbria - Abruzzo)  del programma europeo "Frutta nelle Scuole" (progetto finanziato con fondi comunitari e nazionali e gestito dal Mipaaf) . L'attività non si limita alla sola distribuzione della frutta; per incoraggiare e motivare i bambini al consumo di frutta, Arcafruit ha infatti ideato una serie di attività parallele: tra queste, nei giorni scorsi, la visita di scolaresche e insegnanti presso le strutture aziendali dove avvengono i processi di lavorazione e confezionamento della frutta. Grande entusiasmo fra i bambini per una febbre da frutta fresca che..fa bene alla salute!

“Frutta fresca nelle scuole”: alla OP ‘Arca Fruit’ la distribuzione di frutta per 200.000 alunni di 5 regioni italiane

La OP di Bisceglie si aggiudica 2 lotti del programma - Il 3 aprile in vetrina  a Milano.

Bisceglie(Bat)-Parla pugliese la OP (Organizzazione di Produttori)ortofrutticola che si è aggiudicata due lotti del programma “Frutta nelle scuole”, il programma finanziato dalla Unione Europea per incrementare i consumi di frutta e verdura da parte dei bambini, sostenere abitudini alimentari più corrette ed  una nutrizione più equilibrata. Da qualche giorno e sino alla fine dell'anno scolastico 2016/2017, la OP  ARCA FRUIT società cooperativa distribuirà infatti frutta fresca a non meno di 200.000 alunni delle elementari di 5 regioni: Toscana, Umbria, Abruzzo, Puglia e Basilicata. Per la OP con sede a Bisceglie, nella Bat, riconosciuta nel 2012  e cresciuta sino a contare 250 soci tra produttori ortofrutticoli singoli  e 5 cooperative agricole, l'aggiudicazione dei due lotti costituisce un impegno organizzativo e logistico di grande impatto che consiste nella distribuzione, per tutti i giorni del calendario scolastico, di confezioni di frutta da 160 grammi nelle regioni interessate. Per questa OP -  i cui soci sono distribuiti soprattutto nel nord e nel sud est barese, oltre che nel foggiano -  è un ulteriore salto di qualità nella produzione e commercializzazione di ortofrutta. Nella superficie agricola utilizzata (Sau) dai soci si coltiva soprattutto frutta, il 75% del totale, ed ortaggi per la parte residua e nel comparto frutticolo prevalgono nettamente uva da tavola (60%) e ciliegie (40%). Anche se la innovazione è la parola d'ordine. “Stiamo innovando la gamma puntando -spiega Sergio Curci, presidente di ARCA FRUIT  – anche su albicocche e fichi fioroni”.
Tra i progetti di questa OP vi è anche l'ingresso in una  Associazione di Op (AOP), “un obiettivo -aggiunge Curci- che ci poniamo nel medio termine come obiettivo indispensabile per crescere ancora in volumi prodotti e commercializzati, oltre che in fatturato che, nel 2016, ha raggiunto i 13 milioni di euro”.
Con questi risultati all'attivo non sorprende che ARCA FRUIT abbia deciso di partecipare a Milano il prossimo 3 aprile, all'Hotel Carlton Baglioni, a “ Benevenuti in Puglia  2017”, la vetrina internazionale del brand Puglia  che promuove le eccellenze agroalimentari della regione, oltre che quelle  turistiche e culturali. La OP promuoverà a Milano le produzioni frutticole (uva, albicocche, ciliegie) e orticole (verdure) tipiche della Puglia esaltandone le caratterisiche organolettiche e salutari così  da incentivarne il consumo. “Saremo a Milano il 3 aprile-conclude Curci-perchè Benevenuti in Puglia è una delle vetrine più importanti del food della regione.I soci ci hanno chiesto di esserci perchè è una vetrina prestigiosa per promuovere nei mercati del nord Italia e del centro Europa le nostre eccellenze”.



 Ufficio  Stampa  ARCA FRUIT

Agricoltura: Cia, valore cresce ma allarme redditi -8%

L'agricoltura crea valore, ma non 'paga' chi la fa. Mentre infatti il comparto fattura oltre 57 miliardi di euro sui campi, i redditi degli agricoltori calano dell'8% annuo (contro la media Ue del 2%). E' quanto sottolinea la Cia-Agricoltori Italiani durante la sua VIII Conferenza economica, in corso a Bologna, nel sottolineare il "paradosso" di una realtà, quella agroalimentare, che vede l'export del Made in Italy macinare un record dopo l'altro, superando la soglia di 38 miliardi mentre i prezzi pagati ai produttori diminuiscono di un altro 5% nell'ultimo anno.

Ancora, mentre il settore primario crea occupazione con quasi 1,2 milioni di unità attive, l'imprenditore agricolo perde un giorno di lavoro su quattro per assolvere pratiche e adempimenti burocratici. Per pagare un caffè al bar, l'agricoltore tipo dovrebbe mettere sul bancone oltre 2 chili di riso o almeno 11 uova - ricorda la Cia - Ma anche per comprare un biglietto del cinema un produttore dovrebbe vendere quasi 18 chili di patate, che oggi 'valgono' circa 45 centesimi al chilo, mentre al consumatore vengono proposte a 1,50 euro con un ricarico del 233%.

Per questo la Confederazione dai tavoli della conferenza rilancia il progetto del "Network dei Valori", su cui sta lavorando per raccogliere adesioni e contributi dopo averlo presentato all'Assemblea nazionale dello scorso novembre. La proposta della Cia è di creare accordi sinergici codificati tra l'agricoltura, l'artigianato, il commercio, la logistica e gli enti locali per costruire un percorso virtuoso intorno alle produzioni agroalimentari. Con un codice di tracciabilità 'ad hoc' da apporre sul packaging dei cibi.


"Il progetto è ambizioso - osserva la vicepresidente vicaria della Cia Cinzia Pagni - ma è una strada che bisogna percorrere perché porterebbe benefici a tutti i comparti coinvolti. Da una prima proiezione della fattibilità del progetto, secondo la Cia si potrebbero risparmiare circa 18 miliardi di euro.


Fonte: Ansa.it