giovedì 29 ottobre 2020

Vendemmia 2020: più qualità che quantità, produzione in calo del 2%

 

Una vendemmia ottima nella qualità e misurata nella quantità con una produzione complessiva di vino e mosto di 46,6 milioni di ettolitri, in lieve flessione del 2% rispetto ai 47,5 milioni di ettolitri del 2019. E' il responso definitivo della vendemmia italiana 2020, elaborato da Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini.

 

La stima registra un lieve calo anche rispetto alle prime stime di settembre (-1%, a 47,2 milioni; dato ripreso da Oiv per il nostro Paese e diffuso oggi per le previsioni mondiali) dovuto a minori rese sia in campo che in cantina, ma che vede crescere l'asticella della qualità, con uno standard che grazie al meteo si è elevato di settimana in settimana, con punte di eccellenza in quasi tutto il Paese anche dopo le piogge di fine settembre.

 

 

 

In calo raccolta al centro sud, Sardegna al top

La vendemmia di quest'anno vede una raccolta molto promettente, anche per il futuro commerciale dell'Italia, principale produttore mondiale di vino al mondo. E' il responso definitivo della vendemmia italiana 2020, elaborato da Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini.

 

La geografia della raccolta, perfetta anche dal punto di vista dello stato fitosanitario delle uve, segna la contrazione maggiore per le regioni del Centro e Sud Italia, a partire dalla Toscana (-21%) fino alla Sicilia (-20%), all'Umbria e al Lazio (-10%). In controtendenza la Sardegna (+20%). In equilibrio il Veneto (+1%), che con 11 milioni di quintali di vino previsti mantiene il primato produttivo nazionale, seguito dalla Puglia, in calo dell'8% e dall'Emilia Romagna (+10%). In crescita, in un contesto generale che si posiziona sotto la media quantitativa dell'ultimo quinquennio, anche importanti regioni produttive come Abruzzo (+6%), Trentino Alto Adige (+5%), Lombardia (+10%) e Marche (+5%), mentre cala di 9 punti il Friuli Venezia Giulia.

Agronomi e forestali incontrano il ministro Costa

 

Un incontro molto proficuo, quello che si è tenuto tra Sabrina Diamanti, Presidente CONAF e Sergio Costa, Ministro dell’Ambiente. Un appuntamento denso di argomenti poiché l’attività e del Ministero e gli obiettivi che si è dato il Ministro sono in gran parte comuni a quelli dell’Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali.

 

Con il congresso di Matera, da cui è uscita la Carta di Matera, l’Ordine ha confermato di voler stare in prima linea per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità indicati dall’ Agenda 2030 dell’ONU. L’incontro con il Ministro Costa, che ringrazio, non poteva che cominciare da queste basi che accomunano l’attività dell’Ordine e quella del Ministero dell’Ambiente” – dichiara Sabrina Diamanti, Presidente CONAF - “Si tratta di temi complessi, il cui impegno potrà avere effetti nel lungo periodo, come sono la lotta alla desertificazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, ma c’è la comune volontà di operare nella stessa direzione”.

 

L’incontro, svolto in videoconferenza, si è poi concentrato su alcuni dei temi più di attualità, in cui le sinergie tra istituzioni possono essere maggiori. Si è discusso della Strategia per la biodiversità e della Politica Agricola Comunitaria, che si pone gli obiettivi quali il rispetto dell’ambiente, la salvaguardia della biodiversità, la riduzione degli inquinanti. A tal proposito è stata l’occasione per discutere del disegno di legge “Terra Mia” contro l'inquinamento ambientale e le agromafie.

Collegato alla tutela dell’ambiente, il PAN: è stato riproposto il tema dell’atto fitoiatrico, e il riconoscimento anche da parte del Ministero dell’anomalia che per la salute umana ed animale la prescrizione è a cura di un medico o un veterinario, mentre per l’impiego di fitofarmaci, che hanno un impatto sull’ambiente e di conseguenza sulla salute umana, no.

Un altro punto toccato è quello della salvaguardia del territorio e delle norme a contrasto del dissesto idrogeologico, con la proposta di un tavolo di concertazione per definire alcuni aspetti tecnici e gestionali. Sempre in ambito di collaborazione il Ministro ha accolto la richiesta del CONAF di inserire anche i dottori agronomi e forestali nel corpo dei Caschi Verdi, la task force di esperti qualificati che forniranno supporto nelle aree protette e nei territori italiani riconosciuti in ambito internazionale.

Fonte: CONAF

Ultimo appuntamento per i convegni OP Arca Fruit: “Incremento sostenibile della produttività”

 

Quinto appuntamento per i convegni OP ARCA FRUIT del progetto attuato nella SM 1.2 del PSR Puglia 2014-2020, su “Incremento sostenibile della produttività”.

 

Nell’incontro di domani, venerdì 30 Ottobre, disponibile in streaming, per via delle restrizioni imposte dal nuovo Dpcm, gli eventi formativi, inizialmente previsti dal vivo, si sono svolti esclusivamente online.

L'evento sarà visibile in streaming su Google Meet: https://meet.google.com/swn-dwjr-hnn

I temi dell’incontro:

- Incremento sostenibile della produttività

- Tecniche agronomiche di potatura integrata e meccanizzata

- Tecniche per la nutrizione

 

Di seguito il programma:

Saluti

SERGIO CURCI - Presidente OP ARCA FRUIT

Intervento: Nutrizione e della Potatura delle piante arboree

Relatori

Prof. PASQUALE LOSCIALE - Dipartimento di Scienze del suolo, della pianta e degli alimenti

Intervento: Tecniche di nutrizione delle piante

 

Obiettivi

Fornire basi tecniche ed agronomiche di potatura e nutrizione integrata e meccanizzata

Cso Italy: consumi al ribasso per tre mesi consecutivi

 

Nello scorso agosto, per il terzo mese consecutivo, gli acquisti di frutta e verdura degli italiani hanno mostrato un trend al ribasso: -3,6% rispetto allo stesso mese del 2019, per un totale di 450 mila tonnellate. Nel dettaglio i volumi di frutta acquistati sono stati pari a 262 mila tonnellate, -5,6% anno su anno, mentre per gli ortaggi tale contrazione si è fermata a -0,7% per un totale di 187 mila tonnellate. Ha retto ancora una volta il biologico, con quantitativi pressoché in linea con quelli dello scorso agosto.

 

Un quadro complicato quello descritto dall’Osservatorio di mercato di Cso Italy sulla base delle rilevazioni Gfk, non solo per le abitudini d’acquisto delle famiglie italiane ma anche riguardo all’andamento dei prezzi. “Se da una parte si può parlare di quotazioni medie sostanzialmente stabili per l’intera categoria, pari a 1,72 euro/kg (+1%), analizzando meglio si notano due situazioni molto differenti tra loro. Per la frutta infatti i prezzi sono in crescita dell’8,4%, con una media pari a 1,69 euro/kg, mentre per gli ortaggi si è assistito ad una caduta del 7,5% (con un prezzo medio pari 1,76 euro/kg). Se si considera poi il prodotto confezionato, a fronte di un incremento dei volumi acquistati del 5% si ha una contrazione del prezzo medio del 3%”, riporta Daria Lodi di Cso Italy.

 

Tra le dieci specie frutticole più acquistate in agosto ci sono le angurie, con 61mila tonnellate (-4% rispetto ad agosto 2019), i meloni con 36 mila tonnellate (-5%), le pesche con 34 mila tons (-13%), l’uva, che con 22 mila tonnellate vendute registra un’importante risalita rispetto al 2019 tornando ai livelli del 2018, le banane (19 mila tons, -4%), le nettarine (16 mila tons, -13%), le mele (in crescita dell’11% per circa le 15 mila tonnellate), i limoni (8 mila tons, -11%), le susine (8 mila tons, -14%) e le albicocche, crollate in un anno del 55% per un totale acquistato di sole 7.600 tonnellate.

In contro-tendenza e degni di nota per gli incrementi registrati - sebbene fuori dalla top 10 dei prodotti più venduti - ci sono, in base ai dati dell’Osservatorio di Mercato, le pere (+36%), i kiwi (+41%) e le fragole (+13%).

 

Per quel che riguarda gli ortaggi, in agosto i più acquistati sono stati i pomodori con 40 mila tonnellate (-5%), le patate con 30 mila tonnellate (+12%), le zucchine con poco meno di 16 mila tons (-11%), le insalate con 13 mila tons (-6%), le melanzane con 13 mila tons (+1%), le carote con 12 mila tonnellate (+15%), i peperoni con 11 mila tons (+3%), le cipolle con 9 mila tons (+15%), i cetrioli con 7.300 tonnellate (-5%) e i fagiolini con 6.300 tonnellate (-12%).

Balzo da sottolineare per le insalate di IV Gamma, in ripresa dopo la debacle dei mesi precedenti, con un +6% anno su anno.

 

Nell’analisi dei canali di distribuzione interessati, la Gdo segna un timido +1% dei volumi. A fronte di un incremento degli acquisti in supermercati (+3%) e superette (+17%) si registra una contrazione delle vendite di frutta e verdura in ipermercati (-3%) e discount (-2%). Prosegue purtroppo la caduta libera d

 

"Facendo un’analisi dei primi 8 mesi dell’anno - commenta il direttore dell’Osservatorio di Mercato di Cso Italy, Elisa Macchi - il totale supera i 4 milioni di tonnellate di ortofrutta acquistata. Il saldo nel confronto con lo scorso anno è ancora positivo (+1%) grazie al buon andamento dei consumi nei mesi di lockdown. Se però il trend restasse anche a settembre - i dati sono in corso di elaborazione - lo stesso degli ultimi tre mesi, tale bilancio diventerebbe negativo. In particolare, nel confronto gennaio-agosto 2020 sul 2019, la frutta segna già una contrazione dell’1%, con un totale di un milione 837.800 tonnellate acquistate. Reggono gli ortaggi, che con un +4% salvano, per il periodo in esame, la categoria".

 

Fonte: Ufficio stampa Cso Italy

Ancora nuovi focolai nella piana degli ulivi monumentali

 

La Piana dei monumentali, patrimonio dell’umanità, è sotto assedio. L'ultimo aggiornamento del monitoraggio (certificati Selge n. 331, 335 e 340) segnala 14 nuovi olivi infetti, 13 dei quali nella Piana (1 a Monopoli, 4 a Fasano e 8 ad Ostuni), tutti individuati in nuovi e diversi focolai, mentre il quattordicesimo è a Ceglie Messapica, al confine con l’agro di Martina Franca.

L'osservazione della mappa sul portale regionale Emergenza Xylella desta oggettiva preoccupazione: Monopoli ricorda la situazione dello scorso anno di Fasano, che invece adesso appare simile ad Ostuni nel 2019. In quest'ultimo comune si rileva oggi un'impennata quasi esponenziale nel numero di nuovi focolai, esattamente come è avvenuto l’anno scorso a Carovigno, territorio ormai non più sottoposto a monitoraggio.

Per la conclusione del monitoraggio, quando sarà campionata la parte più meridionale della zona di contenimento e non ancora esplorata (inclusa ad es. la parte più a sud dell’agro di Ostuni), ci si aspetta di intercettare la maggiore concentrazione di piante infette.

Fonte: Infoxylella

Decreto Ristori: indennizzi anche per il settore agricolo

 

Nel Decreto Ristori il Governo ha approvato un pacchetto di misure dalle risorse immediate e a fondo perduto, per il sostegno ai lavoratori e ai settori produttivi coinvolti dalle limitazioni del DPCM 24 Ottobre 2020, nonché dal perdurare dello stato di emergenza legato alla crisi Covid.

 

Un significativo sostegno economico, per un valore complessivo di 5,4 miliardi di euro, che riguarda anche il comparto agricolo e il settore Horeca per un totale di 100 milioni di euro.

 

Contributi a fondo perduto

Le imprese dei settori penalizzati dalle nuove restrizioni riceveranno contributi a fondo perduto con  la stessa procedura dei contributi previsti dal decreto Rilancio. La platea dei beneficiari includerà anche le imprese con fatturato superiore a 5 milioni di euro (ristoro pari al 10% del calo del fatturato). Potranno fare domanda anche le attività che non hanno usufruito di precedenti contributi, mentre l’erogazione è automatica sul conto corrente, entro il 15 novembre, per chi aveva già fatto domanda e ottenuto il contributo. L’importo dell’indennizzo varierà dal 100% al 400% di quanto previsto in precedenza, in funzione del settore di attività dell’esercizio.

 

Fondo perduto per agricoltura e pesca

Gli indennizzi vengono concessi a tutte quelle imprese della filiera agricola che hanno avviato la propria attività dopo il 1° gennaio 2019 e che hanno subito una flessione sul fatturato superiore al 25% nel novembre 2020 rispetto allo stesso mese del 2019. Inoltre, per tutto il settore agricolo, è prevista la cancellazione della rata di novembre dei versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali. Le misure citate vengono illustrate rispettivamente all'articolo 8 e 17 del Decreto Ristori.

 

Fondi per alcuni settori

- 400 milioni per agenzie di viaggio e tour operator;

- 100 milioni per editoria, fiere e congressi;

- 100 milioni di euro per il sostegno al settore alberghiero e termale;

- 400 milioni di euro per il sostegno all’export e alle fiere internazionali.

NutrInform Battery: Firmato il decreto che introduce il logo del modello di etichettatura volontaria italiana

 

Informazioni chiare, semplici ma allo stesso tempo complete, che consentono al consumatore di fare scelte pienamente consapevoli per la propria alimentazione.

 

E' stato firmato dalla Ministra Bellanova il decreto che introduce il logo nutrizionale facoltativo denominato "NutrInform Battery", finalizzato a rendere più facilmente leggibili da parte dei consumatori le informazioni nutrizionali degli alimenti e ne sancisce le norme relative al suo utilizzo. Una volta firmato da tutti e tre i Ministeri competenti (Sviluppo Economico, Salute e Politiche Agricole), il provvedimento sarà inviato per la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

 

Il logo indica il contenuto di energia, grassi, grassi saturi, zuccheri e sale presente in una singola porzione di alimento. Il contenuto energetico è espresso sia in Joule che in Calorie mentre il contenuto di grassi, grassi saturi, zuccheri e sale sono espressi in grammi. Inoltre, all'interno del simbolo a "batteria" è indicata la percentuale di energia, grassi, grassi saturi, zuccheri e sale apportati dalla singola porzione rispetto alle quantità giornaliere di assunzione raccomandata.

 

"Oggi finalmente possiamo presentare il logo nutrizionale facoltativo italiano, il Nutrinform, che prende in considerazione il fabbisogno quotidiano di sostanze nutritive, in modo da favorire una scelta consapevole da parte dei consumatori per un'alimentazione sana, variata e bilanciata", Cosi la Ministra Teresa Bellanova. "Siamo soddisfatti del lavoro fatto insieme alla filiera agroalimentare e ai ministeri della Salute e dello Sviluppo economico e siamo convinti della bontà di questo sistema che mette al centro il consumatore e non il mercato globale, valorizza la capacità critica del cittadino che non deve essere fuorviato da colori o immagini che nulla hanno di scientifico e difende il patrimonio unico della dieta mediterranea", ha sottolineato la Ministra. "Ora ci aspettiamo che il nostro sistema venga opportunamente valutato dall'Europa dal punto di vista scientifico, in quanto esperienza nazionale".

 

"La dieta e il benessere alimentare sono concetti molto più complessi di un algoritmo - ha continuato Bellanova - e ancora una volta voglio ribadire un concetto per me fondamentale: i consumatori hanno diritto a essere informati correttamente e le nostre eccellenze alimentari non possono essere penalizzate da semafori. La promozione di stili alimentari sani richiede un approccio multidisciplinare, incentrato sul concetto di 'dieta salutare'.  Il NutrInform è la nostra alternativa al Nutriscore, ma è di gran lunga migliore. Non è penalizzante, non dà patenti di buono o cattivo: informa".

 

"Per questo motivo", conclude la Ministra, "ci stiamo impegnando con tutte le forze nei tavoli europei affinché su un tema così importante, quale l'alimentazione, non si scelgano soluzioni semplicistiche, come l'etichettatura a semaforo, ma sia avviata una valutazione di impatto seria relativamente alla futura legislazione europea in materia di etichettatura nutrizionale fronte-pacco. Vogliamo che la Commissione si orienti verso uno schema volontario capace di informare in modo trasparente il consumatore, senza orientarne le scelte e senza penalizzare, in maniera paradossale, prodotti mediterranei come l'olio che sono alla base dell'alimentazione del nostro Paese e di cui secoli di tradizione ci hanno mostrato i benefici effetti sulla salute e il benessere umani".

 

Il provvedimento, adottato ai sensi dell'art. 35 del Reg. (CE) n. 1169/2011, che prevede la possibilità per gli Stati Membri di raccomandare l'indicazione delle informazioni nutrizionali obbligatorie, previste dallo stesso regolamento, anche con altre forme di espressione, ivi inclusi simboli grafici, allo scopo di facilitare la comprensione del contenuto dell'etichetta, è frutto di un lungo percorso di condivisone con la filiera agroalimentare e di approfondimenti scientifici svolti prima dalla Società IRI - Information Resources Inc. Italia e poi dall'Istituto Superiore di Sanità e dal CREA, che hanno testato questo tipo di etichettatura su campioni rappresentativi di consumatori.

 

Note tecniche

 

Il provvedimento definisce le norme relative all'utilizzo del logo nutrizionale facoltativo "NutrInform Battery", finalizzato a rendere più facilmente leggibili da parte dei consumatori le informazioni nutrizionali obbligatorie ai sensi del Reg. (CE) n. 1169/2011.

 

Il logo indica il contenuto di energia, grassi, grassi saturi, zuccheri e sale presente in una singola porzione di alimento.  Il contenuto energetico è espresso sia in Joule che in Calorie mentre il contenuto di grassi, grassi saturi, zuccheri e sale sono espressi in grammi.

All'interno del simbolo a "batteria" è indicata la percentuale di energia, grassi, grassi saturi, zuccheri e sale apportati dalla singola porzione rispetto alle quantità giornaliere di assunzione raccomandata.

A tale scopo gli operatori dovranno fare riferimento alle Assunzioni di Riferimento, ovvero le quantità giornaliere medie raccomandate di energia e nutrienti, indicate nell'Allegato XIII del Regolamento (UE) n. 1169/2011.

L'indicazione nel simbolo a "batteria" consente quindi di capire quanto i nutrienti contenuti in un dato alimento contribuiscono percentualmente alle esigenze quotidiane di un adulto di riferimento.

 

 

Esclusioni

 

Il campo di applicazione del logo nutrizionale esclude:

a. gli alimenti confezionati in imballaggi o in recipienti la cui superficie maggiore misura meno di 25 cm²;

b. i prodotti DOP, IGP e STG di cui al regolamento (UE) n. 1151/2012 in ragione del rischio che l'apposizione di ulteriori loghi impedisca al consumatore di riconoscere il marchio di qualità.

 

Adesione degli operatori

 

Gli operatori del settore alimentare che intendono utilizzare il logo "NutrInform Battery" dovranno informare il Ministero della Salute - Direzione generale per l'igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione, con modalità che saranno successivamente comunicate.

 

Gli operatori del settore alimentare che applicano volontariamente il logo nutrizionale "NutrInform Battery", si impegnano ad estenderlo progressivamente a tutti i prodotti appartenenti alla medesima categoria merceologica.

 

 

La veste grafica (di seguito)

 

 

La dimensione del logo, i colori e gli altri dettagli tecnici per la stampa, saranno resi pubblici in un manuale d'uso che sarà messo a disposizione degli operatori.

Avversità climatiche: una lotta impari per gli agricoltori

 

Che le produzioni agricole siano sempre state condizionate dagli andamenti climatici è noto fin da che modo è mondo ed è tanto più vero ora in virtù dei cambiamenti climatici in atto che si possono sintetizzare, in estrema sintesi, con l’alternarsi di periodi piovosi con precipitazioni che tendono a intensificarsi (violenti nubifragi) e a distribuirsi su un numero minore di giorni e di lunghi periodi di siccità.

Gli effetti più drammatici di queste anomalie climatiche finiscono per aggravare proprio la situazione di quei settori produttivi più in difficoltà come, ad esempio, l’olivicoltura che proprio in questo periodo ci si appresta alla raccolta delle olive, con un certo anticipo rispetto alla tradizione, un po' per scelta per ottenere un prodotto migliore, un po' per la naturale anticipazione della maturazione in seguito ai cambiamenti climatici, appunto.

È in corso un dibattito sulla crisi del settore olivicolo e sulle prospettive future ma intanto con gli oliveti in atto siamo giunti ad una nuova raccolta dopo un’estate caratterizzata da un lungo periodo di siccità e la conseguente mancanza di acqua ha drasticamente rallentato la crescita delle olive, poi sono arrivate le piogge abbondanti, se non eccessive, dell’inizio di ottobre. Il risultato è stato che parte delle olive sono rimaste di dimensioni ridotte, con poca polpa quindi, altre invece si sono “rigonfiate” di acqua, per cui, nelle zone più colpite dalla siccità prima e dalle piogge poi, alle prime frangiture si sono avute rese bassissime oscillanti fra 5 e 10 litri di olio per 100 kg di olive quando, in genere, nelle stesse zone la resa oscilla normalmente tra 15 e 20 litri di olio.

È ovvio che con rese così basse, anche se l’olio è di ottima qualità, all’agricoltore quasi non conviene procedere alla raccolta.

Altro grave problema che si aggiunge al settore agricolo che, a parte qualche rara eccellenza, vede sempre più assottigliarsi il reddito per gli agricoltori. Eppure occorre riflettere anche su situazioni contingenti visto che gli andamenti climatici sono destinati, non solo a continuare, ma ad accentuarsi proprio negli eventi estremi. Nel caso specifico occorrerebbe pensare con urgenza a mettere in atto due azioni: incrementare il contenuto di sostanza organica del suolo e attuare l’irrigazione.

Sicuramente gli effetti dei lunghi periodi di siccità sono aggravati dalla progressiva degradazione dei suoli causata in primis da una drastica riduzione del contenuto di sostanza organica, sceso sotto quella soglia del 2% ritenuta indispensabile per assicurare una buona fertilità del suolo. In molti suoli il contenuto di sostanza organica è ormai sotto l’1%. È ampiamente dimostrato che le qualità strutturali dei suoli dipendono fortemente dalle interazioni con la sostanza organica, la quale fra le sue tante azioni ha anche quella di aumentare la ritenzione idrica, sia favorendo buone condizioni strutturali che garantiscono un ottimale sistema dei pori atti, appunto, a trattenere l’acqua (pori di riserva), sia attraverso la sua capacità di assorbimento dell’acqua stessa. Nell’oliveto occorrono quindi pratiche colturali sostenibili, come l’inerbimento, ma anche la somministrazione di materiali organici. A questo proposito è importante sottolineare che, attualmente, l’Italia ricicla il 47% dei residui alimentari, ben superiore alla media dei paesi dell’Unione Europea. Questa leadership europea potrebbe essere da stimolo per incrementare ancora la raccolta differenziata ed avere una rilevante produzione di compost di ottima qualità da usare anche in olivicoltura.

Per quanto concerne l’irrigazione è evidente che nel futuro ci troveremo sempre di più a fronteggiare lunghi periodi di siccità perché non piove, o meglio piove male, quindi occorre stimolare e sostenere le aziende a raccogliere e conservare l’acqua che cade con i violenti nubifragi e che, altrimenti, sarebbe interamente perduta, per essere poi utilizzata nei momenti del bisogno per l’irrigazione delle colture, olivo compreso, con impianti irrigui che riducono notevolmente i volumi di adacquamento e massimizzano l’efficienza idrica, come, ad esempio, l’irrigazione a goccia.

 

Autore: Marcello Pagliai

Fonte: Accademia dei Georgofili

L’inibizione Biologica della Nitrificazione: una strategia di frontiera per la gestione dell’azoto nei suoli ed il contrasto ai cambiamenti climatici

 

Uno studio europeo, coordinato dal centro di ricerca Agricoltura e Ambiente del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA), con la partecipazione delle Università di Vienna, Lione, Firenze, Padova, del Salento, del Netherlands Institute of Ecology (NIOO) e del Metabolomic Center di Vienna (VIME), ha evidenziato il ruolo cruciale di alcune piante nell’inibire il processo di nitrificazione attraverso un meccanismo noto come Inibizione Biologica della Nitrificazione (Biological Nitrification Inhibition - BNI).

 

La nitrificazione consiste nella trasformazione microbiologica dell’azoto ammoniacale del suolo e porta alla formazione di nitrati (NO3-) e protossido di azoto (N2O). Se da un lato i nitrati possono essere facilmente allontanati dal sistema suolo-pianta, causando inquinamento delle falde acquifere ed eutrofizzazione, dall’altro lato il N2O è un gas serra il cui potenziale di riscaldamento climatico è circa 300 volte maggiore quello dell’anidride carbonica. Su scala globale si stima che il 70% dell’azoto impiegato come fertilizzante (185 milioni di tonnellate di azoto/anno), non venga utilizzato dalle colture ma, dopo essere stato nitrificato, vada disperso nell’ambiente sotto forma di nitrati e gas serra, esacerbando problemi di inquinamento ambientale, riscaldamento globale e perdite economiche annue pari a circa 90 miliardi di dollari.

 

Una soluzione al problema potrebbe arrivare dall’Inibizione Biologica della Nitrificazione (Biological Nitrification Inhibition - BNI), un meccanismo attraverso il quale gli essudati radicali rilasciati da alcune piante inibiscono l’attività dei microrganismi nitrificanti (archaea e batteri). È quanto emerge dallo studio “Biological nitrification inhibition in the rhizosphere: determining interactions and impact on microbially mediated processes and potential applications”, coordinato da Pierfrancesco Nardi (CREA-Agricoltura e Ambiente) e pubblicato sulla prestigiosa rivista FEMS Microbiology Reviews (https://academic.oup.com/femsre). Integrando recenti scoperte effettuate nei campi della biologia strutturale, biochimica, genomica e proteomica dei microrganismi nitrificanti e nella metabolomica delle piante, lo studio fornisce un nuovo quadro teorico di riferimento, proponendo nuove ipotesi scientifiche relative ai meccanismi di azione degli essudati radicali sui microrganismi nitrificanti e suggerendo un approccio metodologico utile a studiare ed individuare piante con capacità BNI. Lo studio riporta inoltre una disamina dei più innovativi approcci analitici per lo studio dell’interazione tra essudati radicali e microrganismi nitrificanti, quali ad esempio la metabolomica e trascrittomica, l’impiego dell’isotopo dell’azoto 15N, le sonde isotopiche (SIP), la microscopia confocale a scansione laser, microscopia a trasmissione ed a scansione elettronica, che ha visto il contributo, tra gli altri, anche di Alessandra Trinchera del CREA Agricoltura e Ambiente.

 

Precedenti studi condotti da Pierfrancesco Nardi hanno dimostrato come gli essudati radicali di alcune varietà di riso, tra le principali risorse alimentari al mondo, e di sorgo riducono sia la quantità dei microorganismi nitrificanti che la loro l’attività. Altri studi hanno evidenziato come tale capacità sia presente in piante di brachiaria, utilizzata in aree tropicali per l’allevamento del bestiame, in varietà locali australiane di grano, nel girasole e in alcune brassicaceae.

 

A seguito della crescente domanda di cibo dovuta all’aumento della popolazione mondiale, si stima che l’utilizzo annuale di azoto in agricoltura raggiungerà quota 250 milioni di tonnellate nel 2050. Se non ci saranno miglioramenti nell’efficienza nell’uso dell’azoto, ingenti quantità di azoto verranno disperse nell’ambiente provocando un peggioramento della crisi climatica in corso. Riducendo l’attività nitrificante dei suoli e quindi la produzione di nitrati e di gas serra, l’Inibizione Biologica della Nitrificazione rappresenta una strategia di frontiera tesa a ridurre l’impatto ambientale della fertilizzazione azotata e a migliorare l’efficienza della nutrizione azotata delle colture. Associata ad altre tecniche di gestione dell’azoto, l’Inibizione Biologica della Nitrificazione può diventare un pilastro fondamentale di una nuova rivoluzione verde in grado di fornire all’agricoltura gli strumenti necessari per affrontare l’enorme sfida che l’attende: produrre più cibo in modo sostenibile.

 

Link dell’articolo: 

https://academic.oup.com/femsre/advance-article-abstract/doi/10.1093/femsre/fuaa037/5891426

 

Per informazioni contattare: 

pierfrancesco.nardi@crea.gov.it

Bellanova, nuova linfa al Mipaaf e avvio riforma Consorzi

 

Verso un potenziamento dell'organico del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali e una revisione della normativa sui consorzi di tutela delle produzioni agroalimentari. "Il Mipaaf accelererà sulla rivisitazione della normativa di riferimento dei Consorzi di tutela e verranno semplificate - ha annunciato la ministra delle Politiche agricole e alimentari Teresa Bellanova in un videomessaggio all'assemblea dei soci Origin Italia, con Qualivita - le procedure per le modifiche dei disciplinari di produzione e definite le modalità di utilizzo dei prodotti a Indicazione geografica come ingredienti dei prodotti trasformati".

 

Per quanto riguarda il dicastero di Via XX Settembre, Bellanova ha detto che "sarà potenziata l'azione amministrativa del Mipaaf a tutela delle produzioni di qualità regolamentata, e del sistema agroalimentare in generale, attraverso un potenziamento ed un efficientamento delle proprie strutture e della dotazione organica, da troppo tempo ferma, anzi in calo, a seguito della riduzione per vari motivi del personale operativo.

 

E' mio preciso impegno - ha detto ancora Bellanova - ribaltare la staticità della situazione, attraverso l'introduzione al ministero di nuova linfa e attraverso la rivisitazione delle competenze dei singoli uffici, tema a cui stiamo lavorando attivamente e a cui daremo concretezza con il prossimo decreto - ha precisato infine la ministra - di individuazione degli uffici dirigenziali non generali e della definizione delle relative competenze".

 

Un annuncio accolto con soddisfazione dal presidente di Origin Italia Cesare Baldrighi: nella pubblica amministrazione, ha detto, "il blocco delle assunzioni ha finora depotenziato l'attività del Mipaaf. Benvenga l'entusiasmo e l'aggiornamento della nuova linfa annunciata dalla ministra Bellanova".

 

Fonte: Ansa

Workshop Confagricoltura Bari-Bat, Lacenere: “Progetto che ci ha permesso di trasferire informazioni importanti”

 

Dopo il successo di partecipazione dei primi cinque workshop organizzati da Confagricoltura Bari-Bat sul tema “Qualità e sicurezza, le certificazioni come leva di marketing". Per via delle restrizioni imposte dal nuovo Dpcm, gli eventi formativi, inizialmente previsti dal vivo, si sono svolti esclusivamente online. Confagricoltura Bari-Bat, difatti, recependo le nuove regole anti Covid, si è immediatamente attrezzata per non interrompere le attività.

 

Oggi, mercoledì 28 ottobre si chiude il ciclo con il sesto e ultimo evento, “Certificazioni biologiche: vantaggi ambientali e di mercato”. L’incontro, organizzato in collaborazione con Confagricoltura Foggia verrà aperto dai saluti del presidente di Confagricoltura Foggia nonché componente della giunta confederale, Filippo Schiavone, e del direttore di Confagricoltura Foggia, Giuseppe Campanaro. A seguire ci sarà l’intervento della dottoressa Rosa Camporeale, agronomo, che relazionerà sui principi dell’agricoltura biologica e le principali differenze fra certificazione italiana e le varianti svizzera (BioSuisse) e statunitense (NOP).

 

I workshop sono stati organizzati attraverso i finanziamenti della misura 1.2 del Psr Puglia 2014/2020. Durante i workshop, il tema delle certificazioni è stato affrontato a 360 gradi ed in maniera innovativa, puntando alla sostenibilità, etica e ambientale.

 

“Volge a termine questo progetto – commenta il presidente di Confagricoltura Bari-Bat, Michele Lacenere – che ci ha permesso di trasferire informazioni importanti, in tema di certificazioni, alle nostre aziende associate e non solo. La modalità online ha ampliato notevolmente la platea dei partecipanti così come la collaborazione con le Unioni delle altre provincie ha amplificato la comunicazione verso tutte le aziende dell’intero territorio regionale. Siamo soddisfatti del lavoro svolto sinora e continueremo a trasferire le conoscenze acquisite, grazie ai docenti coinvolti, attraverso i nostri canali informativi”.

 

Fonte: Confagricoltura Bari

Canapa: Agrinsieme, con nuovo decreto Ministero si rischia battuta d'arresto

 

Inserimento cannabidiolo in elenco sostanze stupefacenti da fine mese. Accelerare con Tavolo filiera per piano e quadro normativo certo

“Nell’interesse delle diverse migliaia di agricoltori che hanno deciso di investire con grande coraggio e forza di volontà sulla canapa industriale, esprimiamo grande preoccupazione per le recenti disposizioni ministeriali con le quali le composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo, ottenuto da estratti di Cannabis, vengono inserite nell’elenco delle sostanze stupefacenti e psicotrope”. Lo sottolinea il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, che ha scritto una lettera al Sottosegretario alle Politiche Agricole Giuseppe L’Abbate per rappresentare le perplessità della filiera a proposito dei contenuti di un decreto del Ministero della Salute che entrerà in vigore alla fine del mese di ottobre 2020.

 

“Il timore è che con l’entrata in vigore delle nuove disposizioni, aventi ad oggetto la classificazione di composizioni a base di CBD ottenute da varietà di canapa industriale nel perimetro della Legge 242/2016, si possano verificare ulteriori e più forti battute di arresto della filiera canapicola”, spiega il Coordinamento, ad avviso del quale “il settore necessita di un quadro normativo chiaro che disciplini l’utilizzo delle diverse destinazioni d’uso della canapa industriale, con particolare riferimento a tutti quei settori della bioeconomia che offrono maggiori opportunità di reddito, quali ad esempio la nutraceutica, la biocosmesi e la salute della persona”.

 

“Quella della canapa industriale, infatti, è una coltura di grande importanza per la diversificazione del reddito degli agricoltori, che negli ultimi anni ha fatto registrare una crescita importante delle superfici coltivate e i cui margini di crescita sono molto più ampi, tenuto conto di tutte le filiere attivabili da questa coltivazione; parliamo di una coltura dal grandissimo potenziale, agricolo e non solo, che vanta una tradizione secolare nel nostro Paese, che fino alla metà del Novecento era il maggior produttore comunitario e il secondo a livello mondiale”, ricorda Agrinsieme.

 

“Guardiamo pertanto con fiducia all’annunciata costituzione del Tavolo di filiera interministeriale, del quale sollecitiamo l’istituzione, che a partire dal Mipaaf coinvolgerà i ministeri della Salute, dell’Interno, della Giustizia e dello Sviluppo Economico e tutti gli attori del comparto; il Tavolo avrà un ruolo fondamentale per la definizione di un piano di settore, che parta dall’agricoltura e che arrivi alla bioeconomia, e per dipanare quelle incertezze normative, legate alle singole destinazioni d’uso della canapa industriale, che stanno frenando lo sviluppo di una coltura che può rappresentare un’importante opportunità di integrazione del reddito delle imprese e delle cooperative agricole”, conclude il Coordinamento.

 

Fonte: Agrinsieme

ISMEA: con le misure restrittive per la ristorazione l'alimentare perde 41 miliardi di euro

 

Le nuove misure adottate dal Governo per l'emergenza coronavirus che interessano la ristorazione, impatteranno su un settore già provato duramente dal lockdown totale della primavera scorsa e solo in parziale ripresa negli ultimi mesi.

Sulla base delle nuove iniziative che limiteranno l'attività di ristoranti e bar, l'ISMEA stima - per il 2020 - un arretramento della spesa per consumi alimentari fuori casa del -48% rispetto al 2019, per una perdita complessiva di quasi 41 miliardi di euro.

Parallelamente, come accaduto nei mesi passati si prevede una nuova accelerazione degli acquisti presso la distribuzione, moderna e tradizionale che, sempre per il 2020, potrebbe portare a un incremento della spesa domestica pari al +7%, per un valore corrispondente di circa 11,5 miliardi di euro.

Il bilancio della spesa finale complessiva per prodotti agroalimentari sarà quindi di quasi 30 miliardi di euro in meno (-12%).

Fonte: Ismea

Puglia, Operazione "Grande Carro" - Bellanova: "Non permetteremo alla mafia di mettere le mani su fondi preziosi per l'agricoltura sana".

 

"Non permetteremo mai alla mafia di mettere le mani sui fondi destinati all'agricoltura. Lo Stato c'è e il mio ringraziamento va ai Carabinieri del Ros, al Comando Tutela Agroalimentare dei Carabinieri e alla Dda di Bari".

 

Cosi la Ministra Bellanova commenta l'operazione della Procura Distrettuale Antimafia di Bari, dei Carabinieri del ROS e del Comando Tutela Agroalimentare che hanno eseguito un'ordinanza di misure cautelari emessa dal Tribunale di Bari, a carico di 48 persone. Disarticolando, si legge, "un sodalizio mafioso nell'entroterra foggiano, attivo anche nella illecita percezione delle erogazioni comunitarie in danno dell'agricoltura"

 

"Da anni persone senza scrupoli, secondo quanto emerge dalle indagini, mettevano le mani sui fondi europei destinati all'agricoltura, intimidendo gli agricoltori con minacce e violenze, fino ad arrivare al sequestro di persona. Crimini intollerabili, che si aggiungono al danno di sottrarre importanti fondi europei destinati all'agricoltura. Tutto questo è imperdonabile. Più che mai oggi. Un'operazione importante che conferma inoltre ancora una volta la cogenza della riforma dei reati in materia agroalimentare e del codice antimafia. Non dobbiamo abbassare mai la guardia e continuare a contrastare ogni forma di illegalità a difesa dell'economia sana, in un contesto dove risulta significativo il rischio di infiltrazioni nel tessuto produttivo locale, soprattutto in questo momento in cui molti si trovano in sofferenza per la crisi economica in atto", prosegue la Ministra.

 

"L'agricoltura, quella sana, e che rappresenta la maggior parte della Puglia, è fatta di uomini e donne che amano la propria terra e il proprio lavoro, e di giovani, sempre di più, che vogliono investire in questo settore e rinnovarlo con un importante sguardo al futuro. Noi lavoriamo per questa agricoltura e queste imprese, e non ci stancheremo mai di farlo" conclude la Ministra. "Nessuno può pensare di rubare il futuro ai nostri giovani".

Confagricoltura: Giansanti confermato presidente per acclamazione, eletta la nuova giunta

 

Massimiliano Giansanti è stato confermato, per acclamazione, presidente di Confagricoltura. Unico candidato, guiderà la più longeva organizzazione professionale agricola per il prossimo quadriennio.

 

Romano, 46 anni, Giansanti è presidente di Agricola Giansanti srl e amministratore del Gruppo aziende agricole Di Muzio, con imprese agricole nelle province di Roma, Viterbo e Parma. Da un mese è anche vicepresidente del Copa, il Comitato delle organizzazioni agricole europee. Giansanti era entrato nel 2011 nella Giunta esecutiva di Confagricoltura dopo essere stato, precedentemente, presidente degli agricoltori romani e vicepresidente di Confagricoltura Lazio.

 

“Sono stati tre anni di intenso lavoro – ha dichiarato Giansanti – l’ultimo, quello che ha coinciso con il centenario della nostra associazione, condizionato anche dall’emergenza sanitaria che ha messo a dura prova il settore agroalimentare, rimettendolo al centro dell’economia. Ci aspettano sfide importanti e per affrontarle abbiamo intrapreso un percorso in cui il confronto, la condivisione delle scelte e la possibilità di misurarsi devono essere un obiettivo comune per rendere Confagricoltura ancora più efficiente e autorevole”.

 

“Il mio impegno sarà totale – ha aggiunto – per contribuire a raggiungere obiettivi di crescita sindacale sempre più ambiziosi. Con l’impegno di tutti saremo in grado di aumentare la capacità di produzione dell’agricoltura italiana, al fine di raggiungere la sovranità alimentare. Un traguardo ambizioso, ma a portata di mano per accompagnare le nostre aziende verso la massima capacità competitiva, garantendo la redditività delle imprese agricole e la valorizzazione del Made in Italy”.

 

L’assemblea ha anche eletto i nove componenti della Giunta: entrano nell’esecutivo Lamberto Frescobaldi, presidente dell’omonima azienda vitivinicola toscana e consigliere dell’Accademia dei Georgofili; Filippo Schiavone, cerealicoltore, presidente di Confagricoltura Foggia, già vicepresidente dei Giovani Agricoltori Anga e attuale componente del Consiglio di amministrazione di Mutua Fima, nonché vicepresidente della Camera di commercio di Foggia.

 

Riconfermati Luca Brondelli Di Brondello, imprenditore cerealicolo e viticolo, al vertice degli agricoltori di Alessandria e di Enapra, l’ente di formazione di Confagricoltura; Marco Caprai, vitivinicoltore, già presidente di Confagricoltura Umbria; Giordano Emo Capodilista, imprenditore vitivinicolo, vicepresidente vicario di Confagricoltura Veneto, già presidente di Confagricoltura e Anga Padova e del Consorzio Vini Colli Euganei Doc; Sandro Gambuzza, siciliano, operante nei comparti orticolo e olivicolo, già presidente di Confagricoltura Ragusa e della Camera di Commercio di Ragusa, attuale presidente di SAC spa (aeroporto internazionale di Catania) e consigliere della Camera di Commercio del Sud Est della Sicilia; Matteo Lasagna, allevatore, vicepresidente uscente di Confagricoltura, già presidente di Confagricoltura Mantova e di Confagricoltura Lombardia, consigliere di Confidi Systema; Giovanna Parmigiani, imprenditrice zootecnica, già vicepresidente di Confagricoltura Piacenza e presidente della Federazione Nazionale di Prodotto di Allevamenti Suini, è consigliere del Consorzio dei Salumi tipici piacentini; Rosario Rago, imprenditore orticolo specializzato nelle IV gamma, è vicepresidente di Confagricoltura Salerno e di Confagricoltura Campania.

 

Filippo Schiavone (Foggia) nominato nella giunta nazionale di Confagricoltura

 

Il presidente di Confagricoltura Puglia, Luca Lazzàro, a nome del Consiglio direttivo e dell’intero sistema dell’organizzazione regionale, si complimenta e fa i migliori auguri di buon lavoro al presidente rieletto di Confagricoltura nazionale Massimiliano Giansanti e a tutta la giunta. Un augurio di buon lavoro particolare va a Filippo Schiavone, presidente di Confagricoltura Foggia, eletto per la prima volta componente dell’esecutivo nazionale. “La presenza dell’amico Filippo Schiavone nella giunta di Confagricoltura – dice Lazzàro – è un riconoscimento del suo operato sul territorio ma è anche un segnale forte dell’importanza della regione Puglia nel sistema agroalimentare italiano. Ringrazio, inoltre, a nome personale e di tutta l’organizzazione regionale, Donato Rossi per il lavoro svolto durante il suo mandato in giunta”.

Fonte: Confagricoltura

Agriturismi, le novità del nuovo Dpcm

 

Chiusura alle ore 24, sei persone massimo per ogni tavolo, stop a sagre e fiere. Sono le misure per la ristorazione contenute nel nuovo Dpcm del 18 ottobre che interessano anche gli agriturismi. Le disposizioni mirano a frenare la nuova ondata di contagi da Covid e saranno valide fino al 13 novembre 2020.

 

Le attività di ristorazione sono permesse dalle ore 5 sino alle ore 24 per quanto riguarda il consumo al tavolo, altrimenti lo stop si anticipa alle ore 18. Definito anche un numero massimo di commensali: sei per ogni tavolo.

 

All’ingresso del locale dovrà essere esposto un cartello che riporti il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente all’interno, sulla base dei protocolli e delle linee guida vigenti. L’obiettivo è scongiurare ogni pericolo di assembramento anche nei punti di accesso.

 

Rimane consentita la consegna a domicilio mentre per quella da asporto vale il limite delle ore 24, con divieto di consumazione sul posto o nelle vicinanze. Vietate le sagre e le fiere di comunità.​

 

Fonte: Il Punto Coldiretti

Cia, 3 mosse per rilanciare l'uva da tavola, vale 1 miliardo

 

Innovazione varietale, più aggregazione e rapporti nuovi con i Paesi terzi per sostenere l'uva da tavola italiana, che vale 1 miliardo. E' la strategia di rilancio del settore Made in Italy proposta da Cia-Agricoltori Italiani, in un documento inviato alla ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova, al sottosegretario Giuseppe L'Abbate, ai presidenti delle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato e agli assessori regionali. Obiettivo è ridare competitività a un settore che esporta per ben 600 milioni di euro, ma che sconta debolezze strutturali e situazioni climatiche negative.

 

Con circa 1 milione di tonnellate l'anno su una superficie di 46 mila ettari, l'Italia è il principale produttore europeo di uva da tavola, ma oggi l'offerta è incentrata su varietà storiche, con quote ancora limitate di uve senza semi, meno del 35% della produzione tricolore, oggi le più gettonate dai mercati. Da qui la necessità di puntare sull'innovazione varietale adatta all'ambiente mediterraneo e ai cambiamenti climatici, con programmi di ricerca pubblico-privata, piani di rinnovamento anche in chiave di sostenibilità e digitalizzazione.

 

Ad indebolire la filiera, fa notare Cia, è anche la scarsa aggregazione in Op (Organizzazioni di Produttori), il cui valore di produzione commercializzata non supera il 30% di quello totale.

 

Terzo pilastro della strategia di rilancio di Cia sono i rapporti con i Paesi terzi, a partire dalla revisione di accordi bilaterali, che devono essere rilanciati per preservare la competitività dei produttori comunitari. Questo, segnala Cia, con particolare riferimento all'accordo Ue-Egitto, dove occorre introdurre limiti quantitativi per l'import a condizione agevolate. Non ultimo, la necessità di un rafforzamento dell'export, con l'apertura verso nuove destinazioni, in primis la Cina e tutto il mercato asiatico. (ANSA).

“Giornate Fitopatologiche 2020”, il tradizionale appuntamento che quest'anno si tiene online

 

Sono aperte le iscrizioni alle "Giornate Fitopatologiche 2020”, promosse dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Alma Mater Studiorum dell’Università di Bologna, dall’Associazione Italiana per la Protezione delle Piante (AIPP), da Federchimica-Agrofarma e da IBMA-Italia.

L’evento è gratuito e prevede sei webinar on line su piattaforma GoToWebinar, che si terranno tutti i martedì e i giovedì dal 27 ottobre al 12 novembre, alle ore 16.
 

PER PARTECIPARE


Per partecipare è necessario iscriversi al webinar di proprio interesse cliccando sull’apposito link (riportato nella tabella), che porterà ad una scheda di iscrizione da compilare e inviare. Arriverà conferma dell'avvenuta iscrizione via e.mail da parte di VINIDEA, la società incaricata della regia dei webinar. Si ricorda che la capienza della piattaforma è limitata.

CLICCARE QUI PER SCARICARE IL PROGRAMMA di tutti i webinar


Di seguito i link a cui accedere per l’iscrizione ai singoli webinar.
 

DATA

 TITOLO DEL WEBINAR

 LINK PER L'ISCRIZIONE

27 ottobre

 Sessione inaugurale

https://attendee.gotowebinar.com/register/5020967537262355724?source=gf

29 ottobre

 Sezione "Agrofarmaci, salute, ambiente"
 e Sezione "Applicazione dei mezzi di difesa"

https://attendee.gotowebinar.com/register/4006801101546362636?source=gf

3 novembre

 Sezione "Difesa dalle avversità animali"

https://attendee.gotowebinar.com/register/362610548771393292?source=gf

5 novembre

 Sezione "Difesa dalle piante infestanti"

https://attendee.gotowebinar.com/register/373767293258452492?source=gf

10 novembre

 Sezione "Difesa dalle malattie"

https://attendee.gotowebinar.com/register/8796126417580757004?source=gf

12 novembre

 Sezione "Difesa dalle malattie"

https://attendee.gotowebinar.com/register/3438584487428279052?source=gf




Sono disponibili gli atti del convegno in forma cartacea e/o su supporto USB e che contengono i lavori sperimentali che avrebbero dovuto essere presentati come poster nell’evento in presenza previsto per il marzo 2020 ma rimandato a causa dell'emergenza sanitaria. Chi è interessato può richiederli scrivendo alla Segreteria organizzativa giornatefitopatologiche@unibo.it  

Agli iscritti all'Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali saranno riconosciuti 1,875 crediti formativi per la partecipazione all’intero percorso (e in proporzione in funzione alla durata di partecipazione) ed è stato attivato l'iter per il riconoscimento di crediti formativi per i partecipanti iscritti al Collegio Nazionale dei Periti Agrari e Periti Agrari Laureati.


Per ulteriori informazioni sulle "Giornate Fitopatologiche 2020” contattare la Segreteria organizzativa giornatefitopatologiche@unibo.it 

giovedì 22 ottobre 2020

Oltre 4 milioni per la ricerca in agricoltura biologica

 

Sono quelli del bando appena pubblicato per i progetti di ricerca in tema di agricoltura biologica, cui viene destinato un massimo di 300mila euro per singolo progetto. Lo ha reso noto il ministero dell’Agricoltura.

Raggio d’azione dei progetti: “Miglioramento delle produzioni biologiche, innovazione dei processi produttivi delle imprese biologiche e garanzia del trasferimento tecnologico, fruizione e diffusione dei risultati raggiunti, diffusione dei benefici e vantaggi dell’agricoltura biologica”.

“Negli ultimi dieci anni le superfici coltivate a bio nel nostro Paese, come evidenziano i dati del Sinab, sono aumentate del 79%, superando il 15% dell’incidenza di superficie sul totale coltivato”, ha dichiarato la ministra Teresa Bellanova. “I produttori che scelgono di coltivare con il metodo biologico le nostre campagne, i nostri paesaggi e il nostro ambiente oggi hanno superato quota 80 mila: nessun altro Paese in Europa vanta un numero di agricoltori bio così elevato. E, dato non indifferente, siamo al primo posto anche per gli ettari coltivati a cereali, ortaggi, agrumi e olivo.

Facile comprendere dunque come la ricerca assuma un ruolo privilegiato e vada assolutamente sostenuta. Una sfida su eccellenza e qualità produttiva e ambientale che ci vede coinvolti con grande determinazione, anche alla luce della grande solidità dimostrata da questo segmento nei mesi di crisi sanitari ed economica”, ha concluso Bellanova.

Fonte: Mipaaf

Moria del kiwi: gestione del suolo e alte temperature fra i possibili fattori scatenanti

 

Complessivamente 8.000 ettari di impianti colpiti, con una riduzione costante della superficie in tutto il Nord e Centro Italia (-12,6% dei kiwi italiani sono stati sradicati nel 2018, Veneto e Piemonte sono state le regioni maggiormente colpite, rispettivamente con il 70% di kiwi sradicati e -28% di superficie coltivata) con una perdita stimata di circa 750 milioni di produzione lorda vendibile. Sono questi i danni prodotti dalla sindrome da declino precoce dei kiwi, comunemente detta moria del kiwi, la patologia che sta impietosamente devastando i frutteti italiani di kiwi, di cui l’Italia è tra i primi produttori al mondo. Si tratta di una sindrome difficile da contrastare in quanto la causa non è ancora stata identificata, sebbene sia associata a diverse circostanze (funghi e batteri nelle radici, pratiche di irrigazione non appropriate e composizione del suolo), di cui però nessuno determinante in maniera univoca ed esclusiva. La rapidità con cui si diffonde, dalle radici fino alla parte aerea della pianta, e il concorso di cause e di anomalie presentatesi finora, hanno quindi spinto gli esperti a ricercare altri fattori scatenanti per comprendere il decorso della patologia.

 

Proprio per tali ragioni, i ricercatori del CREA, con il suo centro di Ingegneria e Trasformazioni Agroalimentari, hanno avanzato l’ipotesi che i cambiamenti climatici e una scorretta gestione del suolo possano rientrare fra le concause e, in particolare, gli eccessi termici potrebbero essere alla base della moria del kiwi, indebolendo le piante e alterando l'equilibrio fra radici e parte aerea nello sviluppo della pianta.   

 

Sono state effettuate, quindi, prove in campo in un frutteto sperimentale di kiwi, testando diverse pratiche agronomiche, in grado di influenzare le caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche del suolo per valutarne l’effetto sulla comparsa o meno dei sintomi di moria: come, per esempio, la baulatura - che assicura l’arieggiamento delle radici, impedendo ristagni idrici a cui il kiwi è molto sensibile - e l'aggiunta di compost o di microrganismi rizosferici (che popolano la parte del suolo adiacente alle radici) selezionati, per migliorare la struttura e la fertilità biologica del suolo, monitorando contemporaneamente l’andamento della temperatura e lo stato idrico del suolo.

 

Inoltre, analizzando la crescita delle piante, la morfologia e l'anatomia delle radici, è emersa una possibile correlazione fra l'insorgenza dei sintomi e i dati ambientali, in particolare la temperatura elevata dell'aria e del suolo. Da evidenziare, infine, che la gestione agronomica, riduce, ma non impedisce, l’insorgenza e la gravità dei sintomi.

 

«I dati in nostro possesso – ha dichiarato Laura Bardi, ricercatrice del CREA Ingegneria e Trasformazioni Agroalimentari e autrice dello studio - sembrano indicare le alte temperature estive quali fattori scatenanti la moria del kiwi, in quanto causa dell’alterazione anatomica e morfologica delle radici e dell’arresto del loro sviluppo, e probabilmente anche della insufficienza di ossigeno nel suolo, legata quindi non solo ai ristagni d’acqua dovuti alle forti piogge. Stiamo ancora valutando la risposta della pianta all’ambiente per individuare le azioni da intraprendere per arginare la patologia. Sicuramente interventi agronomici orientati a migliorare la fertilità biologica del suolo e le caratteristiche fisiche possono aiutare, così come ridurre il riscaldamento eccessivo del microambiente della pianta / frutteto, o l’adozione di un approccio più agroecologico alla gestione del frutteto, che tenga conto delle peculiarità di questa pianta e riproduca, per quanto possibile, le condizioni dell’habitat naturale di provenienza».

 

«E d’altronde, - continua l’esperta CREA, che è stata chiamata recentemente in audizione anche in Commissione Agricoltura al Senato  (Atto n. 147 “Affare sul fenomeno della cosiddetta moria del kiwi”) – occorre sempre ricordare che spesso, gli ambienti e le tecniche di coltivazione del kiwi non tengono in considerazione i fabbisogni di questa pianta, che in natura cresce arrampicandosi con lunghe liane su altre piante, ombreggiata dalle loro chiome, in ambienti freschi e umidi, per lo più collinari o montani».

 

Laura Bardi è stata inserita all’interno del Gruppo di Lavoro Moria del Kiwi del Comitato Fitosanitario Nazionale in qualità di esperto per la Regione del Piemonte.

 

Lo studio, realizzato in collaborazione con AGRION, Fondazione per la ricerca l'innovazione e lo sviluppo tecnologico dell'agricoltura piemontese, la Regione Piemonte e il CNR, è stato pubblicato sulla rivista internazionale Frontiers ed è disponibile al seguente link.

 

Contatto stampa: Micaela Conterio 3358458589

Fonte: CREA Ricerca

Macchine agricole: mercato in ripresa a settembre

 

Segno positivo nel mese per tutte le principali categorie di macchine. Incrementi a doppia cifra per le trattrici, che mettono a segno un sostanzioso +20,7%. Nonostante la ripresa di settembre, il consuntivo dei primi nove mesi dell’anno è ancora in negativo, giacché pesano le forti perdite causate dal lockdown nella primavera scorsa. Possibile a fine anno un ulteriore recupero dei volumi di vendita.

Il mercato delle macchine agricole segna a settembre, per la prima volta dall’inizio dell’anno, un indice positivo. I dati elaborati dall’associazione italiana dei costruttori FederUnacoma, sulla base delle immatricolazioni registrate presso il Ministero dei Trasporti, indicano infatti nel mese un incremento delle vendite per tutte le principali tipologie di macchine. In evidenza soprattutto il segmento delle trattrici che registra un vistoso +20,7% rispetto al settembre 2019, con un incremento netto di 260 unità (1.512 macchine immatricolate a fronte delle 1.252 dell’anno precedente).

 

Nonostante l’impennata di settembre, per le trattrici il bilancio complessivo dei primi nove mesi dell’anno è ancora in rosso (-11,8% sul 2019), anche se il passivo si riduce rispetto al primo semestre quando le immatricolazioni, a causa del blocco delle attività economiche conseguente alla pandemia di Covid-19, risultavano in calo del 18%. Secondo le stime di FederUnacoma, l’ultimo trimestre dell’anno potrebbe confermare l’andamento migliorativo, con un ulteriore recupero dei volumi di vendita.

 

Ad ipotizzare un consolidamento di questo trend è anche il Cema, l’associazione europea dei costruttori di macchine agricole, che in una recente indagine di clima ha incluso l’Italia tra i Paesi europei con le maggiori possibilità di ripresa per il settore della meccanica agricola. Ad oggi le stime FederUnacoma indicano per fine anno un calo per le trattrici intorno al 9%.

 

Se le immatricolazioni di mietitrebbiatrici si confermano sostanzialmente sugli stessi livelli del settembre 2019 con 33 mezzi (il dato ai nove mesi registra una flessione del 12,8%), quelle dei rimorchi registrano invece un incremento nel mese del 3,9% in ragione di 834 macchine immatricolate. Sempre per i rimorchi, il dato sui nove mesi (-17% sul 2019) evidenzia lo stesso trend osservato per i trattori: una forte battuta d’arresto nel primo semestre (-22,6% sul 2019), seguita da una riduzione del passivo nei successivi tre mesi, con un recupero pari a 5 punti percentuali. Ma la ripresa ha interessato anche le trattrici con pianale di carico: sono 56 le macchine immatricolate nel mese di settembre (erano state 40 nello stesso periodo del 2019) che portano il totale dei nove mesi a 418 mezzi, con un passivo di sole 9 unità rispetto allo stesso periodo 2019, un incremento quello di settembre che di fatto compensa il calo di inizio anno causato dal lockdown.

 

Dinamica molto simile per i sollevatori telescopici, che con 88 macchine immatricolate a settembre (65 nello stesso periodo del 2019) raggiungono un totale di 648 unità da inizio anno (-4,8% sul 2019). Anche in questo caso la tendenza registra un parziale recupero delle quote perse durante le settimane in cui le attività produttive e commerciali sono state sospese.

 

Fonte: FederUnacoma

Crisi covid, ecco i bandi regionali pugliesi per l’erogazione del Sostegno agli agricoltori

 

Crisi covid, ecco i bandi regionali pugliesi per l’erogazione del Sostegno agli agricoltori

La Regione Puglia ha attivato la  Misura 21 del PSR Puglia 2014-2020 ‘Sostegno temporaneo eccezionale a favore di agricoltori’ e che, con Determinazioni dell’Autorità di Gestione del PSR Puglia nn. 409 – 410 – 411 del 19.10.2020 e Allegati A, sono stati pubblicati i bandi dedicati rispettivamente al

 

1.   ‘Sostegno per l’agriturismo, le masserie didattiche, i boschi didattici‘ (DAG n. 409 del 19.10.2020 e All. A)

 

2.   ‘Sostegno agli agricoltori del comparto florovivaistico‘ (DAG n. 410 del 19.10.2020 e All. A)

 

3.   ‘Sostegno alle PMI attive nella trasformazione e commercializzazione nel comparto vinicolo‘ (DAG n. 411 del 19.10.2020)

Fonte: Confagricoltura Puglia

Piano rigenerazione olivicola della Puglia. Interventi per i frantoi: prorogati al 6novembre i termini per le domande delle aziende comprese nel secondo elenco beneficiari

 

Corre velocemente l'attuazione della misura a regia nazionale dedicata agli aiuti ai frantoi nell'ambito del Piano di rigenerazione olivicola della Puglia.

Mentre sono già stati pagati da Agea i primi 2milioni 716mila 901 euro (pari al 65per cento del totale richiesto di 4milioni 179mila 849 euro) alle 161 aziende ammesse delle 168 che avevano inoltrato domande di aiuto a valere sul primo elenco beneficiari definito in seguito alla ricognizione preventiva effettuate dall'Agenzia per snellire e semplificare il procedimento amministrativo, sono stati prorogati al 6 novembre i termini per la presentazione delle domande di aiuto relative al secondo elenco beneficiari.

Ovvero i termini per quelle aziende che, a partire dal 25 maggio, pur non essendo ricomprese nel primo elenco, hanno comunque successivamente presentato la loro candidatura corredata da documentazione idonea a dimostrare di poter essere beneficiari della misura, così come da dettaglio esplicativo della stessa.

La proroga si è resa opportuna, informa Agea, "Considerata la complessità della fase istruttoria riguardante la numerosa documentazione integrativa presentata per le diverse fattispecie da parte dei beneficiari".

Anche in questo caso, alle aziende che ne avranno diritto, sarà corrisposto l'anticipo del 65 per cento del contributo.

Con una dotazione pari a 35milioni di euro, la misura è destinata ai frantoi oleari, incluse le cooperative di trasformazione nel settore oleario con gli stabilimenti ubicati nell'area infetta da xylella, che hanno "ridotto o interrotto l'attività molitoria e subito un decremento della produzione di olive nella campagna di commercializzazione 2018-2019 o in quelle precedenti nel caso di chiusura dell'attività riconducibile alla xylella".

Fonte: Mipaaf