"A luglio rallenta la corsa dell'inflazione e gran
parte del merito va al calo mensile dei prezzi degli alimentari freschi (-2,4
per cento), cioè quelli prettamente agricoli come frutta e verdura. E questo
nonostante le difficoltà del settore, che sta scontando pesantemente gli
effetti della siccità sui campi con un ‘taglio' dei raccolti e un aumento dei costi
di produzione per irrigazione e bolletta energetica". Lo afferma la Cia
commentando i dati provvisori sui prezzi al consumo diffusi ieri dall'Istat. Anche
il carrello della spesa frena, ma resta comunque troppo caro per le tasche
degli italiani, spiega la Cia. "Nonostante la riduzione del tasso di
crescita tendenziale (4 per cento) - con una decelerazione di quattro decimi di
punto percentuale rispetto a giugno (+4,4 per cento) - il paniere dei prodotti
più acquistati dalle famiglie rimane ancora su valori molto alti, anche
rispetto al tasso d'inflazione (+3 per cento). Con effetti disastrosi sulla
capacità di spesa e quindi sui consumi, crollati già del 2 per cento". A
luglio, tra i prodotti al bancone alimentare del supermercato, a
"riscaldarsi" di più nel confronto con lo stesso periodo del 2011 c'è
il pane (+2,2 per cento) e il vino (+3,9 per cento). "Invece - sottolinea
la Cia - restano assolutamente a buon mercato i prodotti freschi: rispetto a un
mese fa, i prezzi della frutta sono diminuiti dell'8,8 per cento e quelli della
verdura hanno subito un ribasso del 4,9 per cento".
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