Federunacoma e Unima accolgono con favore la proroga all'1
gennaio 2015. In contrasto netto Confai che legge nella revisione un puro costo
privo di utilità. Un pentolone, quello del prorogato avvio del procedimento di
revisione per le macchine agricole al 1° gennaio 2015, nel quale ribollono
umori positivi e negativi mescolati a oggettive difficoltà tecniche e
amministrative. La speranza è che non ne nasca una miscela esplosiva e, quindi,
poco costruttiva per un comparto nazionale già minato dalle difficoltà
economiche.
Fiduciosa Federunacoma, legge nel provvedimento uno
strumento volto a migliorare la sicurezza del lavoro in agricoltura, con la
postilla che sia supportato da corrette modalità applicative. Per voce del suo
presidente Massimo Goldoni, la Federazione sottolinea, per Agronotizie, la
ragionevolezza delle nuove scadenze fissate dal decreto 'Milleproroghe'.
"C’è tempo sino al 30 giugno per i decreti attuativi, e
tempo sino alla fine dell’anno per la messa a punto degli aspetti operativi -
spega Goldoni -. La nostra Federazione parteciperà attivamente alla definizione
delle procedure, essendo compresa nel gruppo di lavoro costituito presso l’Ente
nazionale per la meccanizzazione agricola - Enama, incaricato proprio di
elaborare il documento tecnico per i decreti attuativi.
"Credo che le modalità di applicazione della legge -
prosegue - siano il vero nodo per il funzionamento e per il buon accoglimento
della stessa, perché il contenuto politico del provvedimento – migliorare la
sicurezza del lavoro in agricoltura - è chiaro per tutti e non può non essere
condiviso.
La 'ratio' del provvedimento è quella di verificare che le
macchine in uso abbiano mantenuto nel tempo le caratteristiche tecniche che
avevano al momento della loro immatricolazione e questo mi sembra davvero il
minimo necessario.
Le macchine che non dovessero presentare questi requisiti,
dovrebbero per forza essere messe fuori uso e magari sostituite con mezzi più
attuali, per il cui acquisto sono peraltro previsti incentivi nell’ambito dei
Piani di sviluppo rurale Psr che l’Unione europea ha rinnovato anche per il
settennio 2014-2020, e che meritano di essere molto più conosciuti e utilizzati
dai nostri agricoltori".
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